atlas disengagement

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ultimo aggiornamento: 24 Maggio 2020 alle 16:45

descrizione – significato

La decompressione dei condili occipitali è una tecnica del Cranio-Sacral Repatterning®, facente parte delle procedure per lo sblocco sub-occipitale; è chiamata atlas disengagement (→ “liberazione dell’atlante”) per evidenziare l’idea del disinnestare, disimpegnare, districare, disincagliare, tutti verbi caratterizzati dal prefisso dis- che in molti vocaboli indica “separazione”, sottintendendo l’atto dello sganciare da un vincolo od un obbligo; in particolare l’obiettivo è quello di “sganciare” l’imbricamento dei condili occipitali.

La tecnica, infatti, è finalizzata a sbloccare le restrizioni ed i freni, che impediscono all’articolazione atlanto-occipitale ed all’articolazione atlanto-epistrofeale di esprimere pienamente i movimenti del capo, permettendo la riacquisizione del R.O.M, l’articolarità e dell’articolabilità fisiologica dell’area sub-occipitale. L’azione esercitata dai muscoli cibernetici posteriori del capo, di concerto con i movimenti di flesso-estensione (rocking),  facilita la formazione di embricamento a livello dei condili occipitali.

occipital condyles interlocking
e atlo-occipital jamming neonatale

Già prima della nascita l’area sub-occipitale è sottoposta a tensioni e distorsioni connesse all’ultimo periodo della gestazione, quando il feto è avviato nel canale del parto ed il corpo fluttua “liberamente” nel liquido amniotico; durante il travaglio, le spinte uterine, la resistenza esercitata dal transito nel collo dell’utero e dalla vagina e le torsioni che subisce il corpo del nascituro sono ulteriori elementi che incidono sul “futuro” sviluppo.

Il peso della testa dell’infante, nei primi mesi di vita, è tale da richiede uno sforzo notevole, per poter eseguire “semplici” movimenti come ruotare il capo o sollevarlo: per quanto fisiologico, nel senso di comuni a qualunque neonato, l’impegno muscolare e le trazioni o le compressioni esercitate sulla giunzione C0÷C1 (C0∞C1), soprattutto alla presenza di distorsioni (anche se inapparenti), responsabili di squilibri posturali o di alterazioni della crescita e della funzionalità organica.

L’incompleta ossificazione dei condili occipitali del neonato, può divenire l’area di somatizzazione delle distorsioni o dalle compressioni causate dalle strutture viciniore; muscoli, legamenti, connessioni fasciali creano vettori che, agendo sulla giunzione fra atlante e occipite, possono creare schiacciamenti, trazioni o irritazioni dei nervi che fuoriescono dalla base del cranio: in particolare la prossimità del canale dell’ipoglosso al condilo occipitale rende questo nervo (XII° nervo cranico) particolarmente vulnerabile. Le tensioni si irradiano al forame giugulare, creato dall’articolazione fra l’osso occipitale e l’osso temporale, con possibili ripercussioni sul nervo glossofaringeo (IX° nervo cranico), sul nervo vago (X° nervo cranico), sul nervo accessorio spinale (XI° nervo cranico): l’infiammazione o la compressione di queste radici nervose può causare una miriade di sintomi che spaziano dalle coliche gastro-intestinali al reflusso, dai disturbi della suzione e della deglutizione alla costipazione, dal torcicollo alla plagiocefalia, fino alla manifestazione di forme di meningismo.

atlas disengagement

La tecnica, utilizzata in Cranio-Sacral Repatterning®, pur essendo veramente delicata e non invasiva, è molto profonda, capace di creare cambiamenti radicali non solo a livello dell’articolazione atlanto-occipitale, ma anche sull’equilibrio e la centralità corporea o, sulla funzionalità organica, vista la presenza in quest’area di strutture quali il nervo vago.

Il trattamento, al di là del nome apparentemente “aggressivo” è talmente delicato e sicuro, che può essere utilizzato da professionisti competenti anche sui neonati; la decompressione dei condili occipitali permette da un lato di riacquistare la motilità e la mobilità condilare, ma induce un rilasciamento delle tensioni dell’area sub-occipitale. la riacquisizione della percezione propriocettiva e la riprogrammazione neuro-mio-fasciale.

Il contatto con l’area occipitale del palmo delle mani dell’operatore permette di creare uno spazio sufficiente per flettere le dita e prendere contatto, attraverso i tessuti,  con l’arco posteriore dell’atlante, proiettandosi lungo un piano ideale che raggiunge i condili occipitali: sfruttando il rilassamento della muscolatura del collo, è possibile ottenere un “sollevamento” della vertebra che facilita l’allentamento della tensione che si esercita sull’area.

stabilizzare e riprogrammare
l’equilibrio dell’area sub-occipitale

Per quanto sia possibile, attraverso tecniche della Kinesiologia Transazionale® come la riequilibrazione del diaframma cerebellare, allentare le tensioni presenti in quest’area, l’atlas disengagement è da preferirsi rispetto a tecniche prettamente meccaniche o manipolazioni, in quanto il ripristino della flessibilità e della estensibilità articolare viene ottenuto non solo “rifasando” la percezione propriocettiva e la sensibilità cinestesica, ma anche favorendo l’affrancamento dall’influenza somato-emozionale che spesso viene somatizzata a questo livello.

L’utilizzo dell’unwinding fasciale, anch’essa utilizzata in Cranio-Sacral Repatterning® permette di completare il processo di riequilibrazione dell’area sub-occipitale, integrando il processo di normalizzazione e reset con tecniche della Kinesiopatia®, finalizzate alla correzione dei “rockers” o delle fissazioni limbiche cervico-brachiali; il lavoro di riarmonizzazione consente, all’artigiano della salute, di intervenire efficacemente su quadri disfunzionali quali, ad esempio, cefalee ed emicranie, vertigini e labirintiti o acufeni.

Non solo le disfunzioni dell’area stomatognatica o il bruxismo possono essere una conseguenza diretta dell’occipiatal condyles interlocking, ma anche problematiche distali, come la lombosciatalgia o quadri di meningismo, evidenziabili dalla semeiotica, attraverso il segno di Wasserman o il segno di Lasègue.

Integrare queste correzioni con procedure di allentamento delle tensioni posturali quali gli esercizi di riprogrammazione neuro-mio-fasciale dell’’Oltrelostress® Coaching è sicuramente importante per il mantenimento degli equilibri raggiunti.

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