anteposizione del capo

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definizione

Dal latino. anteponĕre, composto di ante (→ davanti) e ponĕre (porre), col significato di posto o messo davanti o in avanti, collocato anteriormente rispetto a qualcosa: il termine viene utilizzato nell’ambito della descrizione anatomica e funzionale per descrivere la proiezione in avanti di un segmento corporeo che modifica la postura (e l’habitus); antepulsione può essere considerato un sinonimo.

Quando si parla di anteposizione del capo, o antepulsione della testa, si vuole evidenziare la proiezione (protrusione) della testa in avanti rispetto all’asse ideale del corpo, descrivendo la tendenza di “spingere” in avanti il capo rispetto alle spalle; il rapporto con la posizione delle spalle deve essere considerato un aspetto è rilevante in quanto, spesso, la testa appare proiettata in avanti come conseguenza dell’anteposizione delle spalle.

Per quanto si possa osservare, spesso, una leggera anteposizione delle spalle contestualmente alla antepulsione del capo, quando si parla di anteposizione della testa si vuole evidenziare un deciso ed evidente spostamento del collo e del cranio rispetto al piano coronale ed alle articolazioni scapolo-omerali, con alterazione della postura cervicale che si evidenzia, frequentemente, con la comparsa di una sporgenza in corrispondenza del passaggio cervico-dorsale determinata da un’alterazione della curva vertebrale: questo atteggiamento del collo, che proietta la testa in avanti, spesso è riconducibile ad una rettilineizzazione cervicale o, all’opposto, ad una iperlordosi cervicale con accentuazione dello spostamento in direzione anteriore della IIIa vertebra cervicale; la presenza contemporanea dell’anteposizione delle spalle o di una loro intrarotazione può essere l’indice della contestuale presenza di ipercifosi toracica, che, anteriorizzando la radice del collo, peggiora il quadro sintomatologico e prognostico.

In genere, indipendentemente dalle cause, la testa in avanti è l’espressione di uno squilibrio della muscolatura del collo contraddistinta da irrigidimento (spesso definibile uno spasmo cronico), sul piano posteriore, dei muscoli sub-occipitali, dei fasci superiori del muscolo trapezio (muscolo trapezio superiore), del muscolo elevatore della scapola, del muscolo sottoscapolare e del muscolo gran dorsale; anteriormente si osserva un interessamento dello S.C.O.M. (muscolo sterno-cleido-occipito-mastoideo), del muscolo piccolo pettorale, del muscolo gran pettorale (in particolare del muscolo gran pettorale clavicolare) e dei muscoli flessori del braccio. A questi muscoli ipertonici, solitamente, ci contrappongono, in uno stato di debolezza e/o iporeattività, i muscoli flessori profondi del collo, situati anteriormente ai corpi vertebrali cervicali (muscoli lunghi del capo e muscoli lunghi del collo), anteriormente, e il muscolo dentato anteriore, i muscoli romboidi, i muscoli trapezi inferiori, i muscoli rotatori esterni della spalla (muscolo sovraspinato, muscolo infraspinato, muscolo piccolo rotondo) ed i muscoli estensori del braccio: ovviamente quando l’anteroposizione riguarda prevalentemente il capo, saranno principalmente interessati i muscolo del collo, mentre il coinvolgimento del moncone della spalla (in anteposizione o rotazione interne, coinvolge anche i gruppi muscolari che determinano lo spostamento della radice del collo, dando luogo alla cosiddetta upper crossed syndrome (sindrome crociata superiore), così definita per il fatto che lo squilibrio causato dall’indebolimento e dall’allungamento dei muscoli posteriori della parte superiore della schiena e del collo, si combina con l’irrigidimento e l’accorciamento dei muscoli pettorali e del collo opposti, assumendo uno schema crociato.

L’antepulsione della testa comporta, invariabilmente, una disfunzione dell’articolazione atlanto-occipitale (C0-C1) ed un’alterazione dei rapporti fra atlante, epistrofeo e base del cranio: l’area sub-occipitale può divenire la zona dove si scaricano le forze generate delle distorsioni o dalle compressioni causate dai muscoli, dai legamenti, dalle connessioni fasciali che creano vettori in grado di agire sulla giunzione fra atlante e occipite; l’energia di moto generata dal corpo per il mantenimento della corretta posizione della testa nello spazio o il lavoro muscolare prodotto per mettere in atto un gesto specifico del capo, tendono a causare tensioni sulla giunzione atlanto-occipitale. La conseguenza è l’insorgenza di disfunzioni articolari come l’instaurarsi di sublussazioni dell’atlante, il manifestarsi di occipital condyles interlocking (imbricamento dei condili occipitali) o dell’atlo-occipital jamming (fissazione atlanto-occipitale), spesso accompagnati dalle distonie dei rockers o dei muscoli sub-occipitali, squilibri del diaframma cerebellare, occiput inferiore o altre disfunzioni che coinvolgono l’articolazione.

Essendo il cranio un sistema cinematico chiuso a leve ed ingranaggi, l’interessamento dei rapporti fra la Ia e IIa vertebra e l’occipite è in grado di determinare ripercussioni sull’intero cranio, creando faults, potenzialmente, a livello di qualsiasi sutura cranica o della sincondrosi sfeno-basilare; ugualmente, le strette relazioni bella base del cranio con la mandibola, l’osso ioide, il cingolo scapolare può indurre alterazioni del cingolo scapolare e dell’intera postura corporea. conflitto femoro-acetabolare.

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