ultimo aggiornamento: 11 Gennaio 2019 alle 20:12
Con il termine inglese “compliance” significa, letteralmente, accondiscendenza e conformabilità e può essere utilizzato, in questo contesto, per descrivere l’adattabilità dell’ampolla rettale: il retto, infatti, deve essere sufficientemente deformabile per poter ospitare le feci, prima del ponzamento, pertanto si parla di compliance rettale per descrivere la capacità elastica della parete del tratto terminale dell’intestino, di distendersi adeguatamente e ospitare la massa fecale.
La corretta percezione della presenza delle feci è fondamentale: per quanto l’ampolla rettale possa distendersi elasticamente, la ritenzione di escrementi, a questo livello, comporta l’insorgenza di stipsi evacuativa e costipazione, con possibile creazione di scibala (masse fecali che si solidificano potendo portare all’insorgenza di fecalomi o coproliti) e dilatazione abnorme del retto, fino alla formazione del megacolon rettale; all’opposto una eccessiva spasticità della tonaca muscolare, o la perdita di elasticità dei tessuti (stiffness), può ridurre la capacità di trattenere le feci, con l’insorgenza di incontinenza da urgenza (urgency), caratterizzata dall’incapacità a rimandare l’atto defecatorio, in presenza dello stimolo.
Cranio-Sacral Repatterning® e Kinesiopatia® possono rivelarsi di grande aiuto nel riequilibrio delle alterazioni della compliance rettale: grazie a queste tecniche è possibile effettuare una corretta valutazione del quadro disfunzionale, prendendo in considerazione sia le componenti neurologiche, sia gli aspetti somato-emotivi, ed intervenire efficacemente, a livello locale e sistemico, sui fattori scatenanti sui cofattori eziologici e sull’eziopatogenesi, normalizzando eventuali disestesie, dissinergie, discinesie o distonie presenti a livello del retto.