definizione
Schema di lettura degli eventi che si crea a seguito di esperienze vissute e/o stimoli provenienti dal proprio ambiente familiare, sociale, culturale; il suo significato letterale è “messo insieme, composto” e può essere considerato un sinonimo di “costruito”, anche se, rispetto a questo lemma, il termine costrutto sottolinea in particolare il modo, l’ordine con cui le varie parti sono riunite per formare il tutto, la loro connessione ed il risultato, più che all’opera del costruire: costrutto è il participio passato di costruire, dal latino constructus, participio passato di construĕre (→ mettere insieme pezzo per pezzo, creare), composto di con– e struĕre (→ ammassare, inserire, collocare dentro).
“Un costrutto, come la stessa radice semantica lascia intuire, è l’unità elementare di discriminazione attraverso la quale si attua il processo di costruzione”: è una dimensione di senso, “un asse di riferimento, un criterio fondamentale di valutazione” che può essere “esplicitamente formulato o implicitamente agito, verbalmente espresso o totalmente inarticolato, intellettivamente ragionato o vegetativamente sentito ma che, in ogni caso, permette di riconoscere due cose come simili e, allo stesso tempo, differenti da una terza. I costrutti sono le chiavi di lettura che rendono il mondo intelligibile: se non disponessimo di tali criteri di discriminazione, il fluire degli eventi ci apparirebbe indifferenziato e di conseguenza privo di significato”.
Per quanto già Sigmund Freud avesse ipotizzato la presenza di strutture cognitive profonde deputate a organizzare, anticipare e rappresentare l’esperienza, si deve a George Kelly, l’idea che la realtà conosciuta non precede la conoscenza, ma viene a qualche livello costruita (o ri-costruita) e che esistono molteplici modalità alternative ugualmente valide per interpretare la realtà; nel suo libro “The Psychology of Personal Constructs” (1955) definisce i costrutti come punti prospettici dai quali osservare il mondo. George Kelly sosteneva che, fin da quando nasciamo, sviluppiamo un insieme di costrutti personali: questi sono essenzialmente rappresentazioni mentali che usiamo per interpretare eventi e dare significato a quello che succede, basandosi sulle nostre esperienze e osservazioni; come conseguenza di questo processo, sperimentiamo il mondo attraverso la “lente” delle nostre credenze (o sistemi di credenza) utilizzando tali “filtri” per predire e/o anticipare gli eventi, avendo, come conseguenza, la tendenza a pre-determinare i nostri comportamenti, sentimenti e pensieri.
In senso generale, secondo George Kelly, un costrutto è «una rappresentazione dell’universo, elaborata da una creatura vivente e poi verificata rispetto alla realtà di quell’universo» che viene utilizzato per fare previsioni che, alla prova dei fatti, risulteranno adeguate o non adeguate, con conseguente adattamento e revisione del costrutto originario: «lo scopo precipuo dell’uomo è predire e controllare gli eventi, ossia attribuire ad essi un significato», in modo «di adattare attivamente a sé il proprio ambiente, grazie alla capacità creativa di rappresentarsi l’ambiente e non semplicemente di rispondere ad esso».
È attraverso il sistema dei costrutti che il soggetto percepisce la realtà: essi vengono validati o non validati dall’esperienza e, secondo il grado di flessibilità del sistema, possono essere modificati o sostituiti: «I costrutti sono gerarchicamente organizzati in sistemi e sono soggetti a verifica rispetto alla loro utilità nell’aiutare la persona ad anticipare il corso degli eventi che costituiscono l’universo… Nella struttura di un sistema, determinismo e libertà rappresentano gli aspetti direzionali del sistema stesso… un costrutto è determinato da quegli elementi con i quali l’individuo ritiene di dover essere sempre coerente ed è libero rispetto a ciò che lo stesso individuo ritiene di dover sempre considerare come subordinato».