ultimo aggiornamento: 7 Giugno 2023 alle 22:39
definizione
Con questa definizione si identificano i differenti muscoli che originano o si inseriscono sulle pelvi; per una migliore comprensione della loro azione, può essere utile suddividere i muscoli del bacino in tre categorie principali:
→ muscoli che attraversano l’articolazione lombo-sacrale;
→ muscoli che attraversano l’articolazione dell’anca;
→ muscoli del pavimento pelvico, che si trovano interamente all’interno del bacino.
muscoli del bacino che attraversano l’articolazione lombo-sacrale
I muscoli del bacino che attraversano l’articolazione lombosacrale, originando a livello del tronco per inserirsi nelle pelvi, utilizzano l’inserzione a livello del tronco come punto fisso, provocano il movimento delle pelvi: i muscoli anteriori inclinano posteriormente il bacino, i muscoli posteriori inclinano anteriormente il bacino, i muscoli del lato destro elevano il lato destro del bacino (e quindi deprimono il lato sinistro del bacino) e i muscoli del lato sinistro elevano il lato sinistro del bacino (e quindi deprimono il lato destro del bacino).
muscoli che attraversano l’articolazione dell’anca
I muscoli del bacino che attraversano l’articolazione coxo-femorale per quanto, determinando il movimento della gamba, siano considerati come appartenenti ad una catena cinematica aperta, devono essere presi in considerazione per la loro azione sulla pelvi: se il piede è a contatto con il terreno, causano un movimento pelvico trasformando il sistema in una catena cinematica a catena chiusa e, di conseguenza, la postura e il movimento del bacino hanno ripercussioni sulla postura e sul movimento della colonna vertebrale.
Se consideriamo i muscoli che attraversano l’articolazione dell’anca in funzione del movimento della coscia rispetto al bacino, a livello dell’articolazione coxo-femorale, possiamo suddividerli, per comodità, in quadranti:
→ muscoli flessori, posti anteriormente;
→ muscoli estensori, siti posteriormente;
→ muscoli abduttori, posti lateralmente;
→ muscoli adduttori, siti medialmente.
→ muscoli rotatori: per quanto la posizione specifica della muscolatura di rotazione non sia facilmente definibile, come regola generale, è possibile affermare che i muscoli rotatori laterali sono localizzati posteriormente mentre i muscoli rotatori mediali sono localizzati anteriormente.
I muscoli che attraversano l’articolazione dell’anca sono:
→ muscolo tensore della fascia lata: origina dalla spina iliaca antero-superiore (A.S.I.S.) e dalla porzione anteriore della cresta iliaca per inserirsi nel terzo superiore della bandelletta ileo-tibiale (banderella del Maissiat); la sua contrazione produce l’abduzione e la rotazione mediale della coscia, inclinando e abbassando il bacino dello stesso lato.
→ muscolo retto del femore (o muscolo retto femorale): parte del muscolo quadricipite femorale, origina a livello della spina iliaca antero-inferiore (A.I.I.S.) contribuendo a formare il legamento rotuleo, che contiene la patella (rotula) per andare ad inserirsi alla tuberosità tibiale; a livello dell’articolazione coxo-femorale, il retto femorale flette la coscia e inclina anteriormente il bacino, estendendo la gamba (e/o la coscia) all’altezza dell’articolazione del ginocchio.
→ muscolo sartorio: origina dalla spina iliaca antero-superiore (A.S.I.S.) per inserirsi a livello della triade dei tiranti sul pes anserinus, a livello della porzione prossimale e antero-mediale della tibia; flette, abduce e ruota lateralmente la coscia in corrispondenza dell’articolazione dell’anca, inclina anteriormente il bacino e deprime il bacino dello stesso lato e flette la gamba (e/o la coscia) all’altezza dell’articolazione del ginocchio.
→ muscolo ileo-psoas: la porzione definita muscolo grande psoas, origina dalla porzione antero-laterale del corpo vertebrale delle vertebre T12÷L5, dai dischi intervertebrali interposti fra queste vertebre e dai processi trasversi di L1÷L5 (per una maggiore comprensione, si suggerisce di approfondire il lemma specifico) per inserirsi a livello del piccolo trocantere del femore. La porzione definita muscolo iliaco origina dalla superficie interna dell’ileo per inserirsi tramite un tendine comune con il muscolo grande psoas, a a livello del piccolo trocantere del femore.
