ultimo aggiornamento: 21 Ottobre 2020 alle 23:51
definizione
Le alterazioni dell’asse meccanico e anatomico del ginocchio, sono frequentemente espressione delle forze ascendenti o discendenti che agiscono su questa articolazione complessa; accompagnate da dolore e limitazione funzionale, tendono ad aggravarsi nel tempo e costituiscono una comune causa di degenerazione articolare per effetto della concentrazione delle forze di carico e di taglio su aree limitate della superficie articolare.
biomeccanica del ginocchio
Le deformità dell’asse di carico della gamba sono particolarmente evidenti al ginocchio, fulcro centrale dell’arto inferiore; infatti questa articolazione composta, facendo parte dell’arto inferiore e trovandosi fra caviglia ed anca, è influenzato da questi due sistemi articolari e dalla loro trasmissione delle forze dal suolo verso l’alto (ginocchia e bacino) e dall’alto verso il suolo (ginocchia e piedi) divenendo l’hypomochlion dei vettori ascendenti e discendenti: l’asse di carico origina dal centro della testa del femore e termina al centro della caviglia, e in condizioni normali passa a livello del centro del ginocchio, in corrispondenza delle apofisi spinose del piatto tibiale.
Numerosi fattori, congeniti o acquisiti possono influenzare la posizione di questo asse, spostandolo lateralmente (condizione di valgismo) o medialmente (varismo) oppure traslarlo anteriormente o posteriormente; tali deformità possono originare dell’asse proprio delle ossa (femore, tibia, o entrambi) oppure da accentuati difetti cartilaginei del compartimento mediale o laterale del ginocchio, dovuti principalmente ad una scorretta deambulazione. Il concentrarsi del carico su un singolo compartimento del ginocchio, quindi la distribuzione ineguale dei carichi fra porzione mediale e laterale, comporta un accelerato processo degenerativo della cartilagine di quel compartimento, nonché un possibile sovraccarico dell’osso sub-condrale: l’alterazione morfo-funzionale può esitare in una condropatia del ginocchio, che comporta dolore anche importante, limitazione funzionale caratterizzata da ridotta mobilità e diminuzione del R.O.M., stiffness articolare e ipotonia muscolare, con gravi ripercussioni sul ginocchio stesso che può andare incontro ad artrosi.
conseguenze del disassamento del ginocchio
Per effetto delle forze di carico e di taglio che agiscono sul ginocchio, le deformità che ne conseguono sono rappresentate principalmente da due gruppi di alterazioni morfo-funzionali.
«genu varum» – «genu valgum»
Un primo gruppo di lesioni, visibili sul piano coronale, esprime l’effettivo rapporto femoro-tibiale, asse del femore, la posizione rotulea e la sua sincronia con la rotazione femorale, ovvero la tendenza del ginocchio a deviare lateralmente o medialmente.
Durante la deambulazione le rotule sono orientate in direzione anteriore (direzione di movimento) grazie all’azione del muscolo quadricipite femorale; se, per l’azione dei muscoli ischio-crurali, il femore subisce una rotazione assile interna od esterna, l’azione del muscolo quadricipite tenderà a produrre una dissociazione femoro-rotulea, in quanto il muscolo mira a salvaguardarne la funzione: la deviazione rotulea è causata direttamente dal muscolo quadricipite femorale come conseguenza della rotazione dell’arto inferiore causata dall’azione dei muscoli ischio-crurali. A seconda che la rotazione sia interna o esterna, si osserveranno due differenti lesioni sul piano frontale:
⇒ ginocchio varo (gambe a ‘O’, o da fantino): l’azione del muscolo gracile (che devia la tibia verso l’esterno) è in grado di creare un vettore muscolare che accorciandosi può determinare un varismo; quando il piede diviene un punto fisso, i muscoli supinatori del piede, a partenza dalla faccia anteriore e laterale della tibia, concorrono alla creazione del problema.
⇒ ginocchio valgo (gambe a ‘X’): quando i muscoli adduttori femorali (che deviano il femore verso l’interno) ed il muscolo tensore della fascia lata (che sposta la parte distale della tibia verso l’esterno) si accorciano si determinerà una forma di valgismo; quando il piede diviene un punto fisso, i muscoli supinatori del piede, a partenza dalla faccia posteriore della tibia, concorrono alla creazione del problema.
