ultimo aggiornamento: 3 Dicembre 2023 alle 0:53
definizione
Detta anche età cronologica, è l’età che dice effettivamente “quanti anni si hanno”; indica il tempo trascorso dalla nascita in anni: viene utilizzata per definire un (presunto) parametro oggettivo di invecchiamento, in quanto si ritiene fornisca una precisione quantitativa ed una misurabilità. In realtà, l’età cronologica è solo un indice approssimativo basato sulla statistica, che non spiega né l’invecchiamento biologico né la presenza di malattie “correlate all’invecchiamento”, anche se spesso viene utilizzata come parametro di riferimento in ambito socio-sanitario: è vero che con l’avanzare degli anni aumenta la probabilità di essere affetti da una malattia, tuttavia non è lo scorrere del tempo a produrre effetti sulla salute, indipendentemente dal contesto.
Infatti, dall’osservazione che non tutti gli individui invecchiano allo stesso ritmo emerge il concetto di età biologica che può essere considerato un indicatore del processo di invecchiamento, che descrive il declino graduale e progressivo che coinvolge simultaneamente diversi sistemi di organo, che provoca l’aumento della multimorbilità.
C’è un altro ambito in cui il concetto di età cronologica risulta poco soddisfacente ed è la cosiddetta età psicologica soggettiva che rappresenta l’età percepita, cioè il sentirsi più giovani (o vecchi) rispetto alla propria età anagrafica: è un costrutto che può essere anche definito come l’“età soggettiva” che descrive l’atteggiamento personale nei confronti dell’invecchiamento e la consapevolezza dei cambiamenti legati all’età; un’età soggettiva più bassa è associata a una migliore salute mentale e fisica, migliori funzioni cognitive, maggior ben-essere e soddisfazione per la vita che risentono dei vissuti emotivi e delle esperienze vissute, della percezione di sé, dei sistemi di credenza (propri o tribali).
Come scrivono Luca Borzani e Marco Aime:
«La vita degli individui è scandita in modo diverso
a seconda della società in cui essi vivono.
Lo sviluppo e l’invecchiamento biologico che il nostro corpo,
come ogni altro organismo vivente, subisce, sono percepiti e accompagnati, nelle culture umane, da differenti processi di interpretazione.
Tali modelli riflettono le modalità di rappresentazione di ogni cultura
e definiscono i diversi sistemi di classificazione dell’età.
Lo sviluppo biologico segue un percorso lineare, cumulativo,
costante e continuo, perché la natura non fa salti;
quello sociale è invece frazionato in fasi culturalmente determinate,
che mettono in evidenza le raffigurazioni che la società ha
dei propri componenti.»
L’età psicologica risente pesantemente degli effetti del cosiddetto ageismo, ovvero dall’insieme dei pregiudizi, degli stereotipi e delle discriminazioni basati sull’età.