alluce

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ultimo aggiornamento: 5 Ottobre 2020 alle 9:19

definizione

Il primo dito del piede, in latino «digitus primus pedis» o «hallux», omologo del pollice della mano, è costituito di due sole falangi riunite dalla articolazione inter-falangea; la prima falange, a sua volta, si unisce al primo metatarso con l’articolazione metatarso-falangea.

stranezze etimologiche

La radice etimologia è piuttosto controversa: nel latino antico sono presenti differenti termini utilizzati per indicare il dito grosso del piede: hallex, allexhallus e allus, forme che hanno dato i natali ad una mescolanza che ha portato alla forma hallux o allux, più moderna; il termine viene fatto risalire, da alcuni, alla crasi della particella ad– (predisposto) e lux (luce), con il significato di «(dito che sta) alla luce».

Sembra che il grosso dito del piede sporgesse frequentemente dai sandali indossati dai romani: infatti le loro calzature erano semplici sandali indossati sia con una calza, sia a piede nudo; in entrambe i casi il dito alluce fuoriusciva dal calzare provocando, a volte, la rottura della calza che lo ricopriva, creando un modo utilizzato dal popolino, di cui non conosciamo il significato reale.

Esiste un curioso aneddoto al riguardo: si dice che durante la seconda guerra macedonica che vide la contrapposizione di Roma e la Macedonia di Filippo V, alleato della Siria dei Seleucidi, una delle legioni romane era stata soprannominata Ad Lucem, la cui funzione principale era contrapporsi alle armate originarie della regione macedonica della Calcidica (in greco Χαλκιδική) che, secondo la tradizione, avevano introdotto e diffuso l’uso del calzare e della calza, due termini legati dal medesimo etimo di Calceus, con l’ovvio significato di «(originario della) Calcidica». La volontà di chiamare Ad Lucem la legione che aveva lo scopo di combattere contro i Calcidici richiamava appunto il gioco di parole con il quale si designava l’eterna lotta tra l’alluce ed il calzare/calza con l’inesorabile vittoria del primo sulla seconda.

anatomia

⇒ osteo-artologia

Composto da due falangi, l’alluce è caratterizzato da un’articolazione costituita da un condilo, con parti ossee ellissoidali, una concava, mentre l’altra è convessa: tra le due epifisi ossee, ricoperte di cartilagine, è interposto un menisco fibroso; per mezzo di questa articolazione sono possibili i movimenti di flessione ed estensione, mentre lo spostamento laterale è molto limitato. Come tutte le condilartrosi, il menisco può andare incontro a fenomeni infiammatori.

La falange prossimale che si articola con il primo osso metatarsale, anch’essa ellissoidale, permette all’alluce l’adduzione, l’abduzione, la circomduzione, la flessione e l’estensione sul metatarso: quest’articolazione è rinforzata con dei legami fibrosi longitudinali e trasversali che, rispettivamente, vanno ad attraversare la volta plantare e s’estendono dal primo al quinto metatarsale, foderando e proteggendo integralmente l’articolazione.

⇒ muscoli

Nell’alluce non sono presenti muscoli intrinseci, se si escludono i muscoli piliferi e quelli presenti sull’epifisi prossimale della prima falange; il suo movimento è dovuto ai tendini di alcuni muscoli che stanno nella regione metatarsale e tarsale o addirittura nella gamba:

⇒ muscolo flessore breve dell’alluce – dal lato inferiore del cuboide e dal lato mediale del 3° cuneiforme, le fibre si portano sulla prima falange e si uniscono all’abduttore dell’alluce; ha il compito di flettere l’alluce.

⇒ muscolo abduttore dell’alluce – dal calcagno si porta alla base della prima falange; la sua contrazione, principalmente, abduce l’alluce, ma può anche generare una flessione.

⇒ muscolo adduttore dell’alluce – presenta due capi d’origine, distanti da loro, che lo dividono in due fasci muscolari: il capo trasverso origina dall’articolazione metatarso-falange delle ultime tre dita, si porta sulla prima falange dell’alluce e contraendosi, adduce l’alluce, potendo anche generare una piccola flessione; il capo obliquo origina dalla parte inferiore del cuboide e dalla base del III° e IV° osso metatarsale, si porta alla base della prima falange dell’alluce e, contraendosi, provoca un’adduzione minore rispetto all’altro capo, ma una flessione maggiore.

⇒ muscolo flessore lungo dell’alluce – dal piano profondo della gamba, a livello della parte posteriore del perone, il tendine del muscolo, passando dietro al malleolo e sotto gli altri muscoli del piede, giunge all’articolazione inter-falangea, provocando la flessione della seconda falange sulla prima.

⇒ muscolo estensore lungo dell’alluce – dalla fibula e dalla membrana interossea, passando sotto gli estensori, giunge alla prima ed alla seconda falange dell’alluce, inducendo l’estensione dell’alluce sul piede e della seconda falange sulla prima; la sua azione può coadiuvare la rotazione interna e la flessione del piede.

⇒ vascolarizzazione e innervazione

Tutte le arterie afferenti all’alluce derivano da ramificazioni successive dell’arteria tibiale: dall’arteria plantare mediale, ramo dell’arteria tibiale posteriore, si diparte un ramo che, arrivato a metà del primo osso metatarsale si biforca; uno va ad irrorare un lato dell’alluce, mentre l’altro ramo scorre dall’altro lato dell’alluce per poi, a livello della base della prima falange, riunirsi. Dall’arteria dorsale del piede, che proviene dall’arteria tibiale anteriore, si dipartono, oltre alle piccole arteriole che irrorano il tarso, due ramificazioni che vascolarizzano i lati dell’alluce. Il sistema venoso è praticamente parallelo a quello arterioso, le uniche differenze sono che le vene sono più numerose delle arterie e che il sistema venoso profondo affianca quello arterioso profondo, mentre il sistema venoso superficiale sovrasta quello arterioso superficiale.

