definizione
L’essere convesso, ovvero che si presenta ricurvo come la parte esterna di un cerchio o di una sfera, arcuato verso l’esterno; dal latino convexus (→ ricurvo), derivato di convehĕre (→ raccogliere insieme, condurre), composto di con– e vehĕre (→ trasportare): descrive una parte parte convessa, che presenta una prominenza ovvero l’essere lunata, arrotondato, sporgente, bombato, all’infuori, prominente. Opposto di concavità che, viceversa descrive ciò che è concavo, cioè incavato, infossato, rientrante o scavato: la convessità, talvolta, è definita «concavità negativa».
Le forme convesse, per il loro proiettarsi verso l’esterno, danno sensazioni aggressive, come il pugno di una mano proteso contro di noi, perchè si impongono nello spazio irradiandosi, occupando spazio, proiettandosi verso l’esterno: si pensi alla forma di uno scudo, con la sua funzione difensiva; ad una cupola che crea uno spazio confinato, protetto ma allo stesso tempo in grado di contenere che, a livello corporeo, è assimilabile al seno materno, ove la prominenza perde la caratteristica aggressiva e acquisisce l’idea di proiezione verso l’esterno. Si osservino le strutture che con la loro convessità, assomigliando a un coperchio, coprono e, allo stesso tempo, inibiscono qualsiasi attacco esterno, proteggendo ciò che sta dietro o dentro (al proprio interno).
Nel corpo umano, i condili articolari (condiloartosi) essendo di forma cilindrica oppure le superfici a forma di sfera o semisfera dei capi articolari delle enartrosi, possono essere considerati la rappresentazione del concetto di convessità.