articolazione zigapofisaria

« Indice del Glossario

ultimo aggiornamento: 23 Maggio 2020 alle 18:13

definizione

Artrodia che si instaura fra le faccette articolari vertebrali di due vertebre adiacenti (zigapofisi), ovvero un’articolazione sinoviale in grado di garantire limitati movimenti di scivolamento reciproco fra le superfici: la definizione “zigapofisaria” descrive la funzione di unione a coppia fra le due differenti vertebre, quella soprastante e quella sottostante.

Dal greco ζυγόν (zygós → giogo), primo elemento di parole composte, col significato di “coppia (simmetrica)” o unione, congiunzione, accoppiamento; in questo caso è associato ad apofisi dal greco ἀπό (apo → fuori, da) e φύσης (physis → crescere, nascere): è detta anche zigoapofisaria ed è un sinonimo di articolazione interapofisaria.

descrizione

L’articolazione zigapofisaria è sostenuta dai legamenti delle sinfisi poste tra i corpi vertebrali e quelli derivanti dalle sindesmosi tra gli archi (legamenti gialli, legamenti intertrasversali, legamenti interspinosi, legamento sovraspinoso); l’artrodia è caratterizzata da una capsula articolare sottile nelle vertebre cervicali e toraciche, mentre assume una struttura più complessa e spessa a livello lombare.

Le faccette articolari sono ricoperte di cartilagine ialina, e sono avvolte dalla capsula articolare: questo involucro fibroso è composto da due strati, uno esterno, in continuità con il periosto vertebrale, ed uno interno, nel quale cellule specializzate producono il liquido sinoviale.

La presenza di liquido sinoviale, nelle articolazioni zigoapofisarie, svolge un ruolo importante nella lubrificazione e nutrizione delle giunture intervertebrali, attutendo i traumi e coadiuvando il sistema degli “shock absorbers” spinali (sistema di ammortizzazione spinale). A livello lombare, per coadiuvare la capacità di ammortizzare,sono presenti cuscinetti di tessuto adiposo in sede antero-superiore o postero-inferiore, per ridurre gli attriti ed i traumi a livello locale; menischi fibro-adiposi (meniscoidi) al polo superiore o inferiore, in grado di favorire e ampliare i limitati movimenti di scivolamento, assorbendo parte del carico posturale; labbri connettivali, posti anteriormente o posteriormente all’articolazione, con funzione di stabilizzazione.

Così come per le altre diartrosi, le articolazioni interapofisarie contengono al loro interno dei menischi di fibrocartilagine: i menischi sono presenti in tutte le faccette in età giovanile, tuttavia nel tempo tendono a scomparire a causa del processo di degenerazione spinale.

la “Sindrome delle faccette articolari“

Le articolazioni zigoapofisarie hanno un ruolo essenziale nella stabilizzazione della colonna vertebrale, in quanto limitano i movimenti del rachide, in particolare nella torsione e nella flesso-estensione; contribuiscono a resistere alle forze compressive, agendo come “shock adsorbers” in grado di assorbire fino ad un quinto dei carichi pressori spinali. Le faccette articolari zigoapofisarie sono strutture molto importanti a livello clinico in quanto riccamente innervate: alterazioni dei rapporti articolari o fenomeni osteoartirici e entesopatici a questo livello possono provocare dolore così come si verifica nella cosiddetta “Sindrome delle faccette articolari“.

A livello di queste giunture sono presenti terminazioni nervose che comunicano costantemente con il sistema nervoso centrale, grazie ai meccanocettori, sensori specializzati nella propriocezione: attraverso questi dati, il sistema nervoso elabora delle risposte motorie per mantenere l’equilibrio, proteggere le giunture o compiere movimenti complessi.

Tutte le articolazioni zigapofisarie sono ricche di meccano-recettori, anche se trovano la loro più alta concentrazione nelle faccette del tratto cervicale.

« Indice del Glossario