ultimo aggiornamento: 27 Gennaio 2023 alle 17:33
definizione
Patologia idiopatica dell’età evolutiva, autolimitante, con alterazioni dell’ossificazione a livello della cartilagine di accrescimento, che si consuma, dando origine a osteonecrosi, prevalentemente localizzata a livello articolare: in passato erano denominate osteocondriti, nonostante non possano essere considerate processi flogistici in senso stretto, bensì degenerativi; dal greco ὀστέον (ostéon → osso), χόνδρος (chóndros → cartilagine) col suffisso –ωσις (-osis) indicante una manifestazione morbosa, a eziopatogenesi degenerativa.
L’osteocondrosi è definita una malattia del bambino, che colpisce i centri di crescita o di ossificazione: inizia solitamente come una degenerazione o necrosi, seguita da rigenerazione o ricalcificazione; l’elemento caratterizzante è il distacco di una porzione di osso o di cartilagine dal restante osso sano, solitamente nella sede di inserzione di un muscolo o nella parte terminale di un osso.
L’osteocondrosi può affliggere tutte le ossa dotate di un’epifisi ossea o di un’apofisi, ma colpisce maggiormente quelle che compongono un’articolazione cartilaginea: a livello articolare, la lesione ossea separa un frammento composto da osso subcondrale e dalla cartilagine adiacente, formando un corpo osteocartilagineo libero, ovvero un «topo articolare», che genera dolore; in base alla sede anatomica ove si localizzano, possono essere suddivise in osteocondrosi epifisarie, ovvero che interessano la zono di accrescimento dell’osso (epifisi) oppure le osteocondrosi apofisarie, che coinvolgono un’apofisi, cioè una salienza ossea o una sporgenza scheletrica, su cui fa entesi un tendine.
sintomatologia
Quasi sempre la manifestazione d’esordio è l’insorgenza di una manifestazione dolorosa riferita alla localizzazione del danno osseo; non di rado è presente gonfiore articolare, conseguenza della presenza di idrartro (versamento articolare), tumefazione articolare che, talvolta, si associa ad impotenza funzionale e dolore intenso, con forti limitazioni del R.O.M. fisiologico, fino al blocco articolare.
L’osteocondrosi segue un decorso lento: in genere, in fase iniziale, il dolore è di scarsa intensità e si manifesta con durata intermittente, con scarsa limitazione funzionale; in genere il peggioramento richiede mesi, in alcuni casi anche anni. In questo lasso di tempo, i frammenti osteo-cartilaginei diventano dei veri e propri artroliti che si muovono all’interno dell’articolazione, divenendo stimoli algogeni in grado di causare fitte dolorose ingravescenti sempre più intense e continue, con la formazione di idrartro reattivo e di blocco articolare, che riduce enormemente la motilità dell’articolazione. Nella cronicizzazione, solitamente, impotenza funzionale e marcata ipotrofia muscolare si sommano all’algia ed alla rigidità articolare.
Qualora ci sia una localizzazione vertebrale, le osteocondrosi possono avere importanti implicazioni ortopediche causando, ad esempio, ipercifosi e scoliosi; ugualmente importanti sono le conseguenze quando la cartilagine articolare subisce gravi alterazioni in quanto possono portare tardivamente a fenomeni di artrosi.
eziopatogenesi
L’osteocondrosi è una patologia tipica dell’età evolutiva, che colpisce maggiormente il sesso maschile, dovuta all’intensa attività di ossificazione: solitamente, al termine del periodo di crescita, qualora non si siano creati danni irreversibili, il problema si risolve spontaneamente, una volta raggiunta la maturità scheletrica.
L’osteocondrosi giovanile, seconda del distretto corporeo in cui si localizza, prende differenti nomi (solo per citarne alcune quadri morbosi): sindrome di Scheuermann ovvero cifosi idiopatica giovanile, quando si localizza a livello dorsale; sindrome di Osgood-Schlatter quando coinvolge l’apofisi tibiale anteriore, morbo di Blount, che provoca un disturbo di crescita della tibia con varismo progressivo, oppure malattia di Koning, una osteocondrite dissecante del ginocchio.
Quando l’osteocondrosi negli adulti, spesso, è riconducibile a patologie occupazionali, traumatismi (soprattutto nell’ambito sportivo), sovraccarichi funzionali o a micro-traumi tali individui praticano sport o sono impegnati in attività lavorative pesanti: l’effetto di tali «impact injury» è la creazione di forme di ischemia, forme di necrosi avascolare come conseguenza dell’occlusione vasale, che possono causare la necrosi epifisaria o, soprattutto, lesioni delle apofisi ossee, a livello dell’entesi muscolari, causando avulsioni osteo-tendinee. è la causa principale di osteocondrosi.