solastalgia

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ultimo aggiornamento: 17 Agosto 2023 alle 23:43

definizione

Stato di angoscia e di melanconia che affligge chi ha subito una tragedia ambientale provocata dall’intervento dell’uomo sulla natura od i sopravvissuti a disastri naturali: si potrebbe definire, più appropriatamente, che la solastalgia rappresenta il disconfort ed il distress che colpisce chi, da un punto di vista emotivo, reagisce negativamente ad un cambiamento spesso radicale dell’ambiente in cui vive; è un termine creato per descrivere i sentimenti che sorgono nelle persone quando l’ambiente cambia così tanto da influenzare negativamente la qualità delle loro vite.

Questo neologismo, coniato dal filosofo ambientalista australiano Glenn Albrecht nel 2005 per l’articolo “Solastalgia, a new concept in human health and identity”, è una combinazione della parola inglese “solace” (→ conforto nel dolore; ciò che porta consolazione), derivata dal latino “solacium” (→ lenitivo, calmante; conforto, consolazione), e da “nostalgia” (→ letteralmente “dolore del ritorno”: desiderio morboso di tornare alla propria casa o al proprio paese natale), composta dal greco νόστος (nóstos → ritorno), e -αλγία, tratto άλγος (álgos → dolore, sofferenza).

Occorre distinguere la solastalgia, una angoscia legata alla perdita di un sentimento di appartenenza per qualcosa che è mutato o in via di cambiamento (che può essere considerata un disturbo da stress post-traumatico), dall’eco-ansia, cioè da una forma di ansia anticipatoria dipendente dal timore per ciò che potrebbe accadere in futuro, inquadrabile come un “disturbo da stress pre-traumatico”.

La presenza di solastalgia non esclude la possibilità che in chi soffre di questo stato somato-emozionale si possa sviluppare anche uno stato di ansia climatica, anche se spesso questa forma di ansia anticipatoria è più proiettata verso visioni distopiche del mondo, mentre la solastalgia assume una dimensione più intima e personale; è interessante notare, invece che la eco-anxiety può essere associate a forme di “solastalgia per simpatia”, ovvero una sorta di immedesimazione nella sofferenza di chi ha subito la devastazione dell’ambiente in cui vive, soprattutto per effetto dell’azione antropica, utilizzando questo sentimento di dolore e nostalgia come strumento per rafforzare la propria crociata ecologista contro il “climate change”.

descrizione

Glenn Albrecht afferma che “La solastalgia ha origine dai concetti di consolazione e desolazione. […] Letteralmente, la solastalgia è il dolore o la malattia causati dalla perdita o dalla mancanza di conforto e dal senso di isolamento connesso allo stato attuale della propria casa e del proprio territorio.”; quello che provi è “the homesickness you have when you are still at home” (la nostalgia di casa che provi quando sei ancora a casa) mentre il tuo ambiente domestico sta cambiando in modi che trovi angoscianti. Il termine solastalgia estende la gamma semantica di nostalgia, identificando un’angoscia più ampia per la quale non è possibile trovare conforto; diversamente dall’angoscia nostalgica per l’assenza da casa, la solastalgia si riferisce all’angoscia specificatamente causata dal cambiamento ambientale in cui si vive: una sorta di struggimento ed un disagio emotivo dovuto all’alterazione o alla distruzione del proprio ambiente domestico in cui si continua ad abitare nonostante possa essere gravemente danneggiate.

Le persone che vivono la solastalgia sperimentano un tipo di “nostalgia”, simile alla malinconia, per la lontananza da casa, quella che in tedesco viene definita Heimweh: la casa, il loro panorama abituale, la terra che li circonda non assomiglia più alla casa che conoscevano e amavano, a ciò che erano abituati a vedere, al loro “caro vecchio mondo antico”; quello che manca a queste persone è il conforto che potrebbero ricevere da un ambiente familiare, fatto che li spinge a desiderare che ritorni l’ambiente che conoscevano, il mondo in cui erano abituati a vivere.

Questo disturbo d’ansia generalizzata insorge nelle persone colpite dagli effetti diretti di una vasta gamma di alterazioni ambientali quali la deforestazione, l’inquinamento o la distruzione dell’habitat solitamente causati dall’intervento antropico; le alterazione dell’ambiente che possono causare questo stato d’animo, possono includere aree colpite della siccità o da alluvioni, miniere a cielo aperto ove si opera con tecniche minerarie distruttive, eruzioni vulcaniche: la solastalgia è il frutto di un danno reale, che viene sperimentato dalle persone che vivono in quelle aree dove si sono verificati danni ambientali significativi, potendosi manifestare con sentimenti di perdita, disorientamento, ansia e depressione, nonché con un profondo senso di disconnessione dal mondo naturale e con la perdita della corretta percezione della propria identità o del senso di comunità.

La separazione forzata dalla propria casa, per le medesime cause, può innescare lo stesso disagio emotivo, caratterizzato da un misto di sgomento, dolore e rabbia; queste persone sono sopraffatte dalle conseguenze estreme del cambiamento del proprio territorio che le porta a vivere, improvvisamente, in un paesaggio alieno, devastando quella che, per la maggior parte di loro, era la propria “tana”, il proprio “rifugio”, la propria comfort-zone.

L’angoscia, la melanconia e la solastalgia divengono non solo il “sentiment” personale, ma il sentire di una comunità traumatizzata da differenti forme di caos ambientale, assimilabile al trauma vissuto dalle popolazioni native sfollate dall’insediamento coloniale, dall’alienazione dai propri beni, dalla privazione della propria vita, dalla colonizzazione della propria terra: il mondo cui si apparteneva reso ostile, a volte tossico, se non addirittura un luogo pericoloso ove vivere creando un’alterazione del senso di appartenenza al luogo nativo o la perdita del senso di identità o del senso del sé, potendo generare sentimenti di impotenza e alienazione.

