test di Schilling

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ultimo aggiornamento: 8 Novembre 2018 alle 11:38

Test diagnostico utilizzato per verificare la capacità di assorbimento a livello del tratto gastro-intestinale delle cobalamine, sviluppato dal medico americano Robert Frederick Schilling: l’esame permette di valutare la concentrazione di Vitamina B12 assimilata dall’intestino tenue, controllando la quantità di radioattività presente nelle urine e permettendo, pertanto, di identificare la presenza di quadri carenziale dovuti o ad una diminuzione della produzione di fattore intrinseco (malattia di Biermer), oppure ad un quadro di malassorbimento a livello dell’intestino tenue. La verifica viene effettuata attraverso differenti step:

  1.  Il soggetto sottoposto al test deve essere a digiuno da almeno 12 ore e non aver assunto integratori contenenti cobalamine o lassativi. Viene somministrata per via orale una dosi di ciano-cobalamina, marcata radioattivamente, in una quantità proporzionale al suo peso, ed iniettata, per via parenterale, una seconda dose di Vitamina B12 non radioattiva; quest’ultima ha la funzione di saturare il fegato, organo deputato all’immagazzinamento di questa vitamina, in modo da evitare che la cianocobalamina marcata, assimilata attraverso il circolo entero-epatico, venga captata e stoccata a livello epatico. In questo modo, tutta la Vitamina B12 radioattiva, assorbita a livello intestinale, viene veicolata al rene e, essendo le cobalamina idrosolubile, viene escreta attraverso le urine. La valutazione della radioattività urinaria nelle urine raccolte nelle 24 (o 48) ore seguenti al test, indica il grado di assorbimento vitaminico. In caso si anemia perniciosa o di alterazioni dell’assorbimento intestinale sarà possibile rilevare, nelle urine delle 24 ore, concentrazioni di Vitamina B12 radioattiva inferiori al 10% della quantità somministrata per via orale: avendo saturato i recettori organici con la Vitamina B12 iniettata per via parenterale, tutta le cobalamine in eccesso verranno escrete per via urinaria.
  2. Qualora si evidenzi la positività al test ( concentrazioni.nelle urine delle 24 ore. di Vitamina B12 radioattiva inferiori al 10% di quella somministrata oralmente), è possibile effettuare una seconda somministrazione orale di cianocobalamina marcata, addizionata a fattore intrinseco: se la contestuale somministrazione del fattore di Castle, eleva la concentrazione urinaria dei marcatori radioattivi al di sopra del 10%, è possibile affermare che l’insufficiente assorbimento di vitamina dipenda da insufficiente o alterata produzione di fattore intrinseco, permettendo di diagnosticare la presenza di una anemia perniciosa. Viceversa, se la concentrazione urinaria rimane al di sotto del valore soglia, le manifestazioni carenziali devono essere ascritte a sindromi da malassorbimento, quali il morbo celiaco, i disturbi epato-biliari, la disbiosi intestinale, la S.I.B.O., la malattia di Whipple (infezione da Tropheryma whipplei), le infestazioni da Botriocefalo (Diphyllobothrium latum [tenia del pesce]).
  3. È possibile abbinare alla Vitamina B12 marcata, antibiotici ad azione mirata, per verificare la presenza di una sindrome da iperproliferazione batterica.
  4. Alternativamente, la somministrazione di Vitamina B12 marcata associata ad enzimi pancreatici permette l’identificazione la presenza di disturbi del pancreas esocrino (pancreatiti) che possono creare sindromi da malassorbimento.

Alterazioni della concentrazione urinaria delle cobalamine radioattive possono indicare anche ipotiroidismo o malattie epatiche.

Il test muscolare utilizzato dalla Kinesiologia Transazionale®, pur non potendo essere considerato clinicamente affidabile, quando utilizzato come indicatore neurologico per identificare eventuali carenze nutrizionali attraverso il “profilo nutrizionale“, permette di discriminare con sufficiente precisione la presenza di disturbi nell’assorbimento della Vitamina B12 e verificare l’esigenza di opportune integrazioni nutrizionali; attraverso il test del muscolo indicatore, un operatore professionale qualificato è in grado di ipotizzare l’origine degli squilibri alla base delle avitaminosi o delle sindromi carenziali, indirizzare eventualmente la ricerca delle cause verso gli opportuni esami medici o specialistici, o intervenire attraverso processi di riequilibrazione, nel ripristino delle funzioni gastro-intestinali, riducendo lo stress organico e migliorando il quadro di squilibrio, anche attraverso percorsi di riattivazione della vis medicatrix naturæ, presente in ognuno.

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