«genu extensum» – «genu flexum»
Un secondo gruppo di lesioni sono visibili sul piano sagittale, che esprimono lo squilibrio flexus/extensus, e sono:
⇒ ginocchio recurvato (deformità con concavità anteriore) – corrisponde ad un’estensione eccessiva dell’articolazione («genu extensum»): nella stazione eretta, con il piede appoggiato al suolo come punto fisso, o durante la fase di appoggio nella deambulazione, il principale muscolo estensore del ginocchio non è, come si crede comunemente, il muscolo quadricipite femorale, bensì i muscoli ischio-crurali ed il muscolo tricipite surale, coadiuvati dal muscolo adduttore magno, soprattutto quando si innestano movimenti di iperestensione creando il «genu recurvatum»
⇒ ginocchio procurvato (deformità con concavità posteriore) – corrisponde ad una aumentata flessione dell’articolazione («genu flexum»): l’azione iperestensiva della coppia muscoli ischio-crurali muscoli del tricipite della sura, è limitata dall’articolazione femoro-tibiale; raggiunto (e superato) tale limite, se l’accorciamento dei due gruppi muscolari progredisce, la linea di forza finale risultante determina la flessione del ginocchio, impedendo l’estensione stessa, cioè il «genu procurvatum». Il risultato è l’impossibilità di stendere il ginocchio ma, in collaborazione col muscolo quadricipite, si opporrà alla caduta al suolo, nonostante questo richieda un grande dispendio energetico con conseguente irrigidimento articolare.
In stazione eretta, e con i piedi a contatto, i condili femorali mediali dovrebbero essere in leggero sfioramento: in caso di valgismo il contatto risulterà eccessivo, mentre in caso di varismo il contatto sarà assente.
«genu intra-rotatum» – «genu extra-rotatum»
Esistono anche possibili deformazioni del ginocchio che possono essere rilevabili su un piano trasversale, in grado di causare una rotazione interna o una rotazione esterna: il femore è in grado di ruotare internamente o esternamente rispetto al bacino, ma è anche sottoposto ad un movimento di rotazione assile che causa una torsione tra le estremità superiori e inferiori del femore. Se valgismo e varismo esprimono un disassamento espresso sul piano frontale, le componenti rotatorie del femore possono mistificare, per eccesso o diminuzione.
⇒ «genu intra-rotatum» (intra-ruotato) – quando il ginocchio è posto sotto carico, i vettori dominanti in grado di provocare l’intrarotazione sono quelli che coinvolgono il muscolo semitendinoso ed il muscolo semimembranoso, in associazione con l’azione dei muscoli adduttori femorali. Iperestensione ed intrarotazione spesso compongono un quadro associato.
⇒ «genu extra-rotatum» (extra-ruotato) – la rotazione interna del ginocchio è intrinsecamente limitata dalla struttura dell’articolazione stessa: una volta raggiunto il limite del R.O.M. fisiologico del ginocchio, i muscoli ischio-crurali possono subire un ulteriore accorciamento che renderà la contrazione inefficace; in questo caso prevarrà la componente che favorisce la rotazione esterna, conseguente all’attivazione del muscolo bicipite femorale a cui si assoceranno i muscoli extra-rotatori.
associazioni di deformazioni ossee
Le alterazione dell’asse del ginocchio, spesso, sono associate tra loro e possono rappresentare la manifestazione di una progressione della disfunzione articolare o di un aggravamento; non di rado una iniziale intra-rotazione associata ad iperestensione diviene, in un secondo tempo, una flessione con extra-rotazione, che conferisce al ginocchio stesso un aspetto sano: purtroppo la realtà potrebbe essere differente in quanto l’organismo ha semplicemente esaurito la propria capienza e resilienza non riuscendo più a compensare i primi due disassamenti (intra-rotazione ed estensione), sfociando nelle due successive direzioni di movimento deformanti. Nel passaggio da un ginocchio recurvato e intra-ruotato ad un ginocchio procurvato e extra-ruotato, le componenti muscolari potranno determinare quadri intermedi, variamente interconnessi, non di rado associati a accorciamento muscolare, rigidità dell’articolazione ed un incremento della compressione sulle strutture articolari, spesso con la manifestazioni algiche di vario grado.
Su questi quadri dinamici di modificazione dei rapporti osteo-articolari e dell’azione dei muscoli che inferiscono sul ginocchio, si inserisce la deviazione laterale/mediale (varismo – valgismo): all’incremento delle alterazioni assili si associa un aumento delle deformazioni osteo-cartilaginee.