ultimo aggiornamento: 15 Maggio 2018 alle 17:33
Dal greco δάκρυμα (dákryma → lacrima): le lacrime sono stille di umore, secrete da apposite ghiandole dell’occhio (ghiandole lacrimali), che fuoriescono dalla rima palpebrale e assolvono la funzione di mantenere umida e detersa la superficie della cornea e della congiuntiva; in pratica la secrezione ghiandolare garantisce la produzione di una sottile pellicola liquida in continuo ricambio, che protegge la superficie oculare esposta. Le lacrime sono costituite da un liquido acquoso, contenente una piccola percentuale di cloruro di sodio, da cui deriva il loro sapore salato, e minime quantità di altri sali, proteine, urea, glucosio; contengono anche un enzima battericida, il lisozima, in grado di distruggere numerose specie batteriche: fanno parte, insieme alle sopracciglia, ciglia e palpebre, del sistema difensivo dell’occhio, poiché, oltre a contrastare le infezioni batteriche, la loro funzione è quella di rimuovere i detriti e di facilitare lo scorrimento delle palpebre sul globo oculare, preservando dalla disidratazione la parte dell’occhio esposta all’aria. È importante, infatti, che la cornea sia sempre mantenuta umida, perché l’essiccamento ridurrebbe notevolmente la sua trasparenza e, quindi, la penetrazione dei raggi luminosi, creando disturbi visivi quali fotofobia, alterazioni della ossiopia, poliplopia oppure a lesioni della cornea, ectropion o trichiasi. Il film lacrimale è composto da tre strati: uno strato acquoso intermedio, il più spesso, il cui compito più importante è quello di fornire ossigeno atmosferico all’epitelio corneale; uno strato esterno, di natura lipidica, che ha la funzione di ritardare l’evaporazione dello strato acquoso, di lubrificare le palpebre durante lo scorrimento del bulbo; uno strato mucoso profondo, che ha la capacità di trasformare l’epitelio corneale da idrofobo a idrofilo. Prodotto dalle ghiandole lacrimali principali, situate nella parete supero-esterna dell’orbita, e dalle ghiandole lacrimali accessorie, che si trovano nello stroma congiuntivale, il liquido secreto si mescola con le sostanze che contribuiscono a produrre un film oleoso e raggiunge la superficie oculare dove, oltre a favorire la lubrificazione e a contrastare l’evaporazione, impedisce alle palpebre di unirsi, favorendo l’ossigenazione e la pulizia della superficie oculare.; vengono escrete tramite il dotto naso-lacrimale nell’orofaringe. Le principali funzioni del film lacrimale sono quella metabolica, lubrificante e diottrica; perché si abbia la sensazione di benessere bisogna che il sistema lacrimale sia in perfetto stato: qualsiasi alterazione provocherà discomfort oculare di varia entità, con conseguente sintomatologia come bruciore, senso di corpo estraneo e lacrimazione. Deficit della lacrimazione, come nel caso della xerosi oculare e della xerostomia possono portare a lesioni della cornea, ectropion o trichiasi. Il film lacrimale può essere alterato da fattori intrinseci o estrinseci, quindi ambientali, agendo in vario modo sulla stabilità del film lacrimale: l’attività ghiandolare è sotto il controllo nervoso e può venire stimolata anche da fattori emotivi. Un forte stimolo, sia esso di piacere o di dolore, può provocare la lacrimazione: l’innervazione della ghiandola lacrimale principale è di natura parasimpatica (nervo intermedio e nervo grande petroso, rami del nervo faciale); le afferenze periferiche sono mediate dalla branca oftalmica del nervo trigemino. Occorre distinguere fra la lacrimazione ed il pianto: mentre la lacrimazione è un fenomeno fisiologico finalizzato al mantenimento della salute dell’occhio, il pianto (dal latino plangĕre → battersi il petto) è la manifestazione di uno stato emotivo di cui l’aumentata lacrimazione è solamente un “accidente”, tant’è che nei neonati, data l’immaturità del dotto lacrimale, si può verificare un pianto senza lacrime. Allo stesso modo, il “piangere dal ridere” descrive la lacrimazione dovuta alle attivazioni muscolari determinate dal riso Il pianto è una risposta del sistema nervoso all’insorgenza di una emozione, dapprima controllata, che induce “un complesso fenomeno secreto-motore, caratterizzato dall’effusione di lacrime da parte dell’apparato lacrimale, senza alcuna irritazione per le strutture oculari” (Patel, “Crying behavior and psychiatric disorder in adults: a review“, Compr. Psych. 34 (1993) 206– 211.). Le lacrime prodotte come risposta agli stati emozionali presentano una composizione differente, rispetto ad altri tipi di lacrime: contengono infatti un quantitativo significativamente più alto di prolattina, ormone adreno-corticotropo (ACTH), leu-encefalina (un oppioide endogeno e potente anestetico), potassio e manganese.