primo motore

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ultimo aggiornamento: 26 Maggio 2020 alle 17:26

definizione

Nell’ambito della osteo-artro-miologia e nella cinesiologia, si definisce “primo motore” il muscolo che fornisce il maggior contributo ad uno specifico movimento ed il cui vettore di moto coincide con la direzione del gesto: rappresenta il muscolo che maggiormente contribuisce ad effettuare l’azione; esprime la componente significativa del lavoro esercitato. Manifesta un vettore che, inferendo a livello dell’entesi del muscolo stesso, agisce sull’articolazione, generando lo spostamento del capo articolare.

Il “primo motore” esprime l’orientamento e l’intensità insiti in ogni movimento articolare fisiologico (R.O.M.), essendo specificamente connesso ad ogni gesto-muscolo-articolazione: per ogni vettore angolare di spostamento vi è un primo motore distinto, cioè un muscolo che permette all’articolazione di muoversi lungo un asse peculiare, modificando l’angolo compreso fra i segmenti ossei, uniti dal giunto articolare stesso; il muscolo primo motore è l’attuatore primario per eseguire il gesto specifico.

In quanto stabilizzatore del giunto articolare, esercita un’azione di trazione sullo snodo stesso ed un lavoro di avvicinamento dei capi articolari: la forza esercitata dalla contrazione muscolare viene tradotta solo in parte nel movimento dell’arto, in quanto parzialmente coarta l’articolazione, fissandola.

primo motore e sinergie muscolari

Nella sua azione viene definito “agonista“, cioè che “compie la lotta, sfida e si confronta”: viene coadiuvato nell’esecuzione del movimento, da altri muscoli agonisti, che esercitano lo stesso lavoro articolare; i muscoli sinergici, collaborando col primo motore, stabilizzano l’articolazione su cui viene esercitato il vettore di moto. Questi ultimi neutralizzano i movimenti non voluti, che dipendano dalla contrazione dei gruppi muscolari, coinvolti nel gesto: per questo la sinergia viene attuata anche da muscoli definiti “neutralizzatori” e “stabilizzatori“.

Esistono, anche, muscoli antagonisti in grado, cioè, di opporsi direttamente all’azione del primo motore: in realtà, il loro compito non è tanto quello di impedire il movimento, quanto quello di modulare e controllare l’escursione, regolando l’intensità dello scostamento, nell’ambito fisiologico di movimento (R.O.M.).

L’integrazione neurologica delle informazioni permette al sistema nervoso di coordinare il movimento, mantenendolo fluido ed armonico ed evitando che si possano verificare lesioni nei muscoli coinvolti o sull’articolazione interessata. Esistono recettori specializzati, all’interno di ogni muscolo, in grado di registrare l’allungamento/accorciamento dello stesso (fuso neuromuscolare) o la tensione applicata all’entesi (organo muscolo tendineo del Golgi): questo permette non solo di esercitare correttamente l’azione ideata e di verificarne l’esatta esecuzione, ma garantisce una coordinazione fra i differenti gruppi muscolari; alterazioni di questi meccanismi di controllo possono essere responsabili di discinesie.

primo motore e filosofia

Il concetto di “primo motore” è mutuato dalla filosofia aristotelica, dove il “πρῶτον κινοῦν ἀκίνητον” (primo motore immobile) esprime la “divinità dell’atto” come causa prima del divenire poiché ogni trasformazione ha un gesto all’origine della catena cinetica di cause ed effetti: la fonte primitiva del moto.

Il “motore immobile” è, per definizione, l’ente che esercita la manifestazione concettuale, il determinante, mentre il “primo motore” rappresenta la sua manifestazione; possiamo estendere il concetto alla dualità sistema nervoso/muscolo, perché il gesto è immaginato e visualizzato all’interno del nostro cervello che, pur rimanendo immobile, genera il comando effettore: l’atto concretizzato dalla sinergia degli esecutori, i muscoli, diviene espressione del pensiero.

L’azione ed il movimento sono la raffigurazione imperfetta dell’idea, al punto che continuamente deve essere verificata, attraverso i recettori muscolari: la triade idea-azione-controllo sottostà alla possibilità di interagire efficacemente con l’ecosistema a cui ci riferiamo e con cui ci confrontiamo: l’identità dell’esecuzione, l’attualità del gesto e la potenza dell’azione sono le modalità attraverso cui traduciamo l’immagine olografica del pensiero in fattualità espressiva.

Il sistema nervoso “muove senza muoversi”: le percezioni che gli giungono dall’ambiente (interno ed esterno) sono mediate e gli stress ponderati affinché, dalla sua immobilità, l’encefalo possa comandare al corpo, l’effettore per eccellenza, di rispondere attraverso l’azione ed il movimento.

primo motore e test muscolare

Lo strumento principale, utilizzato nell’ambito della Kinesiologia Transazionale®, è il test muscolare: una prova manuale per valutare funzionalmente le risposte dei singoli muscoli; l’esame viene effettuato non tanto per valutare la “forza” (intesa come potenza muscolare o capacità di eseguire un lavoro) o la “resistenza” di un muscolo (o di un gruppo muscolare), quanto per manifestare la capacità, da parte del duo sistema nervoso/muscolo, di reagire in modo proporzionato ad uno stress a cui viene sottoposto.

I muscoli, in questo caso, sono utilizzati come “indicatori neurologici”, in grado, cioè, di evidenziare gli effetti della triade idea-azione-controllo: il test coinvolge sia la fase di concezione del movimento, sia il primo motore come attuatore, sia la verifica, da parte del sistema encefalico e spinale, dell’effettivo movimento e della esatta esecuzione del gesto.

Per una corretta valutazione delle risposte, il testato deve essere consapevole dell’azione che sarà richiesta, della direzione di movimento e dell’intensità delle forze esercitate dal testante. Essendo la prova effettuata nell’asse di orientamento del movimento fisiologico, la ripetizione, attiva o passiva (guidata) del gesto permette al sistema nervoso di “incamerare” l’informazione sia da un punto di vista propriocettivo, sia come sensazione; il collocare l’arto nella posizione più idonea per attivare il primo motore, al giusto grado di contrazione, non solo permette di “isolare” il vettore più idoneo per eseguire il test, ma attiva i complessi rapporti neurologici alla base della coordinazione muscolare fra agonisti/antagonisti e sinergici.

L’applicazione di una forza adeguata, progressiva e contenuta nel tempo, lungo la direzione ortodromica di movimento, cioè nel verso che offre la migliore risposta contrattiva, permette di verificare da un lato la capacità del sistema recettore (accettore) – vie afferenti – circuiti spinali – encefalo – vie efferentiprimo motore (effettore), dall’altro la presenza di squilibri e interferenze; queste permette al professionista del ben-essere di effettuare una appropriata valutazione multidimensionale.

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