sindrome di Habba

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ultimo aggiornamento: 19 Gennaio 2021 alle 17:38

definizione

Termine creato dal gastroenterologo americano Ivanhoe Saad F. Habba, per inquadrare in un’unica entità gnoseologica la diarrea funzionale o le forme di I.B.S. la cui manifestazione predominante è la diarrea, in genere dipendenti dalla disfunzione della cistifellea e delle vie biliari: l’idea è che i fenomeni diarroici e irritativi dipendano da un eccesso di bile nel lume intestinale creando una vera e propria diarrea da sali biliari o diarrea colagoga; anche se la presenza di bile in eccesso nel lume intestinale è invariabilmente la causa determinante per l’insorgenza delle manifestazioni diarroiche, occorre differenziare quando questo incremento di concentrazione sia dovuto ad un ridotto riassorbimento degli acidi biliari e quando, invece, è riconducibile ad una disfunzione della cistifellea, come nella la sindrome di Habba.

diarrea cronica & I.B.D.

Spesso, la diarrea cronica non correlata a condizioni specifiche come il morbo di Crohn o la celiachia, è attribuita alla sindrome dell’intestino irritabile, un disturbo molto comune caratterizzato da sintomi quali algia addominale, gonfiore e flatulenza, bloating e meteorismo associati all’alternanza di costipazione e diarrea: quest’ultima manifestazione assume un ruolo importante, non solo perchè in grado di incidere sulla qualità della vita di chi ne è colpito, ma perchè, statisticamente, rappresenta un terzo delle persone colpite dalla cosiddetta “colite spastica” divenendo spesso una manifestazione cronica.

La diarrea può essere considerata in forma cronica qualora si osservino almeno tre evacuazioni giornaliere per più di tre mesi, indipendentemente dal fatto che le feci possano risultare sufficientemente solide o che si presentino in forma acquosa o esplosiva (cioè con emissione di feci liquide con forza, per la presenza di gas e liquidi che comportano un’espulsione violenta e spesso rumorosa): talvolta si verificano fenomeni di incontinenza fecale, che inducono, in che ne è affetto, ad un atteggiamento ansioso caratterizzato dalla necessità di conoscere la posizione di ogni bagno ovunque vadano, una condizione nota come “bathroom-mapping syndrome” (la localizzazione dei bagni è una delle modalità di sopravvivenza e degli adattamenti più comuni per convivere con le i quadri caratterizzati dalla diarrea, come nei casi di I.B.D., sia che si tratti di un viaggio verso l’ufficio o della visita ad un centro commerciale).

Nell’ambito delle malattie infiammatorie croniche intestinali, non tutti i quadri caratterizzati da diarrea funzionale sono riconducibili alla sindrome dell’intestino irritabile ma, soprattutto nei casi in cui i classici trattamenti per questo disturbo non sortiscono effetti, è possibile sospettare una differente eziopatogenesi: la presenza di una disfunzione epato-biliare che incrementa la produzione di bile, con l’insorgenza delle manifestazioni diarroiche tipiche delle M.I.C.I., ovvero una sindrome di Habba.

sintomatologia

L’elemento cardine di questo quadro disfunzionale è la diarrea cronica, associata a perdita di peso, non sempre dipendente da problemi di malassorbimento, quanto piuttosto dal fatto che chi è colpito da questo disturbo evita di mangiare per paura del dolore e delle conseguenze delle frequenti evacuazioni; i comportamenti disfunzionali associati all’ansia possono portare all’isolamento sociale, paventando manifestazioni che possono somigliare a quelle del burn-out.

Un elemento fondamentale nella diagnosi differenziale, rispetto alla sindrome dell’intestino corto o nella diarrea da sali biliari o ad altre forme di I.B.D. è che, nella sindrome di Habba, la diarrea si manifesta classicamente e tipicamente dopo aver mangiato (diarrea post-prandriale) ed è raramente notturna, a meno che il soggetto non abbia mangiato prima di coricarsi. Non si riscontra mai melena, dipendente da sanguinamenti del tratto gastro-duodenale, o forme di emorragie intestinali, a meno che non dipendano dall’irritazione dell’area rettale, che si manifesterebbe come sangue rosso vivo sopra o intorno alle feci.

sindrome di Habba & diarrea da acidi biliari: diagnosi differenziale

Indipendentemente dalla storia clinica, dall’anamnesi individuale e dalla differente sintomatologia (per quanto parzialmente assimilabile) è possibile discriminare a scopo diagnostico i due quadri patologici attraverso test clinici.

Per confermare una diagnosi di sindrome di Habba, è possibile esaminare la funzione della colecisti utilizzando la colescintigrafia o la scintigrafia epatobiliare, per mezzo dell’iniezione di CCK (colecistochinina) per valutare la frazione di eiezione della cistifellea: un tracciante radioattivo viene iniettato attraverso una vena accessibile e quindi lasciato circolare nel fegato, dove viene escreto nei dotti biliari e immagazzinato dalla cistifelleafino a quando non viene rilasciato nel duodeno; a seconda del radiotracciante utilizzato, prendono nome di scansione HIDA, scansione PIPIDA, scansione DISIDA o scansione BrIDA. La scansione cholescintigrafica è una procedura di medicina nucleare per valutare la salute e la funzione della cistifellea e del sistema biliare.

Viceversa, per identificare un problema di riassorbimento dei sali biliari a livello dell’ileo distale (B.A.M.), è possibile utilizzare un test utilizzando un analogo degli acidi biliari coniugato con taurina che è stato sintetizzato per essere utilizzato come radiofarmaco per studiare in vivo la circolazione enteroepatica dei sali biliari (SeHCAT): la ritenzione nel corpo di questo composto o la sua perdita nelle feci può essere monitorata in quanto il SeHCAT viene assorbito dall’intestino ed escreto nella bile alla stessa velocità dell’acido colico, uno dei principali acidi biliari naturali nell’uomo, venendo secreto dal fegato assieme alla bile e riversato dalla cistifellea nell’intestino in risposta alla presenza di cibo, per poi essere riassorbito efficacemente nell’ileo, con una cinetica simile agli acidi biliari naturali. In presenza di un difetto di re-uptake degli acidi biliari, la ritenzione di SeHCAT di 7 giorni è solitamente anormale in quanto la circolazione enteroepatica degli acidi biliari è ridotta in soggetti con anomalie ileali (anche se il malassorbimento degli acidi biliari può anche essere secondario a colecistectomia, vagotomia e altri disturbi che interessano la motilità intestinale o la digestione come l’enterite da radiazioni, la celiachia e la S.I.B.O. (proliferazione batterica dell’intestino tenue).

terapia farmacologica

Da un punto di vista medico, la finalità principale è modificare la costituzione degli acidi biliari per diminuirne l’effetto diarroico: questo è possibile grazie ad agenti che legano gli acidi biliari come la colestiramina (Cholespor®, Colestrol®, Questran®), il colestipolo (Colestid®) o il colesevelam (Cholestagel®); queste sostanze si sono dimostrate sicure, efficaci e poco costose.

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