ultimo aggiornamento: 27 Settembre 2023 alle 22:30
definizione
Con questo termine si tende a enfatizzare un elemento che ha un particolare rilievo; assume il significato di punto di maggior importanza o che necessita attenzione: non a caso si parla di punto focale o si usa il verbo focalizzare per significare porre l’attenzione su qualcosa o su un punto; il plurale è foci.
Il lemma, dal latino focus (→ focolare), viene utilizzato in medicina per indicare il focolaio, ovvero il punto da cui trae origine un’infezione clinicamente evidente (che per questa sua origine è detta focale), oppure una zona che provoca sintomatologia irritativa o, infine, per indicare processi patologici localizzati e circoscritti che fanno sentire la loro azione dannosa su tutto l’organismo; è sinonimo e radice di focolaio (sede di un qualsiasi processo patologico), che viene impiegato per descrivere un’area dove si localizza un’infezione latente.
Si parla, per esempio di foci infettivi cronici (focolai infettivi) che si possono instaurare e risiedere nelle cripte delle tonsille, nei granulomi apicali dei denti, nelle tasche alveolo-gengivali in corso di paradentosi e che possono causare danni a livello del cuore, del rene, delle articolazioni; viceversa il termine è utilizzato per definire i focolai irritativi, a livello della corteccia cerebrale, da cui partono gli impulsi parossistici che scatenano le crisi convulsive proprie dell’epilessia (focus epilettogeno).
I focolai, generalmente, sono localizzati nel tessuto connettivo: essendo espressione di quadri cronici di natura infiammatoria o degenerativa, raramente sono clinicamente manifesti, non evidenziando sintomi patognomonici e, spesso, non sono visibili radiologicamente.
foci dentali
Patologie del cavo orale che possono causare malattie in altri organi o apparati, definito anche focolaio o patologia focale: costituiscono una modificazione patologica locale del tessuto connettivo con formazione di materiale che, non potendo essere eliminato, determina uno stato di continua reazione sia localizzata e circoscritta, sia sistemica soprattutto quando si verifichi la rottura della barriera immunitaria locale. La malattia focale può essere considerata come l’effetto del fallimento della capacità del sistema immunitario a contenere l’infezione/infiammazione a livello locale, con conseguente diffusione distale o sistemica del processo patologico.
Una patologia dipendente dai “foci dentali”, con potenziali conseguenze nefaste, è l’insorgenza di patologie cardiovascolari (cardiopatia coronarica, patologie cerebrovascolari) ed endocardite batterica, patologie reumatiche (reumatismo acuto, artrite reumatoide) o malattie renali (nefrite); alcuni autori associano la presenza di infezioni a livello dentale con la possibile insorgenza di diabete mellito, aterosclerosi, malattie dermatologiche quali psoriasi o dermatiti, malattie polmonari, vasculiti, angioedema, patologie oculari (uveite). Secondo alcuni ricercatori è possibile mettere in relazione l’insorgenza di disturbi psicosomatici e depressione con foci dentali a livello dell’arcata dentaria superiore, mente i denti inferiori sono spesso associati a disfunzioni cardio-vascolari o disturbi dell’intestino tenue.
Con “foci infettivi dentari” ci si riferisce solitamente alle infezioni odontogene croniche a carico della dentatura permanente; mentre si considera improbabile l’insorgenza di un fenomeno focale dalla dentatura decidua. In ambito odontoiatrico foci potenziali sono: denti devitalizzati che spesso danno origine a granulomi apicali, cisti, sinusiti, radici residue, denti inclusi, osteiti, medicazioni post chirurgiche, infezioni micetiche o batteriche, materiali dentali, impianti endossei, correnti galvaniche, tasche, parodontiti, occlusione non corretta.
Nell’ambito della la Kinesiologia Transazionale®, i foci dentali spesso si rivelano spine irritative in grado di creare squilibri che possono ripercuotersi sia sull’equilibrio cranico (via ascendente), sia sulle catene muscolari che mettono in relazione l’area stomatognatica con il resto del corpo (via discendente): per questo si parla di “dente neurologico”.