Un fenomeno simile è osservabile tra i sopravvissuti a gravi terremoti, che spesso riferiscono una disconnessione mentale post-traumatica: l’esperienza della terra solida che si solleva come il ponte di una nave che affonda, lascia dietro di sé un persistente sgomento perchè il terreno su cui si era abituati a poggiare i piedi, che veniva considerato stabile e immobile, si rivela improvvisamente inaffidabile; la devastazione improvvisa del proprio ambiente crea un trauma, associato al cambiamento repentino ed allo sconvolgimento dell’ambiente circostante o della propria casa, che porta con sé un’interruzione profonda, spesso duratura, del senso di identità, appartenenza e sicurezza di una persona in relazione al luogo in cui vive e, in estrema sintesi, il ben-essere individuale.

segni e sintomi

La poliedricità sintomatologica della solastalgia dipende dal fatto che ogni persona può somatizzare in maniera differente il lutto associato al senso di perdita del proprio ecosistema di riferimento: le manifestazioni comprendono un’ampia varietà di segni e sintomi sovrapposti, riconducibili alla sovrapposizione di stress acuto e distress cronico, con quadri che richiamano il disturbo da stress post-traumatico ed il disturbo d’ansia generalizzato; i sintomi, possono essere debilitanti, persistenti e di lunga durata, potendo protrarsi per molti mesi o addirittura anni dopo il verificarsi dell’evento traumatizzante o delle circostanze che hanno provocato i danni ambientali responsabili del mal-essere, dipendendo soprattutto dalla difficoltà ad adattarsi ai cambiamenti ed alla realtà delle nuove circostanze.

L’emozione costantemente presente è la rabbia (e talvolta il risentimento), che si manifesta con modalità assimilabili a quella che si prova durante un lutto, associata frequentemente a disperazione, angoscia, dolore e senso di impotenza; sono molto frequenti quadri di ansia e depressione, contraddistinti da disturbi del sonno, parasonnie ed insonnia con stanchezza diurna, difficoltà di concentrazione e obnubilamento del sensorio.

Emotivamente la sensazione di sentirsi privi di fondamenta, instabili, talvolta con manifestazioni fisiche di vertigine, è una costante: le persone si sentono, sostanzialmente, senza speranza, vittime del capriccio del destino anche se, paradossalmente, possono sviluppare sensi di colpa in relazione a quanto avrebbero potuto fare per prevenire il disastro; la perdita di identità, associata al senso di frustrazione, alla disforia ed alla difficoltà a recuperare punti fermi può portare a stadi di ideazione suicidaria. Vista la cronicità della solastalgia, queste manifestazioni somato-emozionali possono fluire e rifluire, ripresentandosi ciclicamente in vario grado, come la nostalgia, che difficilmente viene alleviata con facilità e rapidità, divenendo una sorta di colonna sonora di sottofondo della vita di chi sente, dentro di sé, di non poter “tornare a casa”: questa emozione potrebbe essere riassunta in quella musica popolare portoghese che va sotto il nome di fado, che deriva dal latino “fatum” (→ destino, fatalità, sorte), e rappresenta l’espressione musicale dell’anima che prova frustrazione, melanconia, nostalgia, saudade.

Quando una persona nostalgica torna a casa, la sua nostalgia scompare ma, paradossalmente, la persona che soffre di solastalgia è già a casa, anche se la casa ed il mondo a cui era abituato non c’è più: può sembrare che non ci sia nessun posto dove andare per sfuggire alla devastazione che accompagna la distruzione o altre alterazioni permanenti nel proprio ambiente e tutto ciò lascia un profondo senso di impotenza che sostiene questa condizione, poiché questi cambiamenti sono fuori dal controllo e dalla possibilità di azione della persona.

Ovviamente la condizioni preesistenti e la comorbidità, come la presenza di disturbi d’ansia, depressione, strutture fobiche, dipendenze e addizioni, disforie o di altri disturbi dell’umore, oppure di distress sono cofattori in grado di amplificare e ingigantire le manifestazioni morbose associate alla solastalgia, provocando l’insorgere di sintomatologie fisiche, talvolta associate all’evento, come conseguenza di un effetto nocebo causato dalla noxa coinvolta: ad esempio, una persona con asma può avere vere e proprie crisi respiratorie o una sintomatologia esasperata qualora sia implicata in eventi quali gli incendi, le fughe di gas o la liberazione nell’ambiente di sostanze inquinanti, innescando circoli viziosi per cui la dispnea può intensificare la risposta emotiva e viceversa.

Il fatto che, come genere umano, viviamo in un mondo in rapida evoluzione, ove le esigenze economiche dei cosiddetti paesi civilizzati vengono anteposte alla salvaguardia dell’ambiente, gli effetti negativi della devastazione antropica sulla natura e degli ecocidi perpetrati a scapito delle popolazioni native sono sempre più evidenti; le modificazioni metereologiche e la stagionalità possono portare alla formazione di uragani, di incendi boschivi devastanti, senza dimenticare lo smog, la siccità prolungata, il caldo estremo, la deforestazione, l’incremento delle pratiche minerarie alla ricerca di minerali sempre più preziosi e lo sviluppo urbano sempre più invasivo e invadente sono alcuni dei modi in cui le nostre vite possono essere influenzate, rendendo sempre più probabile lo svilupparsi della solastalgia in differenti comunità.

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