definizione
Con il termine orbita, dal latino orbĭta (→ traccia segnata dalla ruota; linea circolare), si è soliti indicare un incavo contraddistinto dalla presenza di un orifizio circolare; l’aggettivo oculare localizza tale cavità nell’esocranio, nel massiccio faciale lateralmente alla radice del naso,, definendo la struttura costituita dal comporsi delle ossa sia del neurocranio, che dello splancnocranio, in cui sono contenuti i globi oculari ed i loro annessi, che contiene e protegge; può essere chiamata anche cavità orbitale dell’occhio o cavità orbitale oculare. Si dà il nome di periorbita al periostio che riveste le pareti della cavità orbitaria.
descrizione
Di forma conica-piramidale, è formata da differenti ossa appartenetti al neurocranio, cioè alla scatola cranica propriamente detta, e al massiccio facciale, cioè allo splancnocranio che si articolano fra loro a formare il complesso orbitario, contraddistinto da una apertura circolare attraverso cui l’occhio “vede” il mondo esterno: questo spazio osseo rappresenta un crocevia anatomico nel quale confluiscono vasi sanguigni, fibre nervose, muscoli, ghiandole lacrimali ed altri annessi essenziali per l’adeguato funzionamento dell’organo della visione. Gli occhi sono due formazioni sferoidali con un diametro medio di 22/25 mm ed un peso indicativo fra gli 8 ed i 10 grammi: ciascun bulbo occupa la cavità orbitaria assieme ai muscoli estrinseci dell’occhio, alla ghiandola lacrimale, ai nervi cranici e ai vasi sanguigni diretti anche alle adiacenti porzioni dell’orbita ed alla faccia; un cuscinetto adiposo (detto corpo adiposo dell’orbita) riveste funzioni di riempimento e di isolamento.
Posta ai lati della linea mediana del volto, al di sotto della fronte, la cavità orbitaria ha forma di piramide quadrangolare con l’asse maggiore diretto obliquamente dall’avanti in dietro e dall’esterno all’interno; gli assi delle due orbite divergono dall’indietro in avanti formando un angolo di 46°, cosicché i loro apici si trovano tra loro più vicini di quanto siano i centri delle due aperture orbitarie.
Numerose ossa craniche partecipano alla formazione dell’orbita, nella quale si possono distinguere, oltre che alla base e all’apice, anche un tetto, un pavimento, una parete laterale, una parete mediale e quattro margini; il rapporto tra le ossa del complesso orbitario, per quanto molto stretto, non è assoluto: le pareti orbitarie presentano fori e fessure che mettono in comunicazione questo spazio con le strutture adiacenti. Queste aperture attraversano, in particolare, l’estremità posteriore della cavità orbitaria, in corrispondenza dell’apice (canale ottico) o si trovano tra lo sfenoide e l’osso mascellare (fessura orbitaria superiore ed inferiore).
base (apertura esterna dell’orbita oculare)
Di forma quadrangolare, è delimitata da un margine superiore (margine sovraorbitario) alla cui formazione prendono parte l’osso frontale e lo sfenoide; l’osso mascellare, l’osso palatino ed l’osso malare, costituiscono il bordo inferiore; l’etmoide, l’osso lacrimale e l’osso frontale e l’osso mascellare (con la cresta lacrimale) formando il margine mediale, mentre l’osso zigomatico e lo sfenoide che danno origine al margine laterale.
Lungo il margine superiore è presente, all’unione del terzo mediale con i due terzi laterali, l’incisura sovraorbitaria, per la quale passano il nervo e l’arteria sovraorbitaria: questa incisura si presenta talvolta come una canale osseo completo oppure viene trasformata in foro da un legamento. Nel bordo inferiore, in corrispondenza del punto più basso del bordo orbitario (punto sotto-orbitale ovvero la base della cavità oculare), esiste un punto craniometrico, utilizzato in antropometria, detto orbitale.
parete superiore
La volta dell’orbita oculare, detta anche tetto, è una struttura grossolanamente concava, formata, nei suoi 2/3 anteriori dalla faccia orbitaria dell’osso frontale e nel terzo posteriore dalla faccia inferiore della piccola ala dello sfenoide; nel tetto dell’orbita oculare si osservano la sutura sfeno-frontale posteriormente mentre anteriormente e lateralmente è rilevabile un’ampia depressione, la fossa lacrimale, nella quale è accolta la ghiandola lacrimale.
Anteriormente e medialmente si trova una piccola fossetta trocleare, che dà attacco ad una anello fibrocartilagineo (troclea) che forma la puleggia di riflessione del muscolo obliquo superiore dell’occhio.
parete laterale
Rappresenta la parete temporale della cavità orbitale dell’occhio, corrispondendo alla fossa temporale ed è formata dall’avanti in dietro, dalla parte più esterna della parete orbitaria del frontale, dal processo orbitario dell’osso zigomatico e, nei 2/3 posteriori, dalla porzione anteriore della grande ala dello sfenoide; nella parete laterale sbocca il condotto zigomatico-orbitario.
