definizione
Acronimo per «bile acid malabsorption», letteralmente malassorbimento degli acidi biliari: manifestazione che induce una forma di diarrea funzionale, spesso cronica, nota anche come diarrea da acidi biliari o diarrea colagoga: viene anche chiamata enteropatia coleretica e può essere la conseguenza di un malassorbimento secondario a una malattia gastro-intestinale o essere un disturbo primario, associato a un’eccessiva produzione di acidi biliari (anche se in questo caso si parla di sindrome di Habba).
Una storia persistente di diarrea, con feci acquose o molli, non formate, a volte con steatorrea, aumento della frequenza e urgenza della defecazione sono manifestazioni comuni, spesso con incontinenza fecale e altri disturbi gastrointestinali sintomi come gonfiore addominale (bloating), meteorismo, flatulenza e dolore addominale; non di rado si osservano sintomi di accompagnamento come affaticamento, vertigini, manifestazioni ansiose (soprattutto nelle situazioni che richiedano relazioni sociali o la necessità di allontanarsi da casa) e depressione.
circolazione enteroepatica dei sali biliari
Gli acidi biliari, solitamente presenti nell’intestino sotto forma di sali biliari, una volta prodotti dal fegato e secreti nel sistema biliare, sono immagazzinati nella cistifellea: in seguito ad un pasto, solitamente ricco di grassi, vengono rilasciati nel lume intestinale a livello del duodeno, grazie in particolare allo stimolo esercitato dalla colecistochinina.
I loro ruolo è determinante per la digestione e l’assorbimento dei lipidi nell’intestino tenue, motivo per cui, di solito, oltre il 95% degli acidi biliari viene assorbito nell’ileo terminale e, attraverso il circolo entero-eapatico, reinviati al fegato da cui sono riescreti: questa circolazione enteroepatica degli acidi biliari avviene 4-6 volte in 24 ore e solitamente meno di 0,5 g di acidi biliari entrano nell’intestino crasso in 24 ore; la presenza di quantità maggiori di acidi biliari nell’intestino crasso, stimola la secrezione di acqua e favorisce la motilità intestinale del colon, fino a provocare ipermotilità e diarrea cronica.