definizione
I plessi corioidei (o coroidei), chiamati anche pliche corioidee (in latino plica choroidea), sono plessi di cellule ependimali modificate che nascono dalla tela coroidea, all’interno dei ventricoli cerebrali, deputate alla produzione del liquor; fra le loro funzioni c’è quella di agire come una barriera tra sangue e liquido cefalo-rachidiano, contribuendo alla formazione della barriera emato-encefalica (o barriera emato-liquorale): a questo livello viene prodotto il liquido cefalorachidiano.
Dal greco χοριοειδές πλέγμα (chorioeidés plégma): il termine coroideo (nei testi anatomici si utilizza sia coroide sia corioide), dal greco χοροιδής (o χοριοειδής), è derivato da corion, in greco χόριον (chórion → placenta, membrana, pelle) con il suffisso e –ειδής (-oide → dalla forma di); il lemma fu usato da Galeno per descrivere la membrana che, come un sacco, circonda l’embrione durante i primi stadi del suo sviluppo, in quanto il corion embrionale, essendo a contatto con la mucosa uterina, può trarre da quest’ultima gli elementi necessari alla vita e allo sviluppo dell’embrione. In istologia, con il termine corion si indica anche lo strato connettivale che sostiene qualsiasi membrana epiteliale che nei tegumenti dei vertebrati, prende il nome di derma; anatomicamente il termine coroide (anche coroidea e corioidea) viene utilizzato anche per descrivere la membrana vascolare dell’occhio interposta fra retina e sclerotica, che, insieme con il corpo ciliare e l’iride, forma la tunica uvea e provvede alla nutrizione della retina, del cristallino e del vitreo.
La parola plesso indica qualcosa di pieghettato o intrecciato, a rete di elementi intrecciati o anastomizzati, dal latino plexus, derivato di plectĕre (→ intrecciare), che a sua volta discende da πλέγμα (→ cosa intrecciata, canestro, rete): in determinati ambiti può esser considerato un sinonimo di ganglio.
descrizione
Formazioni vascolo-nervose contenute nella tela ependimale dei ventricoli cerebrali, che si presentano come cordoncini rossastri di aspetto granulare, formati da piccole arterie e vene avvolte su se stesse e da una rete di vasi capillari; si continuano con i vasi della pia madre che avvolge l’encefalo, rivestiti da una sottile lamina di tessuto nervoso che ha l’aspetto di un epitelio. Sono presenti nei due ventricoli laterali, a livello della parte superiore del corno inferiore, per poi proiettarsi nella zona inferiore del corpo dei ventricoli laterali stessi e, passando attraverso il forame interventricolare di Monro, si localizzano nella parte superiore del terzo ventricolo;; sono assenti nell’Acquedotto di Silvio, ma è riscontrabile la presenza di un plesso coroideo nel quarto ventricolo, nella sezione più vicina alla metà inferiore del cervelletto.
Il plesso coroideo è costituito da molti capillari, separati dai ventricoli da cellule epiteliali della coroide; è costituito da uno strato di cellule epiteliali cuboidali che circondano un nucleo di capillari e tessuto connettivo lasso: l’epitelio del plesso coroideo si continua con lo strato di cellule ependimali (strato ventricolare) che riveste il sistema ventricolare, ma mentre le cellule ependimali progenitrici sono monociliate, quelle delle pliche corioidee si differenziano in cellule ependimali multiciliate.
I fluidi provenienti dal sangue filtrano attraverso queste cellule dal sangue per diventare liquido cerebrospinale; a differenza dell’ependima, lo strato epiteliale del plesso coroideo presenta giunzioni strette (tight junction) tra le cellule sul lato rivolto verso il ventricolo (superficie apicale): la presenza delle tight junction impedisce alla maggior parte delle sostanze contenute nel sangue, di attraversare lo strato cellulare in direzione del liquido cerebrospinale (C.S.F.), agendo da barriera emato-liquorale. Le cellule dei plessi corioidei svoglino anche un ruolo attivo nella produzione del liquor in quanto provvedo al trasporto attivo di sostanze nel liquido cerebrospinale o da questo al sangue.
La tela ependimale del il plesso coroideo si ripiega più volte creando molti villi attorno a ciascun capillare, andando a formare processi simili a “fronde”, simili ad alghe che fluttuano nel liquor o a vegetazioni che si proiettano nei ventricoli cerebrali: i villi, unitamente ai microvilli apicali (cioè all’orletto a spazzola), aumentano notevolmente la superficie del plesso coroideo.
barriera emato-liquorale
Simile alla barriera emato-encefalica, la barriera emato-liquorale ha il compito di impedire il passaggio della maggior parte delle sostanze di origine ematica, presenti nei tessuti cerebrali, all’interno del liquido cefalo-rachidiano, ma, allo stesso tempo, consente selettivamente il passaggio di sostanze specifiche nel cervello e facilita la rimozione di metaboliti e dei prodotti metabolici dal cervello al sangue. Nonostante la barriera emato-encefalica e la barriera emato-liquorale siano funzionalmente simili, facilitano il trasporto di sostanze diverse, avendo caratteristiche strutturali distintive che conferiscono loro specificità nella selezione dei metaboliti; per un certo numero di sostanze, la barriera emato-liquorale è il sito principale di ingresso nel tessuto cerebrale: è stato dimostrato che la barriera emato-liquorale modula l’ingresso dei leucociti dal sangue al sistema nervoso centrale.
Le cellule del plesso coroideo secernono citochine che reclutano macrofagi derivati da monociti, tra le altre cellule, nel cervello: il passaggio delle cellule del sistema linfatico ha implicazioni sia nella normale omeostasi cerebrale che nei processi neuro-infiammatori.