L’azione congiunta del muscolo grande psoas e del muscolo iliaco provoca la flessione e la rotazione laterale della coscia in corrispondenza dell’articolazione dell’anca e inclinano anteriormente il bacino; il muscolo grande psoas flette, flette lateralmente e ruota controlateralmente il tronco in corrispondenza delle articolazioni spinali.
→ muscoli adduttori: gruppo muscolare ad azione sinergica, composto dal muscolo adduttore breve, muscolo adduttore lungo e dal muscolo adduttore magno, origina (nel lor insieme) dall’osso pubico e dall’ischio per inserirsi alla linea aspera, alla linea pettinea, al tubercolo adduttore del femore ed a livello della triade dei tiranti sul pes anserinus, a livello della porzione prossimale e antero-mediale della tibia; come gruppo, i muscoli adduttori adducono, flettono e ruotano medialmente la coscia in corrispondenza dell’articolazione dell’anca e inclinano anteriormente e ruotano ipsilateralmente (ed elevano lo stesso lato) il bacino. L’adduttore magno estende la coscia e inclina posteriormente il bacino in corrispondenza dell’articolazione dell’anca; il muscolo gracile, pur non essendo propriamente un muscolo appartenente al gruppo dei muscoli adduttori, è sinergico e può anche flettere la gamba (e/o la coscia) all’altezza dell’articolazione del ginocchio.
→ muscoli ischio-crurali: composto dal muscolo bicipite femorale, che origina dalla tuberosità ischiatica (capo lungo) e dalla linea aspera del femore (capo breve) per inserirsi sulla testa del perone, dal muscolo semitendinoso, che origina dalla tuberosità ischiatica facendo entesi a livello della triade dei tiranti sul pes anserinus, a livello della porzione prossimale e antero-mediale della tibia, ed il muscolo semimembranoso, la cui entesi prossimale è a livello dalla tuberosità ischiatica e si inserisce sulla superficie posteriore del condilo mediale della tibia; come gruppo, i muscoli posteriori della coscia estendono la coscia e inclinano posteriormente il bacino all’altezza dell’articolazione dell’anca, oltre a flettere la gamba (e/o la coscia) all’altezza dell’articolazione del ginocchio. Il capo breve del muscolo bicipite femorale non attraversa l’articolazione dell’anca e quindi non ha azione su quell’articolazione.
→ muscolo grande gluteo: origina dalla cresta iliaca posteriore, dalla porzione postero-laterale dell’osso sacro e dal coccige, per inserirsi sulla tuberosità glutea e sulla benderella del Maissiat; estende, ruota lateralmente, abduce (fibre superiori) e adduce (fibre inferiori) la coscia in corrispondenza dell’articolazione dell’anca ed inclina posteriormente e ruota controlateralmente il bacino.
→ muscolo gluteo medio: origina dalla faccia esterna dell’osso iliaco per inserirsi al grande trocantere del femore; l’intero gluteo medio abduce la coscia all’articolazione dell’anca e abbassa il bacino dallo stesso lato. Le fibre anteriori flettono e ruotano medialmente la coscia e inclinano anteriormente e ruotano omolateralmente il bacino; le fibre posteriori inoltre estendono e ruotano lateralmente la coscia e inclinano posteriormente e ruotano controlateralmente il bacino.
→ muscolo piccolo gluteo: posto profondamente al muscolo gluteo medio, con cui condivide le entesi, origina dalla faccia esterna dell’osso iliaco per inserirsi al grande trocantere del femore; abduce la coscia all’articolazione dell’anca e deprime il bacino dallo stesso lato all’articolazione dell’anca. Le fibre anteriori flettono e ruotano medialmente la coscia e inclinano anteriormente e ruotano omolateralmente il bacino; le fibre posteriori estendono e ruotano lateralmente la coscia e inclinano posteriormente e ruotano controlateralmente il bacino.