meningismo

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ultimo aggiornamento: 31 Marzo 2022 alle 0:07

definizione

Termine introdotto in patologia da Ernest Dupré, nel 1894, per indicare “l’insieme dei sintomi risvegliati da condizioni patologiche meningo-corticali e indipendente da qualunque alterazione anatomica riconoscibile”: è detto anche sindrome pseudomeningitica di Dupré o malattia di Dupré,

descrizione

Quadro sintomatologico tipicamente associabile a manifestazioni irritative delle meningi, caratterizzato da rigidità nucale, fotofobia e fonofobia, stato stuporoso o intorpidimento del sensorio, in assenza di vera e propria meningite: in tutti i casi la presenza di mal di testa (anche in forma di cefalea a rombo di tuono), rigidità dei muscoli cervicali, aumento della pressione intracranica sono sempre accompagnati da una composizione invariata del liquido cerebrospinale, che esclude quindi la presenza di meningite; il meningismo, infatti è una sindrome che può manifestarsi in alcune comuni patologie infettive, come conseguenza dell’irritazione meningea.

sintomatologia – eziopatogenesi

Essendo le possibili cause piuttosto eterogenee, potendo variare dall’irritazione della componente meningea per compressione dell’area sub-occipitale all’iperpiressia, dalle crisi acetonemiche (soprattutto nel bambino) alle sequele di episodi convulsivi o epilettici, altrettanto variabili possono essere le manifestazioni, anche se spesso ci sono alcuni segni che possono essere considerati sintomi patognomonici: solitamente, si manifestano durante la fase acuta della malattia primaria o durante l’esacerbazione di processi cronici; in genere, è caratterizzata da una costellazione di sintomi far cui, frequentemente si manifestano cefalea, vomito, ipersensibilità sensoriale e sintomi meningei di varia intensità, fra cui la rigidità dei muscoli occipitali, i sintomi di Kernig e Brudzinsky.

La rigidità dei muscoli occipitali e nucali può essere verificata facendo assumere, al soggetto in esame, una posizione orizzontale sulla schiena (decubito supino), con la testa è all’altezza del corpo: una mano stabilizza il torace del soggetto mentre l’altra è posta sotto la nuca e cerca di portare il mento al petto;  la positività del test (rigidità dei muscoli occipitali per la presenza di meningismo) è contraddistinta dall’insorgere di manifestazioni di resistenza alla flessione del capo sul petto accompagnata da dolore e, nei casi più gravi,  opistotono. La diagnosi differenziale deve escludere la presenza di instabilità delle vertebre cervicali, traumi, artrite reumatoide o altre patologie del rachide cervicale e della giunzione atlanto-occipitale (impingement sub-occipitale, imbricamento dei condili occipitali, atlo-occipital jamming, rockers …).

La flessione involontaria delle gambe a livello delle articolazioni dell’anca e del ginocchio , come conseguenza del tentativo di portare il mento al petto, è detto “sintomo di Brudzinsky” (sintomo inferiore); la stessa flessione si verifica quando viene premuta l’articolazione pubica (sintomo inferiore).

Il sintomo di Kernig consiste nel piegare la gamba del paziente a livello dell’articolazione dell’anca, con un angolo di 90°), seguita dal tentativo di raddrizzarla: il test viene considerato positivo quando il raddrizzamento diventa impossibile ed il soggetto resiste all’estensione e si lamenta per il dolore; il sintomo è sempre bilaterale, coinvolgendo entrambi gli arti.

Nell’infanzia fino a 1 anno, è possibile che si verifichi anche la presenza il sintomo di Lesach (sospensione): il bambino tira le gambe verso la pancia mentre lo si solleva tenendolo sotto le ascelle; in genere è presente, al contempo, gonfiore e tensione della grande fontanella. È importante differenziare i sintomi meningei nei bambini piccoli dai riflessi tonico-labirintici, che sono sensibili ai cambiamenti nella posizione del corpo e all’aumento fisiologico del tono dei muscoli flessori; spesso il meningismo presenta una sindrome meningea dissociativa, ovvero la presenza (ad esempio) di rigidità dei muscoli occipitali rigidi associati un sintomo di Brudzinsky superiore positivo, mentre il sintomo di Brudzinsky inferiore e il sintomo di Kernig sono assenti.

Per distinguerlo dalla meningite, è obbligatorio uno studio del liquido cerebrospinale: la rachicentesi, nella maggior parte dei soggetti, denota un aumento della pressione intracranica (ipertensione liquorale); tipico del meningismo è la scomparsa piuttosto rapida dei sintomi dopo una diminuzione della temperatura e una diminuzione degli effetti tossici sui tessuti. Il meningismo combina una serie di caratteristiche riconducibili a differenti aspetti eziopatogenetici e clinici che lo fanno classificare più una sindrome o un complesso di sintomi, che una vera e propria malattia.

Anche se il sistema immunitario è in grado non solo di proteggere il corpo da molte malattie, ma anche il sistema nervoso centrale, talvolta le difese immunitarie si indeboliscono e tutti gli sforzi del corpo per resistere alla violazione della sua integrità si rivelano insufficienti o completamente inutili: se questo avviene a livello cerebrale o midollare, è possibile che l’insorgenza di uno stato di meningismo.

Fra le possibili cause troviamo:
→ tossicità, avvelenamento (soprattutto con prodotti chimici);
→ reazioni di ipersensibilità, processi allergici (in particolare allergie ai farmaci);
→ lesioni fungine e virali;
→ malattie parassitarie;
→ processi tumorali benigni e maligni;
→ patologie otorinolaringoiatriche, malattie di strutture situate nelle immediate vicinanze del cervello;
→ alcolismo, tossicodipendenza;
→ assunzione incontrollata di potenti farmaci;
→ diabete mellito, obesità.

Il meningismo dei bambini può svilupparsi anche a causa dell’ipertensione o dell’ARVI.

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