ultimo aggiornamento: 21 Marzo 2022 alle 19:40
definizione
Sinonimo di linfonodo o linfoghiandola, è un termine utilizzato per indicare un elemento costitutivo del sistema linfatico: corpuscoli di grandezza variabile, da un grano di miglio a un fagiolo, anche se, in condizioni patologiche, possono divenire decisamente più voluminosi; si trovano isolati o riuniti a catena e rappresentano stazioni di deposito e di rifornimento degli elementi della linfa, situate in diverse sedi dell’organismo, a cui fanno capo vasi linfatici che convogliano la linfa proveniente da un determinato distretto del corpo: dai gangli linfatici si dipartono altri vasi linfatici diretti ad altri gangli o a tronchi collettori di maggiore calibro, attraverso i quali la linfa viene immessa nel circolo sanguigno.
Non a caso il termine ganglio è utilizzato per descrivere, a secondo del contesto, una struttura che può essere considerata un centro di attività, o un punto vitale, ovvero un sinonimo di cardine, centro, nocciolo, nodo, nodulo, nucleo, punto nodale, snodo; deriva dal greco γάγγλιον (gánglion → ghiandola, dal latino glandŭla diminutivo di glans cioè “ghianda”; tumore, da tumere col significato di “esser gonfio”).
I gangli linfatici sono formati da tessuto linfoide e appartengono quindi al sistema immunitario: a livello di queste strutture avviene il contatto tra sostanze estranee penetrate nell’organismo e cellule immunocompetenti, cui segue la proliferazione delle cellule stesse e l’elaborazione della risposta immunitaria di difesa.
anatomia
Ogni ganglio linfatico è costituito da una porzione corticale ed una midollare, avvolte da una capsula fibrosa; da quest’ultima partono dei setti che suddividono la zona corticale in segmenti chiamati follicoli corticali, che racchiudono delle aree più chiare (follicoli secondari o centri germinativi) ove abbondano di cellule linfatiche in divisione cariocinetica. La zona midollare è formata da cordoni di cellule linfocitarie che s’intrecciano delimitando degli spazi, che quali confluiscono verso l’ilo, continuandosi con il vaso efferente.
La linfa penetra nei gangli linfatici per mezzo di numerosi vasi linfatici (collettori pre-linfonodali) e ne fuoriesce, dopo avere subito notevoli modificazioni chimiche e morfologiche, per mezzo di un collettore post-linfonodale, che può essere unico o doppio: la principale funzione dei linfonodi è quella di filtrare la linfa che arriva attraverso i vasi linfatici afferenti da tessuti in cui sono situati o in quelli viciniori.
I linfociti si dispongono all’interno del ganglio linfatico in aree che hanno una distribuzione selettiva: nei follicoli primari e secondari della corticale si trovano i linfociti B, mentre nella paracorticale si dislocano i linfociti T; qualora la linfa proveniente dai tessuti porti all’interno del linfonodo un antigene, questi viene elaborato all’interno dello stesso da cellule specializzate che rendono possibile la risposta immunitaria, messa poi in atto dalle sottopopolazioni linfocitarie. Attraverso i vasi efferenti vengono immessi nell’organismo gli anticorpi e le cellule sensibilizzate verso l’antigene con il quale sono venute a contatto.
L’unità elementare morfologica e funzionale di tessuto linfatico è il linfonodulo o, appunto il ganglio linfatico: si parla di linfonodi solitari se nel tessuto linfatico sono presenti piccoli ammassi localizzati in diversi visceri, di gangli linfatici aggregati riferendosi a delle formazioni linfatiche costituite da linfonodi ravvicinati e organizzati in tessuti dalle caratteristiche spiccatamente immunitari, come ad esempio a livello delle placche di Peyer, sistema fondamentale per la buona funzionalità del G.A.L.T., o a livello dell’anello oro-faringeo del Waldayer.