La funzione motoria è controllata dal nervo tibiale, dal nervo fibulare profondo e dal nervo fibulare superficiale; nel dorso dell’alluce, il nervo che scorre nella parte laterale, deriva dal nervo cutaneo dorsale mediale del nervo fibulare superficiale, mentre quello che scorre nella sua parte mediale deriva dal nervo fibulare profondo: i nervi dell’alluce, così come quelli delle altre dita, vengono genericamente chiamati nervi digitali dorsali del piede. Le ramificazioni che entrano nell’alluce dalla pianta del piede sono derivate dal nervo plantare mediale del nervo tibiale.

considerazioni sul rapporto tra l’alluce e la postura

Nell’uomo, l’alluce svolge un’azione fondamentale nella statica del corpo e nella deambulazione: il piede, nel suo complesso, dovrebbe essere considerato come organo sensoriale in grado di condizionare l’equilibrio del rachide, in quanto il piede rappresenta il punto fisso al suolo su cui grava l’intero peso del corpo e l’alluce il punto su cui convergono i vettori gravitazionali e le forze associate al movimento nello spazio.

Il piede, nel corso dell’evoluzione, per le esigenze sorte nell’assunzione della stazione eretta e della deambulazione bipodale, risulta un diaframma atto ad assorbire e smistare le forze esterne (ambientali) e interne (muscolari), relativamente agli infiniti piani dello spazio, fungendo da “adattatore e reattore”. Soprattutto durante la deambulazione, ma anche nella postura antigravitazionale, Il muscolo peroniero lungo, provocando l’eversione del piede, induce la testa del I° metatarso a prendere contatto col suolo, ruotando su se stessa; la conseguenza, è la stabilizzazione del contato del piede col terreno.

Questa azione fa si che il peso corporeo si distribuisca sul ventaglio metatarsale (le teste metatarsali): considerando che il capo proietta il suo peso anteriormente alla linea del baricentro, lungo l’asse mediano del corpo, il carico maggiore viene ripartito sugli alluci che, per effetto dell’azione dei muscoli tricipiti surali (coadiuvati dai muscoli tibiali anteriori, dai muscoli tibiali posteriori, dai muscoli peronei lunghi e dai muscoli flessori dorsali del piede), contrastano la tendenza del centro di gravità corporea a migrare ventralmente, impedendo che il corpo cada in avanti; il lavoro generato si trasferisce al terreno ed, in parte, risale lungo il femore, influenzando di conseguenza il cingolo pelvico ed, in particolare, l’articolazione coxo-femorale che, attraverso la messa in tensione dei legamenti dell’anca, trasferisce parte dell’energia al rachide lombare.

L’importanza che i riflessi podalici, con la loro capacità di favorire l’estensione della colonna vertebrale, ed i gaits (riflessi deambulatori) hanno sull’alluce e sui rapporti che instaura col piede ed il resto del corpo viene sottolineato dalle funzioni e adattative che sottostanno ai riflessi del «segno di Babinski»

considerazioni sull’alluce valgo

Situato nella direzione del pilastro mediale della volta antero-posteriore del piede, l’alluce segue la deviazione del primo metatarso verso l’esterno, che rappresenta una delle componenti essenziali della frequentissima deformità da appiattimento.

A questa deviazione dell’alluce (valgismo) si accompagna spesso deformità a martello di una o di talune delle altre dita del piede. L’alluce valgo non è sempre secondario, perché può deformarsi in valgismo, anche senza che il metatarso e il tarso partecipino alla deformità, da adattamento alla propria calzatura; mentre è rara la deformità in varismo, nella quale l’alluce è deviato verso il piano sagittale mediano del corpo.

curiosità: i nomi delle dita dei piedi

Nel 1998, una convenzione tra linguisti decise di indicare nella lingua italiana, le dita dei piedi con l’equivalente latino, secondo schema utilizzato normalmente nei paesi anglosassoni: per questo le dita del piede sono conosciute ufficialmente con i nomi di «digitus primus pedis» (I° dito del piede) o «hallux» (alluce), «digitus secundus pedis» (II° dito del piede), «digitus tertius pedis» (III° dito del piede), «digitus quarturs pedis» (IV° dito del piede) ed infine «digitus quintus pedis» (V° dito del piede) o «digitus minimus pedis» (dito più piccolo del piede): immaginando di osservare il dorso di un piede dall’alto, l’alluce è il dito del piede più mediale, mentre il quinto dito è quello più laterale.

Esiste però una terminologia colloquiale che assegna alle dita dei piedi nomi comuni, che a partire dall’inizio del nuovo millennio ha cominciato a diffondersi, in parte grazie ad uno spettacolo di un gruppo comico genovese, i Cavalli Marci, dal titolo «Alluce, Billuce, Trilluce»; questa nomenclatura che non è utilizzata in ambito accademico o clinico né riconosciuta da alcun dizionario della lingua italiana, ma che spesso viene ripresa in ambito olistico o delle medicine alternativa, non presenta univocità nelle denominazioni, un po’ come per l’origine semantica del termine «hallux» nella lingua latina

Il «digitus secundus pedis» viene denominato «billuce», ma anche «illuce» oppure «dilluce» (o dillice); il «digitus tertius pedis» corrisponde a «trilluce» oppure a «trillice» (o trilluce); il «digitus quarturs pedis» è abbinato a «pontilo» o «pondulo»; il «digitus quintus pedis» invece a «millino» (o mellino), anche se per quest’ultimo è comune l’uso della definizione «mignolino del piede».

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