Al confine fra il tetto e la parte laterale dell’orbita, tra la piccola e la grande ala dello sfenoide, si trova la fessura orbitaria superiore, attraverso la quale passano i 3 rami del nervo oftalmico, altra branca del trigemino, e i nervi trocleare abducente e oculomotore.
parete mediale
Piano osseo sagittale formato per la massima parte dall’osso lacrimale (in avanti) e dalla lamina papiracea dell’etmoide (in dietro); partecipano alla sua formazione anche il processo frontale dell’osso mascellare e, posteriormente, la porzione anteriore della faccia laterale del corpo dello sfenoide.
Anteriormente, la parete mediale presenta una doccia verticale, la fossa lacrimale, che accoglie il sacco lacrimale; questa depressione è delimitata in avanti dalla cresta lacrimale anteriore del mascellare, indietro dalla cresta lacrimale posteriore del lacrimale. La fossa lacrimale comunica, per mezzo del canale nasolacrimale, con il meato nasale inferiore.
parete inferiore
Il pavimento dell’orbita, concavo, confinando con la faccia superiore del corpo mascellare, rappresenta la volta del seno mascellare; è formato, dall’avanti in dietro, dalla faccia superiore del corpo dell’osso mascellare, dalla faccia superiore del processo orbitario dello zigomatico, dal processo orbitario dell’osso palatino.
Posteriormente e lateralmente è delimitato dalla fessura orbitaria inferiore (o fessura sfeno-mascellare) che si continua anteriormente e medialmente con una doccia che si trasforma poi in canale (canale infraorbitario); questi, passando sotto al margine inferiore dell’apertura orbitaria, si apre sulla faccia anteriore del mascellare con il foro infraorbitario. Il canale infraorbitario è percorso dal nervo mascellare, branca del trigemino, e da un ramo dell’arteria mascellare.
A causa del suo spessore, piuttosto sottile, la parete inferiore è la porzione coinvolta con maggiore frequenza nei traumi orbitari.
apice
Vertice posteriore dell’orbita che corrisponde al tratto mediale, slargato, della fessura orbitaria superiore o al centro del foro ottico: questa struttura assicura la comunicazione tra l’occhio e la fossa cranica media; all’apice della cavità orbitaria, medialmente alla fessura orbitaria superiore, fra le due radici della piccola ala dello sfenoide si trova il foro ottico, che dà passaggio al nervo ottico e all’arteria oftalmica.
margini dell’orbita oculare
Sono distinti in supero-laterale, supero-mediale, infero-laterale e infero-mediale; di questi, il margine supero-laterale, che inizia in avanti a livello della fossa lacrimale e termina indietro a livello dell’apice dell’orbita (fessura orbitaria superiore), è rilevante per la presenza dei canali etmoidali che, all’estremità opposta, comunicano con le docce olfattive: questo margine termina posteriormente nel foro ottico. La fessura orbitaria superiore, compresa tra le grandi e le piccole ali dello sfenoide e attraversata dai nervi oculomotori, dalla branca oftalmica del nervo trigemino e dalla vena oftalmica: questa fessura mette in comunicazione la cavità orbitaria con la fossa cranica media.
Il margine infero-laterale, che termina indietro a livello della fessura orbitaria inferiore, inizia in avanti a livello dell’imbocco del canale naso-lacrimale e termina in dietro in corrispondenza della sutura tra il corpo dello sfenoide e il processo orbitario del palatino; il margine supero-mediale termina a livello del forame ottico, in cui decorre il nervo ottico e l’arteria oftalmica, mentre il margine infero-mediale termina a livello della sutura fra il corpo dello sfenoide e il processo orbitario dell’osso palatino, dove si trova la doccia infraorbitaria.
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considerazioni
Raramente si osservano differenti profondità della cavità orbitale oculare: l’esoftalmo (proiezione del globo oculare verso l’esterno) o l’enoftalmo (anomalo infossamento del bulbo oculare nell’orbita) sono legati a disfunzioni endocrine e non alla struttura dell’orbita oculare, anche se talvolta patologie che interessano la cavità possono dare origine alla protrusione o all’infossamento bulbare; le fratture dell’orbita di origine traumatica, che rappresentano circa il 40% circa di tutti i traumi cranio-facciali, sono spesso responsabili delle deformazione della stessa.
Un violento trauma può provocare la frattura delle ossa del massiccio facciale, con l’interessamento di strutture ossee contigue, come il complesso zigomatico-mascellare, naso-orbito-etmoidale ed il seno frontale che, a causa della loro localizzazione anatomica e dello spessore osseo, coinvolgono le cavità orbitarie, soprattutto a livello del pavimento dell’orbita; non di rado si può verificare il coinvolgimento della muscolatura oculare, in particolare del muscolo retto e del muscolo obliquo inferiore, del globo oculare, del nervo ottico o del nervo infraorbitario, dell’arteria oftalmica e della vena oftalmica.