definizione
Una persona che finge, mente, e costruisce mondi inesistenti a suo proprio consumo, applicando sistematicamente una forma di violenza insidiosa e sottile, di cui non se ne percepisce l’inizio, gratuita e persistente, reiterata quotidianamente che ha la capacità di annullare la persona che ne è bersaglio: il gaslighter è colui il quale, applicando il gaslighting, esercita un vero e proprio lavaggio del cervello, una manipolazione psicologica nella quale vengono presentate alla vittima false informazioni od il negare da parte di chi ha commesso qualcosa che gli episodi siano mai accaduti con l’intento di disorientare la vittima e di farla dubitare della sua stessa memoria e percezione.
chi è il gaslighter?
Innanzitutto un manipolatore: si presenta come una persona calcolatrice e molto intuitiva, in grado di leggere anticipatamente le mosse delle sue vittime e pertanto in grado di fornire quando necessario messaggi positivi o negativi, a seconda della sua strategia in quanto l’obiettivo del gaslighter non è quello di annientare le proprie vittime, ma di piegarle al proprio volere e creando un rapporto basato sulla dipendenza. rendendole, persone migliori dal suo punto di vista, sentendosi superiore. Il gaslighter è una persona in grado di innescare il seme del dubbio nell’altro favorendo allo stesso tempo una serie di condizioni che fanno sì che questo dubbio aumenti, lasciando il gaslightee in balia di confusione e dipendenza dal suo carnefice.
Il gaslighter indossa costantemente una maschera: il manipolatore vive in uno stato di perenne recitazione in cui non rivela mai il vero sé, rimanendo egli stesso vittima delle proprie manipolazioni e macchinazioni; non è in grado, a causa di una sorta di alienazione da sé stesso, di provare empatia o interesse verso gli altri o affrontare una seria autoanalisi. aiuti. È una personalità complessa, imprigionata da una forma di disagio emotivo che lo porta a vivere un vuoto affettivo disorganizzato: spesso sublima questo suo malessere creando una relazione con persone insicure, particolarmente sensibili all’offerta di affetto, che difficilmente riescono ad uscire dalla dipendenza affettiva rendendole particolarmente prone alla simbiosi; “il gaslighter ha difficoltà a identificare, gestire ed esprimere le emozioni e soffre di un forte senso di vulnerabilità, come molte persone che commettono abusi”.
Per evitare di confrontarsi con il proprio malessere o di essere messo in discussione agisce cercando di sottomettere il proprio interlocutore: non tollera la possibilità di un disaccordo o critiche sul suo modo di vedere le cose e il suo scopo è quindi eliminare ogni possibilità che ciò si verifichi minando la concezione che la vittima ha di sé e convincendola del fatto che non deve fidarsi di sé stessa in quanto troppo sensibile, dotata di una percezione della realtà difettosa, che non le permette di potersi fidare dei suoi stessi giudizi né di essere competente nel prendere decisioni.
descrizione del gaslighting
Nel 2007, la dottoressa Robin Stern, psicoanalista americana della Yale University, ha coniato l’espressione “effetto gaslight” (“The Gaslight Effect: How to spot and survive the hidden manipulation others use to control your life” – Morgan Road Books,) per spiegare gli effetti a lungo termine del gaslighting ripetuto: una forma insidiosa e talvolta nascosta di abuso emotivo in cui un gaslighter indebolisce e controlla un’altra persona deviando, distorcendo e negando la sua realtà.
Una manipolazione psicologica maligna, violenta e subdola, nella quale vengono presentate alla vittima (gaslightee) false informazioni con l’intento di farla dubitare della sua stessa memoria e percezione, sostenuta dal negare da parte di chi ha commesso qualcosa che gli episodi siano mai accaduti, o attraverso la messa in scena di eventi bizzarri con l’intento di disorientare la vittima; concretamente, è un caso speciale di diversione basato su sottili manipolazioni verbali o gestuali (espressioni facciali, intonazioni, atteggiamento …) in cui l’abusante mette in dubbio ogni scelta, sentimento, emozione, valore del gaslightee.
Può essere definita anche come una «forma di violenza psicologica silenziosa, in cui si sperimenta angoscia, impotenza, frustrazione e si finisce per diventare vittime di un abuso senza accorgersene»; il gaslighting funziona come un’inversione dei ruoli di vittima e carnefice: l’obiettivo dell’abusante (gaslighter) è di sopprimere le reazioni di autodifesa del gaslightee per sfuggire alle sanzioni che gli spetterebbero, e continuare così a ripetere l’abuso: le conseguenze del gaslighting sull’oppresso/a possono essere molto gravi e includere un ampio spettro di problemi psicologici. Una forma di abuso nelle relazioni finalizzato a manipolare la realtà della vittima, confondendola e privandola della fiducia in sé stessa e nelle sue capacità cognitive, fino a dubitare delle proprie facoltà mentali; un “asservimento” od una “schiavitù percettiva”.
Le persone sottoposte a gaslighting possono iniziare a dubitare della propria memoria, della propria percezione e addirittura della propria sanità mentale: possono avere pensieri alterati e la sensazione che la loro capacità di percepire accuratamente la realtà sia stata erosa, patendo una notevole confusione, mentre, non di rado, il gaslighter continua a fomentare questa confusione, comportandosi come se fosse lui stesso la vittima; questo fa sì che il/la vero/a perseguitato/a dubiti sempre più delle proprie valutazioni e percezioni, sia su eventi interni che esterni, con una grave compromissione della fiducia nelle proprie capacità di giudizio, potendo giungere al punto in cui persino i ricordi personali sembrano nebulosi e costruiti, minando l’autostima, fino al punto di sentirsi inadatti e folli.
Frequentemente nasce un legame nocivo in cui il gaslightee, pur sentendosi inferiore e incompetente, considera l’aggressore come una figura di guida, un punto di riferimento da cui trarre insegnamento e crescita personale: l’idealizzazione è la grande trappola del gaslighting, spesso nutrita da manifestazioni paradossali come quella del love bombing, cioè una serie di dimostrazioni d’affetto al limite del paradossale in grado di attivare nel potenziale gaslightee meccanismi di sottomissione.
Questa forma di manipolazione può causare ansia, depressione, e può persino favorire lo sviluppo di un trauma psicologico; possono verificarsi anche problemi di paranoia e dissonanza cognitiva, perché le vittime ricevono messaggi contrastanti che rendono difficile distinguere la realtà dalla finzione.