ultimo aggiornamento: 21 Ottobre 2020 alle 23:49
definizione
Nel mondo della danza e della ginnastica, si utilizzano spesso le locuzioni “gambe a sciabola” o “ginocchio a sciabola” per indicare l’accentuata curvatura delle gambe, visibile osservando la ballerina di profilo, che ricorda per l’appunto la lama di una sciabola: di fatto, quello che viene considerato un pregio da desiderarsi è una manifestazione di iperestensione che può portare all’insorgenza del «genu recurvatum».
Nella danza, infatti le ginocchia iperestese sono spesso considerate una dote od un talento innato che regala linee esteticamente piacevoli e affusolate: non di rado ci sono insegnanti che per ottenere ginocchia a sciabola e talloni leggermente distanziati, in prima posizione (le punte in fuori, in modo da formare coi piedi una linea retta orizzontale), forzano le gambe delle giovani aspiranti étoile attraverso esercizi di stretching; il risultato, nel lungo periodo, è si una gamba a sciabola e quindi “esteticamente elegante”, ma potenzialmente foriera di disassamento del ginocchio e quindi di possibili alterazioni dell’articolazione che può portare a seri problemi o danni a caviglie, piedi e schiena.
In alcune scuole di ginnastica e danza, per far diventare le gambe più a sciabola le maestre o gli allenatori fanno sedere le allieve con le gambe tese e poi, afferrando le caviglie, gliele tirano verso l’alto facendo tenere alle ragazze le cosce ben salde a terra, iperestendendo in modo forzato l’articolazione del ginocchio: questa pratica, oltre che diseducativa non solo può creare danni alle strutture articolari e ginocchio recurvato ma anche una sindrome femoro-rotulea ed una tendinopatia del tendine patellare.
«genu recurvatum» nella pratica sportiva e nell’ambito coreutico
Si parla di ginocchio iperesteso quando, stendendo l’arto inferiore, l’angolo formato tra gamba e coscia è superiore ai 180° e crea la cosiddetta “gamba a sciabola” (arco posteriore o concavità anteriore): spesso questa caratteristica è congenita o dovuta a iperlassità o ipermobilità generale di quasi tutte le articolazioni del corpo, il che sicuramente aiuta molto le peculiarità estetiche del danzatore ma necessita di molta più attenzione e controllo nel movimento da parte della ballerina o dell’atleta; la maggior rotazione dei condili femorali rispetto al piatto tibiale, non di rado si accompagna a intra-rotazione e, talvolta, a varismo del ginocchio con instabilità articolare: onde evitare lesioni delle strutture articolari, ed in particolar modo del legamento crociato anteriore, del legamento crociato posteriore, del legamento popliteo e dei menischi è indispensabile una notevole padronanza del gesto atletico ed una ottima coordinazione motoria.
Idealmente dovremmo poter osservare un unico asse che passando per il vertice del cranio (vertex), per le spalle, il bacino, le ginocchia che cade anteriormente al calcagno, mentre la colonna vertebrale dovrebbe mantenere le curve fisiologiche ed essere sostenuta muscolarmente: in presenza di un ginocchio iperesteso, se la persona non attua nessun tipo di correzione muscolare questo allineamento non può verificarsi perché il corpo cercherà, tramite compensazioni a carico soprattutto del rachide, di trovare un suo punto di equilibrio.
L’iperestensione del ginocchio è correlata ad aree specifiche di tensione o squilibrio ed a debolezze o ipertono di gruppi muscolari ben definiti: tipicamente si possono osservare lesioni o lassità dei legamenti crociati, sottoposti a continuo stress; debolezza, oppure ipertono, dei muscoli ischio-crurali mantenuti sempre in allungamento o attivati in ipertono. Iporeattività dei muscoli quadricipiti che vengono sovra-utilizzati nella loro posizione più “corta”, cioè mantenuti in contrazione concentrica in modo inefficace, con il risultato di avere un muscolo ipertrofico ma non necessariamente più forte. Si osserva non di rado un tilt anteriore del bacino, come conseguenza dell’accorciamento ed irrigidimento dello psoas, spesso associato all’incapacità di mantenere una contrazione efficace del torchio addominale e a sovracontrazione compensatoria dei muscoli glutei.
Premesso che l’intervento di un professionista del ben-essere dovrebbe essere considerata indispensabile quando sono già presenti evidenti segni di iperestensione del ginocchio, il primo passo per evitare ulteriori danni alle articolazioni sarebbe quello di “non tirare” le ginocchia una contro l’altra portandole in estrema iperestensione, soprattutto senza una adeguata capacità di controllo muscolare e/o in presenza di carico sulle gambe; ricercare l’allineamento della colonna, senza entrare in un habitus o atteggiamento di rigidità è importante per evitare che lordosi e cifosi si trasformino in manifestazioni patologiche, soprattutto nelle bambine all’inizio del loro percorso coreutico o agonistico. Anche lo stretching “fai da te” sarebbe una pratica da evitare, lavorando invece sulla riprogrammazione neuro-mio-fasciale ed eventualmente, rivolgendosi ad un operatore di Kinesiologia Transazionale® per migliorare la coordinazione neuro-muscolare e riequilibrare il corpo.