definizione
Può essere considerata una delle difese più comuni nei confronti degli stressor che hanno ripercussioni a livello emotivo; può essere considerata una forma di bias attenzionale, caratterizzato da meccanismi un evitamento o di elusione nei confronti della possibile sorgente di un problema: consiste nel non vedere ciò che non piace.
La disattenzione selettiva ha un senso adattativo, che consiste nel restringere la coscienza focale escludendo le «cose che non hanno importanza e che comunque andranno avanti benissimo da sole»: infatti non si basa sull’attenzione focalizzata ma sul disattendere, pratica comune e necessaria al nostro sistema nervoso per evitare il sovraccarico di informazioni e far risaltare le cose importanti, cosa che tutti noi facciamo costantemente.; quando questo processo subisce un bias che ne modifica la valenza utilitaristica, allora la disattenzione selettiva cessa di essere un processo adattativo e «consiste nell’ignorare cose che di importanza ne hanno», cioè realmente importanti per la persona, ma che non si riescono a tollerare in quanto creano angoscia.
Per questo può essere considerata un processo paratassico volto a ridurre, minimizzare o eludere l’ansia, creando una forma di dissociazione attraverso il controllo consapevole degli eventi da cui ci sentiamo travolti: semplicemente non ci si rende conto di certi aspetti della propria vita, seppur evidenti, che vengono “semplicemente” ignorati; il processo non è casuale, in quanto ciò che è sottoposto ad evitamento viene escluso sistematicamente, grazie ad una continua vigilanza nel “non notare certe cose”, fatto che oltretutto comporta un significativo grado di stress.
Gli aspetti selettivi che sono disattesi sono in qualche modo associati alla percezione di pericolo o sono gravidi di componenti emotive dolorose e dis-stress: questo meccanismo protettivo è il frutto delle esperienze vissute nel rapporto con gli altri e permette di evitare il cambiamento ma, soprattutto, non esige il “pagamento del prezzo” del dis-confort e dell’angoscia, né il turbamento che sempre l’accompagna.