ultimo aggiornamento: 24 Gennaio 2025 alle 11:40
definizione
Conosciuta anche con il nome di shin splints (periostite tibiale), la sindrome da stress tibiale è un infiammazione del periostio che avvolge la tibia, in genere localizzata nei due terzi distali del margine mediale dell’osso.
eziopatogenesi e sintomatologia
Per quanto le sue cause possano essere eterogenee (includendo anche la possibile localizzazione di una infezione batterica), il fattore eziopatologico più frequente è senza dubbio funzionale, in quanto la periostite tibiale è una patologia che si manifesta molto spesso negli sportivi: soprattutto nei corridori, nei saltatori (o negli atleti che praticano sport che prevedono salti) e nei ballerini, come conseguenza di un sovraccarico funzionale (anche in assenza di traumi contusivi), quando viene intensificata o modificata la routine di allenamento o aumentata l’attività, sollecitando più del dovuto i muscoli, i tendini ed il tessuto osseo, si verifica una serie di iperstimolazioni e microtraumi dei tessuti, che provocano un tipico processo flogistico con il progressivo e ingravescente deficit funzionale associato ad algia localizzata. Solitamente il dolore si presenta durante o dopo l’attività fisica ed è aggravato dalla stessa (senza che si presentino sintomi di accompagnamento come crampi, o formicolii ed intorpidimenti del piede), mentre si riduce col riposo, anche se, qualora non si intervenga in modo appropriato, il dolore può divenire continuo e la sollecitazione delle strutture periostali può evolvere in una frattura da durata o in una frattura torbida.
La sindrome da stress tibiale può essere considerata una patologie da sovraccarico dell’arto inferiore che, come tutte le patologie da overuse, si presenta nei soggetti che eseguono gesti ripetitivi come quelli che derivano dai continui impatti dell’arto inferiore col terreno, tipici del running o di chi pratica sport caratterizzati da salti e movimenti contrastanti (basket, pallavolo …) o del ballo: questo tipo di movimenti comporta uno stress prevalentemente a carico del muscolo tibiale anteriore o del muscolo tibiale posteriore; la sollecitazione eccessiva del muscolo tibiale anteriore provoca dolorabilità, indolenzimento o dolore localizzato nella parte anteriore della tibia, mentre nel secondo caso i sintomi sono ubicati nella parte mediale interna della tibia, spesso irradiandosi inferiormente e posteriormente; si può osservare talvolta anche un rigonfiamento dei tessuti circostanti la zona di proiezione del dolore, in particolare nella parte inferiore della gamba.
Nei podisti l’incidenza di questa patologia è di circa il 20%, mentre nelle reclute militari arriva addirittura al 35%; il piede cavo iperpronato può essere considerato un fattore posturale predisponente al suo manifestarsi (il muscolo tibiale posteriore tende a supinare il piede), ma anche il piede piatto può indurre un’ipersollecitazione del muscolo con l’insorgenza di uno stress inserzionale ed un’algia da overuse; ugualmente una ridotta mobilità dell’arto inferiore (dell’anca, del ginocchio o della caviglia …), la presenza di muscoli tricipiti surali contratti, accorciati o fibrotici, così come l’eccesso di peso corporeo sono tutti fattori predisponenti.
Questa patologia è causata essenzialmente dal sovraccarico fisico: i continui stress a livello del periostio tibiale creano micro-danneggiamenti sull’osso corticale soprattutto quando il carico di lavoro è eccessivo o non c’è sufficiente tempo di recupero dopo l’esposizione alle sollecitazioni meccaniche; l’incapacità organica di riparare i micro-danni porta ad un maladattamento del tessuto interessato che sviluppa una periostite, soprattutto in corrispondenza della sede di inserzione tendinea (entesi) del muscolo soleo, del muscolo tibiale anteriore, del muscolo tibiale posteriore e del muscolo flessore lungo delle dita. La trazione ripetitiva generata dai tendini e dalle fibre muscolari, in particolare dalle fibre di Sharpey (che perforano il periostio) può essere una delle cause alla base della periostite tibiale.
come identificare la shin splints
Una corretta anamnesi ed una coscienziosa valutazione clinica sono sicuramente importanti, ma una ecografia e la diagnostica per immagini si rivelano un elemento fondamentale per l’identificazione della sindrome da stress tibiale, in quanto permettono di escludere altre patologie da sovraccarico dell’arto inferiore, quali la frattura da fatica della tibia, che può essere considerata la naturale evoluzione della shin splits non trattato; a livello diagnostico non è sempre facile radiologicamente differenziare le due patologie in quanto anche se lo shin splints non è visibile in una radiografia (ma può essere evidenziato come un’area di infiammazione all’ecografia), la frattura da stress può essere osservata come una linea nera, anche se talvolta in fase precoce questa può non essere visibile in questo tipo di esame. La risonanza magnetica permette di valutare, oltre che la presenza di fratture da stress, anche la sindrome mediale tibiale che si presenta con un edema periostale o dell’osso midollare.
È opportuno effettuare una diagnosi differenziale dalla sindrome compartimentale cronica da sforzo (solitamente bilaterale e che può includere sintomi e segni come pallore, parestesie, bassa temperatura cutanea e perdita del polso distale), patologie vascolari periferiche (che tipicamente si manifestano con claudicatio vascolare).
trattamento della periostite tibiale
Una valutazione multidimensionale è il primo passo che il professionista del ben-essere deve mettere in atto, al fine di ricercare la causa che ha scatenato la sintomatologia: ristabilire l’equilibrio posturale, individuare e trattare le restrizioni che limitano la mobilità dell’arto inferiore e delle strutture che entrano in relazione con esso sono solo alcuni dei passi che si possono intraprendere anche se, in prima istanza, il riposo e l’astensione dall’attività atletica sono una scelta prioritaria; ovviamente la durata del periodo di riposo e della riduzione del carico dipende da individuo a individuo.