stimolo algogeno

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ultimo aggiornamento: 10 Aprile 2021 alle 22:06

definizione

Qualunque stimolo, fattore, agente in grado di provocare una sensazione di dolore: composto di ἄλγος (álgos → dolore) e –γενής (genḗs → con significato attivo, che genera), dal tema γεν- (gen– → generare): indipendentemente dal tipo di stressor, ogni agente causale può essere causa efficiente, causa favorente o causa predisponente della percezione dolorosa; il termine algogeno può essere considerato un sinonimo di dolorifico o nocicettivo.

Molto spesso, l’insorgenza del dolore non deriva da un unico evento in grado di lesionare l’organismo, anche se, ovviamente, questo evento rientra nella casistica, ma, invece, è il risultato della sommatoria di cofattori eziologici e spine irritative che fungono da substrato innalzando la soglia della percezione sensoriale e recettoriale: la presenza di uno stato di “ipersensibilità” o iperestesia favorisce la reattività del sistema nervoso che, in presenza di uno o più fattori scatenanti, trasduce le sollecitazioni in sensazione dolorosa, al punto di indurre, talvolta, reazioni di iperalgesia o allodinia.

Per questo è necessario sottolineare il concetto di multidimensionalità del dolore, riconoscendo che gli input in grado di produrre un’esperienza dolorifica possono essere di tre dimensioni: fenomeni collegati all’aspetto sensoriale-discriminativo (trasduzione e trasmissione nocicettiva); fenomeni riguardanti l’aspetto affettivo-emozionale (sistema limbico, circuito neuro-ormonale e sistema immunitario); aspetti cognitivi (cultura, educazione, stato dell’umore, pregresse esperienze di dolore).

Gli stimoli algogeni sono percepiti come tali a livello della corteccia cerebrale, dopo essere stati elaborati: come tutte le percezioni sensoriali, anche gli stimoli dolorifici passano prima il midollo spinale o l’equivalente nucleo discendente del V paio di nervi cranici per il capo, quindi il talamo, dove vengono integrati e smistati: per comprendere le modalità di trasmissione del dolore dalla periferia a livello centrale è di grande aiuto la «gate control theory» che ha rappresentato uno dei più significativi passi avanti nella comprensione dei meccanismi alla base della nocicezione; da questa innovativa teoria sviluppata nel 1965 dallo psicologo canadese Ronald Melzack e dal neuroscienziato inglese Patrick Wall, in uno studio sui canali ionici controllati da ligandi («Pain mechanisms: a new theory» Science 150: 971–979, 1965), nasce la comprensione che oggi abbiamo sulla patogenesi del dolore e sulla nocipatia.

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