ultimo aggiornamento: 18 Ottobre 2020 alle 23:35
definizione
Riduzione delle dimensioni di un organo o di un tessuto per diminuzione di volume, ma non di numero, degli elementi cellulari che lo compongono: nel caso in cui l’ipotrofia sia importante, viene anche indicata, impropriamente, col termine atrofia; dal greco, composto di ὑπο– (hypo- → meno, poco) e τρέϕω (tréfo → nutrire).
Le cause più comuni di ipotrofia sono la ridotta attività funzionale o la diminuzione dell’apporto sanguigno: la prima si verifica nel caso in cui la muscolatura di un arto, per lunga immobilizzazione in un apparecchio gessato si riduce di volume, oppure nel caso di ghiandole esocrine quando ne vengano ostruiti i dotti escretori. Si ha ipotrofia del tessuto adiposo in seguito a dimagramento e di molti altri tessuti nelle condizioni di inanizione e cachessia.
L’ipotrofia conseguente a riduzione dell’apporto sanguigno si osserva soprattutto nei soggetti anziani (a livello del cuore dei reni, del cervello) come conseguenza di arteriosclerosi dei corrispondenti vasi arteriosi e di rallentamento del metabolismo; può essere dovuta anche a fenomeni meccanici di compressione di una struttura anatomica, per esempio da parte di tumori o di aneurismi.
Nelle ghiandole endocrine può dipendere da mancata stimolazione della ghiandola stessa da parte di ormoni dell’ipofisi.
Talvolta l’ipotrofia di una struttura si ha quando essa, dopo un periodo più o meno lungo di attività, è destinata a regredire, come nel caso del timo alla pubertà, oppure delle ovaie, dell’utero e delle mammelle con la menopausa; talvolta può manifestarsi senza alcun rapporto con cause accertabili.
Si parla di ipotrofia bruna quando il fenomeno si associa ad accumulo nelle cellule di pigmento bruno come accade soprattutto nei soggetti anziani.