riflessi neonatali

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ultimo aggiornamento: 3 Maggio 2022 alle 10:55

definizione

Al momento della nascita, l’infante lascia un ambiente protetto per entrare in un mondo dove viene a contatto con una innumerevole quantità di stimoli sensoriali: per poter sopravvivere a questo cambiamento dispone di un insieme di riflessi arcaici primari, chiamati riflessi neonatali, designati ad assicurare una risposta immediata una risposta immediata alle sollecitazioni ambientali con cui entra a contatto nel nuovo contesto in cui si trova.

Non tutti i riflessi hanno la stessa utilità: alcuni riflessi sono fondamentali per la sopravvivenza come, ad esempio, il riflesso di radicamento, che aiuta un bambino allattato al seno a trovare il capezzolo della madre, mentre altri possono essere vestigia del passato evolutivo, come il riflesso di Moro; altri riflessi come la suzione o la prensione, aiutano a stabilire un’interazione gratificante tra genitori e bambini e possono incoraggiare un genitore a rispondere con amore e affetto ed a nutrire il proprio figlio in modo più competente o a confortare il bambino permettendogli di controllare l’angoscia e la quantità di stimoli che riceve.

considerazioni: i riflessi nell’adulto

I riflessi primitivi sono azioni riflesse originate dal sistema nervoso centrale che vengono messe in atto da neonati normali come risposta a particolari stimoli/stressor, ma non dovrebbero essere attuati dagli adulti neurologicamente sani: infatti, solitamente, questi riflessi sono soppressi dallo sviluppo dei lobi frontali durante il processo di crescita.  La presenza dei riflessi primari è indispensabile per la sopravvivenza del nascituro ma, è altrettanto indispensabile che questi riflessi scompaiano entro l’anno di età, per l’organizzazione della sua vita relazionale, sensoriale, affettiva e produttiva.

I bambini più grandi e gli adulti con neurologia atipica come le persone con paralisi cerebrale, possono presentare questi riflessi, in quanto l’organismo li manifesta nuovamente: la ricomparsa può essere attribuita a determinate condizioni neurologiche inclusa la demenza, specialmente forme caratterizzate da degenerazioni fronto-temporali, le lesioni traumatiche e gli ictus; un individuo con paralisi cerebrale e intelligenza tipica può imparare a sopprimere questi riflessi, ma potrebbero riemergere in determinate condizioni, come stati di ansia, stress, durante una reazione di sorpresa estrema). In alcuni casi, i riflessi possono anche essere limitati a quelle aree colpite dalla neurologia atipica, cioè, nel caso in cui ci siano individui con paralisi cerebrale che colpisce solo le loro gambe, si manifesta il riflesso di Babinski ma il linguaggio non presenta alcun disturbo oppure nei soggetti affetti da emiplegia, che presentano tale riflesso solo sul lato colpito.

I riflessi neonatali possono essere valutati se si sospetta una lesione cerebrale o alcune forme di demenza come il morbo di Parkinson, per valutare il funzionamento del lobo frontale: se sono presenti, cioè il lobo frontale non ne causa la soppressione, correttamente, vengono chiamati segni di rilascio frontale; anche i riflessi atipici primitivi sono oggetto di ricerca come potenziali segni premonitori di disturbi dello spettro autistico. I riflessi neonatali essendo mediati da funzioni extrapiramidali, molte delle quali sono già presenti alla nascita, si perdono quando i tratti piramidali acquisiscono funzionalità con la progressiva mielinizzazione: di conseguenza possono riapparire negli adulti o nei bambini con perdita della funzione del sistema piramidale a causa di una serie di motivi.

riflessi arcaici primari

Di seguito riportiamo un elenco di alcuni riflessi neonatali; a volte, in letteratura, un riflesso ha nomi differenti, rendendo non sempre agevole la classificazione.

riflesso di Moro – presente alla nascita, è causato da un brusco ed improvviso spostamento della testa  del bambino, da un repentino cambio di temperatura, o se il neonato viene spaventato da un rumore improvviso: la reazione provoca il movimento delle gambe e della testa che si estendono, mentre le braccia si muovono in alto e in fuori con i palmi rivolti verso l’alto e i pollici flessi, seguiti da una seconda fase contraddistinti da dalla chiusura delle braccia, che si uniscono, con le mani che si stringono a pugno, mentre il bambino piange forte. Da un punto di vista evolutivo, il riflesso di Moro potrebbe aver aiutato i bambini ad aggrapparsi alla madre mentre venivano trasportati: se il bambino perdeva l’equilibrio, il riflesso faceva sì che abbracciasse la madre e riacquistasse la presa sul corpo materno.

L’assenza bilaterale del riflesso può essere collegata a un danno al sistema nervoso centrale del bambino, mentre un’assenza unilaterale potrebbe significare una lesione dovuta a trauma alla nascita, come una clavicola fratturata o una lesione al plesso brachiale; talvolta presente anche la paralisi di Erb o qualche altra forma di paralisi.

⇒ riflesso di Marinescu-Radovici – detto anche riflesso palmo-mentoniero o riflesso di Babkin, è normalmente presente alla nascita: sfregando o comprimendo il palmo della mano del bambino, a livello dell’eminenza tenar, si osserva la rotazione del capo del bambino verso il lato stimolato, con la contrazione dei muscoli mentonieri (muscoli ioidei); la stimolazione di entrambi i palmi induce la flessione anteriore della testa e la contestuale apertura della bocca. Si ritiene che questo riflesso sia la base del collegamento fra mano e cavo orale: nel neonato, durante i tentativi di portare le mani alla bocca, questa si apre prima del contatto con la mano e la testa ruota in direzione dell’arto in movimento.

riflesso di prensione palmare o riflesso di prensione forzata – chiamato anche, con un anglismo, «grasping reflex», appare alla nascita e persiste fino ai sei mesi di età: quando un oggetto viene posto nella mano del bambino e gli accarezza il palmo, le dita si chiuderanno e lo afferreranno con una presa palmare: se si offrono al neonato i due mignoli opposti, poiché in genere gli indici sono troppo grandi per essere afferrati dal bambino, e si pongono nel palmo, il bambino istintivamente li stringe con una forza tale da, qualora ci si muova gradualmente, sollevarlo in quanto la sua presa può essere in grado di sostenerne il peso; talvolta il neonato può anche rilasciare la presa improvvisamente e senza preavviso. Il movimento inverso può essere indotto accarezzando il dorso o il lato della mano.

Riflesso tonico asimmetrico cervicale

Riflesso di suzione (di Epstein)

Riflesso spinale di Galant

⇒ Riflesso di marcia automatica

rooting reflex – conosciuto anche come “riflesso dei punti cardinali”, potendo essere evocato nei quattro diversi quadranti oro-buccali, il (riflesso di radicamento, è un riflesso primitivo del neonato che si riscontra nelle prime tre settimane di vita; presente alla nascita, si attiva quando si tocca o si fa il solletico alla guancia o all’angolo della bocca del bambino: il bambino girerà istintivamente la testa verso lo stimolo, aprirà la bocca e si girerà di lato, cercando il seno o il biberon.

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