ultimo aggiornamento: 14 Febbraio 2023 alle 9:39
Ippocrate (Ιπποκράτης ~ Coo [GR] 460 a.C.† Larissa [GR] 370 a.C.): fondatore della medicina scientifica in Grecia, discendente di una famiglia di medici asclepiadi, crea un modello di riferimento sia medico, sia deontologico; l’idea di una medicina basata sul ragionamento e sull’esperienza, una sintesi di scienza ed arte. A lui viene ascritto il “Giuramento Ippocratico“.
Nella concezione medica ippocratica, attraverso la ripresa del concetto peculiarmente greco di Φύσις (natura), ossia dell’insieme delle proprietà che definiscono ogni cosa nel suo essere e nel suo agire, il corpo e lo spirito formano nell’uomo un’unità inscindibile e la malattia, anche se diversa nelle sue manifestazioni a seconda dell’organo interessato, è però considerata unica nella sua essenza. Così la tradizione ippocratica mette al centro non la manifestazione patologica locale, bensì l’intero organismo, considerato come unità, e non insieme di organi.
La dottrina umorale sta alla base della biologia e della patologia ippocratiche e sempre su di essa si basano i concetti di salute e malattia.
Essa contraddistingue quattro umori: sangue (umore rosso), flegma, bile gialla e bile nera. Il primo proviene dal cuore, il secondo dal cervello, il terzo dal fegato e il quarto dalla milza. Se la salute è identificata con il perfetto equilibrio degli umori, la malattia invece con il loro squilibrio e la presenza insufficiente o eccessiva di uno dei quattro principi. L’alterazione della combinazione degli umori è ascritta a fattori legati alle ‘intemperie’, quali la dieta, i miasmi, le stagioni e il clima.
Scopo della terapia quindi, è ristabilire l’equilibrio andato perso.
A tal fine la scuola ippocratica afferma che il corpo ha in sé i mezzi per guarire, che «la natura è il medico delle malattie» e che il medico quindi non deve fare altro che assecondarne la Νόσων φύσεις ἰητροί (vis medicatrix naturæ), aiutando il corpo a espellere l’umore sovrabbondante e corrotto.