tachicardia

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definizione

Letteralmente l’aumento della frequenza cardiaca, cioè l’incremento del numero dei battiti del cuore (pulsazioni cardiache) oltre limiti normali o abituali, nell’unità di tempo, in condizioni di riposo: maggior frequenza delle pulsazioni cardiache, che possono superare  i 120 battiti al minuto (2/3 battiti al secondo) per almeno tre cicli consecutivi, in condizioni di risposo, e che può verificarsi in condizioni fisiologiche quali sforzi, come conseguenza di forti emozioni o di stress psicofisico, nella stazione eretta, durante la digestione, in gravidanza, a causa del consumo eccessivo di caffè, di alcol o per l’abuso di sostanze stupefacenti oppure in situazioni patologiche.

Viene talvolta impropriamente chiamata tachiaritmia, termine scorretto in quanto l’incremento della frequenza cardiaca comporta che il ritmo cardiaco, pur essendo accelerato, è regolare e non presenta anomalie; ; dal greco ταχύς (takhýs → rapido, veloce)  e καρδία (kardía → cuore), il suo opposto è bradicardia. Comunemente, con il temine tachicardia si suole indicare la tachicardia sinusale, cioè la semplice accelerazione del ritmo cardiaco generale, anche se occorre distinguere questa manifestazione dalla tachicardia eterotopa (sopraventricolare e ventricolare) e dalla tachicardia atriale.

tachicardia sinusale

Caratterizzata dall’aumento di frequenza e velocità del ritmo sinusale, cioè il battito imposto al cuore dal nodo seno atriale,  è la forma di tachicardia più frequente: solitamente non rappresenta un fenomeno allarmante, in quanto normale conseguenza di esercizi fisici, di stress, di forti emozioni, di eventi fisiologici al termine dei quali il ritmo cardiaco torna alla normalità; episodi di tachicardia sinusale sono comuni in caso di febbre o ipertermia, che cessano quando la temperatura corporea rientra nella norma. Qualora si manifestino tachicardie sinusali dovute a patologie stabili e gravi, come una malattia di cuore o l’anemia, il perdurare di tali quadri morbosi può rivelarsi dannoso per il cuore, in quanto, poiché la diastole è l’unico momento in cui il cuore può essere perfuso e quindi ossigenato e durante la tachicardia tale fase si accorcia, si osserva una ipoperfusione del tessuto cardiaco.

Una forma particolare di tachicardia sinusale è il cosiddetto cardiopalmo, comunemente definito come “cuore in gola”, contraddistinto dalla  chiara e intensa percezione del proprio battito cardiaco, ovvero dalla sensazione di una forte accelerazione (o talvolta di un eccessivo rallentamento) o irregolarità del battito cardiaco, talvolta associato a manifestazioni come l’extrasistole: solitamente tale manifestazione è presente in caso di ipocondria, di squilibri del sistema nervoso o in caso di forti stress emotivi e non corrisponde a reali problematiche cardiache o a effettivi incrementi della frequenza cardiaca.

tachicardia eterotopa

In base alla localizzazione dell’area che determina l’incremento della frequenza cardiaca, si divide in tachicardia ventricolare e tachicardia sopraventricolare: infatti per eterotopia, in medicina, si intende quel fenomeno per cui si originano stimoli di attività funzionale in sede diversa dalla normale; nello specifico ci si riferisce alle aree cardiache ove si generano impulsi in grado di prevaricare la funzione del nodo del seno atriale, ove solitamente si genera l’impulso della contrazione cardiaca. Entrambe queste manifestazioni sono caratterizzate da sottogruppi che ne differenziano le manifestazioni.

Una forma peculiare e piuttosto frequente di tachicardia enterotropa è la tachicardia parossistica (chiamata anche sindrome di Bouveret-Hoffmann), contraddistinta da un’accelerazione della frequenza cardiaca accelerata (determinando accessi con frequenze di 180÷250 al minuto) che tende a iniziare e ad interrompersi bruscamente e può durare da pochi minuti a molte ore: nella maggior parte dei casi, gli episodi di tachicardia parossistica riguardano individui sani, privi di disturbi cardiaci o altre patologie, coincidendo spesso con l’esercizio fisico o con forti emozioni, e si conclude al termine di queste circostanze; anche nel caso della tachicardia parossistica si osserva una forma ventricolare (TPV)  ed una sopraventricolare (TPSV). Quasi sempre, viene percepita come una consapevolezza fastidiosa del battito cardiaco, come se il cuore battesse forte o molto velocemente (palpitazioni) e può associarsi a debolezza, stordimento, respiro affannoso e dolore toracico. Solitamente cessa improvvisamente lasciando la persona prostrata e, talora, determina una importante ipotensione.

Esiste anche una forma di tachicardia parossistica che insorge quando il soggetto assume la posizione eretta: può verificarsi nell’ipotensione ortostatica, negli stati febbrili, nell’ipertiroidismo, alla presenza di sovreccitazione del soggetto o come reazione a marcata emotività o distress.

tachicardia atriale

Disturbo del ritmo cardiaco che origina negli atri, può essere considerata una forma particolare di tachicardia sopraventricolare: in genere si manifesta come flutter atriale o fibrillazione atriale.

 

 

 

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