legge di Head

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definizione

Il neurologo inglese Henry Head, grazie agli studi pioneristici condotti sul sistema somatosensitivo e sui nervi sensitivi arrivò a postulare che “quando uno stimolo doloroso viene applicato ad una parte del corpo di bassa sensibilità, come ad esempio un viscere, che è in stretta connessione centrale con un punto di più alta sensibilità (soma), il dolore si fa sentire nel punto di maggiore sensibilità, piuttosto che nel punto in cui lo stimolo è stato applicato”.

Nel 1890, il dottor Henry Head scoprì alcune aree della pelle che sviluppano dolorabilità (allodinia) nel corso di una malattia viscerale che furono denominate “zone di Head”: aree di proiezione cutanea dei riflessi viscero-sensitivi, corrispondenti alla innervazione delle radici spinali, nelle quali le affezioni viscerali destano, con meccanismo riflesso, sensazioni dolorose. Sono queste delle aree cutanee circoscritte d’iperalgesia, che non corrispondono alla distribuzione periferica dei nervi, ma a quella metamerico-radicolare e che possiedono grande importanza nella diagnosi di molte affezioni viscerali, poiché sono anatomicamente prestabilite ed esprimono un riflesso viscero-sensitivo, la cui via afferente è rappresentata dalle fibre nervose che collegano l’organo sofferente con un dato segmento midollare, e quella efferente dalle radici sensitive che corrispondono a quello stesso metamero.

 il dottor Henry Head ha pazientemente determinato moltissime di queste zone cutanee, delle quali le più importanti sotto il punto di vista diagnostico sono quella corrispondente al fegato (situata nell’ipocondrio destro) e quella corrispondente allo stomaco (che risiede al dorso, in prossimità della colonna vertebrale).

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