ultimo aggiornamento: 9 Settembre 2017 alle 22:45
Rectus capitis posterior minor: muscolo pari e simmetrico, appartenente al gruppo dei muscoli sub-occipitali, origina con uno stretto tendine da un tubercolo sull’arco posteriore dell’atlante, ed allargandosi, si porta in alto e lateralmente per inserirsi sul la porzione mediale della linea nucale inferiore, e sulla squama dell’occipite, subito al di sotto di questa, fino a raggiungere il forame magno; alcune fibre si inseriscono direttamente sulla dura madre e si addossa alla membrana atlo-occipitale posteriore. Ricoperto dal muscolo semispinale della testa e da parte del muscolo grande retto posteriore della testa. Agisce direttamente sull’articolazione atlanto-occipitale; posto sul piano profondo, in quanto appartenente ai muscoli intrinseci del rachide, assieme al rectus capitis longus agisce da estesore (contrazione bilaterale contemporanea) e rotatore del capo (contrazione ipsilaterale) in sinergia con l’obliquus capitis superior e l’obliquus capitis inferior, utilizzando, come perno l’articolazione, atlanto occipitale. È innervato dal nervo sub-occipitale ( C1)e dal nervo grande occipitale (nervo di Arnold, C2); è vascolarizzato sia dall’arteria vertebrale, sia dall’arteria occipitale. Il rectus capitis posticus minor (altro nome di questo muscolo), come tutti i muscoli sub-occipitali, deve essere ascritto, a tutti gli effetti, non solo fra i muscoli cibernetici, ma fra gli organi sensoriali, essendo caratterizzate da una elevatissima densità recettoriale propriocettiva e cinestesica: la concentrazione recettoriale di questi muscoli è circa 40/50 volte più elevata, rispetto ai muscoli posturali o puramente motori. Per quanto coinvolto nei movimenti epicritici del capo, rispetto al collo o al torso, pur essendo il principale responsabile del “blocco atlanto-occipitale“, il suo ruolo risulta determinante, vista l’elevata intensità di stimoli sensoriali che invia al sistema nervoso centrale, nel controllo dei movimenti e della postura, essendo in grado di informare il sistema propriocettivo delle minime variazioni di tensione o spostamento esercitate sulle articolazioni di riferimento; per questo assume un ruolo fondamentale non solo nella postura del capo, ma anche nel mantenimento dell’equilibrio. Il rectus capitis brevis, assieme al rectus capitis longus ed il legamento nucale, è in connessione, attraverso una struttura connettivale, con la dura madre spinale: si ritiene che questa connessione sia in grado di controllare/interagire con la tensione durale cervicale: non bisogna dimenticare che la dura madre cranica, fuoriuscendo dal forame magno, non aderisce all’atlante, ma rimane sospesa, per andare ad inserirsi a livello della superficie posteriore del corpo dell’epistrofeo e della terza vertebra cervicale. La connessione fra la pachimeninge spinale e le strutture sub-occipitali avviene a livello dell’articolazione atlanto-occipitale e nello spazio fra C1 e C2: per quanto esistano connessioni fibrose fra la dura madre spinale ed il legamento vertebrale posteriore o le strutture epidurali presenti nello speco vertebrale, che garantiscono un certo grado di stabilità pur permettendo un movimento libero al midollo spinale ed al tubo durale che lo contiene, poiché le meningi possono essere considerati un “sistema di membrane a tensione reciproca“, possiamo ipotizzare che la relazione con la muscolatura sub-occipitale possa assumere un ruolo significativo nel controllo e nella genesi delle manifestazioni cliniche legate alla tensione durale. Il particolare andamento delle fibre del rectus capitis brevis, suggerisce che questo muscolo sia in grado, in particolare, di limitare il movimento del tubo durale verso il midollo spinale, riducendo eventuali compressioni durante i movimenti di estensione del capo, fungendo da tensionatore: poiché, talvolta, si verificano alterazioni nell’interpretazione dei segnali propriocettivi da parte del sistema nervoso centrale, è possibile che un suo spasmo reattivo possa innescare mal di testa muscolo-tensivi (cefalee cervicogeniche) o problemi dell’equilibrio, associati alla compressione dei nervi con emergenza C1 ÷ C3 o alla tensione durale. Questo spiega l’importanza e l’efficacia di alcune tecniche del Cranio-Sacral Repatterning®, come lo “sblocco sub-occipitale” o l’unwinding fasciale del collo, oppure tecniche di Kinesiologia Transazionale® come il riequilibrio dei “rockers“, la correzione delle fissazioni atlanto-occipitali o la “riequilibrazione del diaframma cerebellare“.