valutazione kinesiopatica

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ultimo aggiornamento: 5 Settembre 2020 alle 22:48

definizione

Il processo diagnostico che l’operatore qualificato in Kinesiopatia® o in Kinesiologia Transazionale® mette in atto per poter esprimere un “giudizio epicritico” sull’equilibrio e sullo stato energetico di chi gli si rivolge: quando il malessere spinge una persona a indirizzarsi ad un operatore esperto, per affrontare gli scompensi che minano il proprio benessere, è fondamentale per il professionista identificare quali aspetti, siano essi fisici o biochimici, emotivi o spirituali, necessitino attenzione in modo prioritario, per poter facilitare il ripristino della salute e del benessere.

Basata sul «triangolo della salute» può essere considerata una valutazione multidimensionale.

considerazioni

Se identifichiamo il dis-confort, il dis-stress, il mal-essere e la malattia più come l’estrinsecazione di un’alterazione funzionale che nasce dello squilibrio dell’omeostasi individuale anziché una diretta oggettivazione di un danno strutturale, allora si può facilmente intuire come la comprensione del quadro d’insieme che sta alla base della disarmonia, sia un elemento fondamentale per poter discriminare fra i vari “segni” o le differenti manifestazioni.

Risulta evidente che la vera abilità e competenza di un professionista del ben-essere sia la capacità di riconoscere quali siano le priorità da prendere in considerazione, all’interno della poliedricità causale, ovvero identificare ed amplificare i quadri disfunzionali, che sottostanno al malessere stesso, verso cui indirizzare le “capacità allostatiche” o le potenzialità individuali, per incrementare e amplificare l’espressione ottimale delle risorse personali.

Elementi fondamentali di questo processo di valutazione sono:

quadro anamnestico kinesiopatico: elemento fondamentale per l’acquisizione di informazioni sulla persona utili per costruire una “storia personale”, che va ben oltre il semplice elenco delle malattie pregresse: infatti, pur essendo questo un elemento importante per comprendere lo stato di salute, che deve essere tenuto nel dovuto conto, la conoscenza dello stile di vita e delle dinamiche emotive o spirituali individuali sono elementi, altrettanto rilevanti, per identificare le aree che richiedono attenzione da parte del kinesiopata.

L’utilizzo dell’ascolto attivo permette di indirizzare e guidare l’operatore professionale in modo efficace, indirizzandolo alla ricerca ed alla identificazione dei fatti o dei dati salienti, funzionali alla comprensione dei quadri disfunzionali.

⇒ osservazione dell’habitus: l’atteggiamento posturale e le modalità attraverso cui la persona si muove e si esprime, cioè la spazialità oggettiva e soggettiva, sono elementi importantissimi; permettono di valutare sia le modalità attraverso cui il corpo interagisce con le forze gravitazionali durante la statica o il movimento, sia le abitudini e gli atteggiamenti acquisiti.

L’espressione ed il portamento, lo stile individuale e il contegno sono elementi fondamentali dell’habitus, spesso conseguenza della capacità di organizzare, elaborare, inertizzare traumi o vissuti emozionali: esaminare e osservare come le manifestazioni somato-emotive si mostrino, celino o palesino è un elemento importantissimo per comprendere meglio la persona che, rivolgendosi al professionista del ben-essere, chiede un supporto nella ricerca del proprio equilibrio.

semeiotica kinesiopatica: una valutazione dei “segni”, delle “manifestazioni” o delle “tracce”, delle “indicazioni” che permettono di effettuare una “diagnosi“ che si pone come obiettivo, di identificare le noxae responsabili degli squilibri somato-emozionali che portano all’incapienza delle capacità allostatiche. Attraverso l’utilizzo di tecniche come l’”ascolto epicritico” o la “palpazione percettiva“, grazie alla possibilità di effettuare test muscolari, challenge kinesiologici o localizzazioni terapeutiche è possibile identificare quelle aree di disagio che stanno alla radice del “dis-stress“, cioè della perdita dell’equilibrio e del benessere individuale.

Lo scopo ultimo della valutazione kinesiopatica non è quello di “dare un nome alla malattia”, bensì quello di riconoscere e identificare le disfunzioni somato-emozionali legate all’eccessiva o insufficiente attivazione dei meccanismi di adattamento e stabilizzazione dell’organismo agli stimoli esterni o all’alterazione dei meccanismi che permettono il mantenimento dello stato di salute.

noesi kinesiopatica: la raccolta di informazioni, l’analisi dei dati, l’applicazione di un processo analogico sono solo una parte, per quanto significativa, nel processo gnoseologico che porta alla comprensione del quadro d’insieme, alla visione olistica che deve sottostare all’operato di un artigiano della salute.

Grazie all’integrazione delle esperienze sensoriali, sostenute dalle conoscenze e dalle competenze specifiche, è possibile, per il professionista del ben-essere,  integrare la sensibilità percettiva ed empirica con la razionalità, in un processo che trascende la visione meccanica del corpo e consente di accedere a quella conoscenza immediata ed intuitiva, che, affiancata alla capacità empatica, permette all’operatore in Kinesiopatia® di liberare e veicolare la «vis medicatrix naturae», che è alla base del processo di riequilibrazione delle energie corporee.

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