ultimo aggiornamento: 21 Ottobre 2020 alle 14:24
definizione
Comunemente detta cavità glenoidea o fossa glenoidea: dal greco γληνοειδής (glēnoeidḗs → simile all’articolazione di un osso), termine derivato di glena (o glene), da γλήνη (glḗnē → cavità della pupilla) e είδος (eidos → forma, somiglianza), che ha anche il significato di cavità di forma ovoidale; la superficie articolare concava delle articolazioni condiloidee o condiloartrosi, come la glena della scapola (in cui si articola la testa dell’omero, detta articolazione scapolo-omerale o articolazione gleno-omerale) o la glenoide del radio a cui si articola un condilo formato dalle facce prossimali dello scafoide, del semilunare e dell’osso piramidale che sono tra loro unite da legamenti interossei(articolazione radio-carpale).
È una diartrosi che compie movimenti angolari su tutti i piani, inclusa la rotazione: i capi articolari, sempre a contatto, sono sferici: un capo articolare è simile ad una sfera piena (testa – convesso) ospitato in una cavità articolare a forma di sfera cava (concavo). Ruotano reciprocamente e così le relative diafisi compiono movimenti angolari su tutti i piani ed i movimenti si effettuano lungo tutti e tre gli assi cartesiani fondamentali (sagittale, trasverso e verticale): sono le articolazioni più mobili del corpo umano, che permettono movimenti di flessione ÷ estensione, adduzione ÷ abduzione, intra-rotazione ÷ extra-rotazione, circonduzione, movimenti angolari e di rotazione.
Esempi tipici sono l’articolazione coxo-femorale (articolazione dell’anca) e l’articolazione gleno-omerale (articolazione della spalla propriamente detta, ovvero articolazione scapolo-omerale) e l’articolazione radio-carpale