ultimo aggiornamento: 8 Settembre 2020 alle 14:44
Detta anche «membrana tympanica» (membrana timpanica) o «myringa» (miringe), è la sottile membrana semitrasparente che separa il meato acustico esterno dalla cassa del timpano: la sua funzione consiste nel trasmettere le vibrazioni, generate dalle onde sonore, all’orecchio interno attraverso la catena cinematica ossiculare, costituita in senso latero-mediale (dall’esterno verso l’interno) da martello, incudine e staffa.
Dal greco τύμπανον (tympanon), attraverso il latino tympănum, il termine nasce per descrivere uno strumento a percussione, costituito di un bacino emisferico chiuso da una membrana che, più o meno tesa, risponde alla percussione o, più genericamente, uno strumento a percussione sul tipo del tamburo: osservando la struttura della membrana timpanica che trasmette le vibrazioni sonore alle ossa dell’orecchio medio, sostenuta da un osso circolare, si possono le similitudini strutturali e funzionali.
descrizione
Foggiata a imbuto, con l’apice verso la cassa timpanica, ha la forma di un ellisse, più sviluppata in altezza (9÷10 mm) che in larghezza (8÷9 mm); l’asse maggiore è obliquo dall’alto in basso e dall’avanti in dietro: mentre la faccia mediale è convessa, quella laterale è incavata, con al centro l’ombelico (umbo), il punto più infossato.
Sulla superficie mediale, che guarda verso il cavo del timpano, di cui forma la maggior parte della parete laterale, è applicato il manico del martello che vi aderisce tenacemente; questi determina un’immagine visibile in trasparenza, avente l’aspetto di una stria chiara (stria malleolare) superficie laterale, rivolta verso il meato acustico esterno; presenta un’inclinazione di 55° rispetto al pavimento del condotto uditivo esterno e rivolge la sua faccia laterale in basso e leggermente in avanti.
La superficie laterale è rivestita da un sottile strato cutaneo mentre la superficie mediale è tappezzata dalla mucosa del cavo del timpano; il margine ispessito della membrana si fissa mediante un anello fibrocartilagineo, l’orletto anulare, al solco timpanico che risulta incompleto perché presente nell’osso timpanico e assente invece nella parte superiore formata dalla parte squamosa dell’osso temporale: qui, non essendovi il solco di inserzione, viene a mancare anche il tratto corrispondente dell’orletto anulare che va a formare i legamenti timpano-malleolari.
La superficie mediale è in rapporto la «chorda tympani» (corda del timpano), un ramo del nervo faciale che segue nel suo decorso il legamento timpano-malleolare posteriore, incrocia medialmente il collo del martello e prosegue in direzione anteriore, seguendo il legamento timpano-malleolare anteriore.
Nella membrana del timpano si distinguono due parti: una più estesa, mobile, la «pars tensa» e, al di sopra di questa, un’altra parte più piccola, la «pars flaccida» (o membrana di Schrapnell): il limite fra queste due parti è dato dai legamenti timpano-malleolari anteriore e posteriore, due fasci fibrosi che, muovendo dalle estremità anteriore e posteriore del solco timpanico, raggiungono la base del processo laterale del martello, costituendo così la continuazione dell’anello fibrocartilagineo della membrana; nel contesto della pars tensa è incluso il manico del martello, che termina nell’umbo. I due legamenti determinano la formazione di due pieghe (anteriore e posteriore) sulla faccia laterale della membrana del timpano.
L’umbo ha importanza per la suddivisione topografica della membrana, poiché in corrispondenza di esso si incrociano il diametro coincidente con l’asse del manico del martello e il diametro a questo perpendicolare; da tali diametri la membrana timpanica viene divisa in due quadranti superiori e due inferiori.
Nel quadrante antero-inferiore si osserva, all’esame otoscopio, un particolare riflesso luminoso detto triangolo luminoso di Politzer, che deriva dalla forma e dalla posizione della membrana del timpano; la membrana di Schrapnell è la porzione superiore della membrana timpanica compresa tra i due legamenti timpano-malleolari e la parete superiore del meato acustico esterno, formata dalla squama del temporale.
La pars tensa è più estesa rispetto alla pars flaccida: delimitata dall’orletto anulare e deputata alla trasformazione di onde sonore in vibrazione; la porzione della membrana timpanica che risponde maggiormente alle onde sonore è quella situata attorno e al di sotto del manico del martello, e ciò è giustificato dal fatto che è quest’ultimo a dover trasmettere la vibrazione all’incudine.
vascolarizzazione e innervazione
La superficie cutanea è irrorata dall’arteria timpanica inferiore e dall’arteria auricolare profonda, mentre la superficie mucosa dall’arteria timpanica anteriore e dall’arteria stilomastoidea: i rami delle arterie percorrono radialmente la membrana verso il centro e il manico del martello porta con sé l’arteria del manico del martello, il ramo più grosso; le vene sono tributarie della vena giugulare esterna (parte cutanea), del plesso pterigoideo e della vena giugulare interna (parte mucosa), mentre i vasi linfatici sono esterni fanno capo ai linfonodi auricolari anteriori e posteriori e quelli interni ai linfonodi parotidei.
L’innvervazione è data dal nervo auricolotemporale, dal ramo auricolare del nervo vago e dal nervo timpanico, ramo del nervo glossofaringeo.
derivazione embriologica
Il timpano deriva dallo sviluppo dell’orecchio esterno e dell’orecchio medio: è il risultato dell’incontro dell’espansione fra il primo solco faringeo e la prima tasca faringea; il primo vero abbozzo di timpano è la membrana faringea che separa il solco dalla tasca in cui, durante lo sviluppo, la porzione mesenchima interna prolifera e si differenzia nel contingente fibroso.
Verso la fine della vita fetale il timpano risulta essere la sottilissima fusione fra l’ectoderma del I solco faringeo che diventerà il rivestimento cutaneo, l’endoderma della I tasca faringea destinata a formare la mucosa timpanica e il mesenchima interno.
patologie timpaniche
La perforazione del timpano può essere causata dall’introduzione di oggetti nel condotto uditivo, da un barotrauma o anche da un’otite media: l’ipoacusia dipende da posizione e dimensione della perforazione attraverso la quale possono introdursi, in caso di entrata di acqua nell’orecchio medio, degli agenti patogeni. Le perforazioni del timpano, se di piccole dimensioni, possono rimarginarsi spontaneamente; per perforazioni di dimensioni maggiori si può ricorrere alla ricostruzione della membrana, l’intervento prende il nome di timpanoplastica.
L’infiammazione del timpano è chiamata miringite, mentre la perforazione chirurgica della membrana utilizzata talvolta in caso di otite media per evitare una perforazione spontanea e permettere l’aspirazione del muco prende il nome di miringotomia.
Il colesteatoma congenito è invece un residuo di cellule epitaliali del tappo del meato acusto esterno che permane internamente o medialmente alla membrana timpanica e che appare come una struttura cistica bianca.