spondilolisi

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definizione

Interruzione della continuità scheletrica, unilaterale o bilaterale, nella regione dell’istmo vertebrale esistente tra corpo e lamine di una vertebra: è un’alterazione di origine congenita o conseguente a microtrauma, alla quale talora segue lo scivolamento in avanti del corpo vertebrale (spondilolistesi), che per lo più interessa la Va vertebra lombare; dal greco σπόνδυλος (spondilos → vertebra) e λύσις (lýsis → scioglimento, separazione, demolizione e dissoluzione).

descrizione

La spondilolisi può essere una malformazione vertebrale, l’esito di un trauma o la conseguenza di un processo di spondilolistesi (anterolistesi, presente nel 50÷60% dei casi ): consiste nell’interruzione dell’istmo vertebrale (parte posteriore dell’arco delle vertebre lombari), compreso tra le apofisi articolari superiori e inferiori: nella maggior parte dei casi si presenta nella parte più bassa della IVa (L4)o della Va vertebra lombare (L5), ma si può presentare anche in altre vertebre, come a livello delle vertebre toraciche.

La spondilolisi è un difetto della vertebra lombare della colonna vertebrale: la vertebra lombare è costituita da un corpo, un peduncolo, una lamina, una parte interarticolare, un processo trasverso, un processo spinoso e faccette articolari superiori (zigapofisi) che formano le articolazioni, fungendo da collegamento tra le vertebre; la spondilolisi solitamente coinvolge la parte interarticolare: se la spondilolisi è presente nella colonna vertebrale si può osservare che la parte interarticolare appare staccata e vi è una separazione delle articolazioni, quando si osserva la vertebra dalla vista assiale.

In genere è causata da frattura da stress delle ossa, ed è particolarmente comune in adolescenti che praticano attività sportiva intensa che comportano traumi ripetitivi alla colonna lombare, in soggetti predisposti geneticamente; nei soggetti con spondilolisi, spesso la regione interfacciale della vertebra L4 ha una larghezza maggiore rispetto ad una vertebra normale, con forma trapezoidale, condizione che cambia l’altezza delle interfacce, rendendole più corte e più strette: questo difetto rende più vulnerabile la colonna vertebrale, in quanto si osserva una ridotta superficie articolare ed un diminuito range torsionale nei movimenti di flessione o torsione. Infatti la parte interarticolare risulta particolarmente vulnerabile quando la colonna vertebrale è in posizione estesa: se una forza comprime improvvisamente le vertebre, come ad esempio quando si atterra su un piede dopo un salto, la pressione sulla parte interarticolare può comportare la rottura in soggetti sensibili.

Il più delle volte la spondilolisi non mostra sintomi caratteristici, risultando asintomatica, anche se il 10% degli individui affetti presenta sintomi quali la lombalgia, solitamente esacerbata dall’attività fisica o dall’iperestensione lombare: viene individuata casualmente, nella maggior parte dei casi, nel corso di normali esami radiologici, TAC o RMN effettuate per altre ricerche diagnostiche; nel corso del tempo, i cambiamenti degenerativi di spondilolisi possono causare gravi complicazioni, tra cui dolore in differenti parti del rachide con prevalenza nel tratto lombo-sacrale, anche se possono colpire anche il collo, stenosi spinale; restringimento del canale spinale diventa stretto e possibili compressioni del midollo spinale potrebbe schiacciarsi; sindrome della cauda equina causata dalla compressione dei nervi nella parte inferiore del midollo spinale; radicolopatia o mielopatia spinale.

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