sindrome da idrocuzione

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ultimo aggiornamento: 13 Agosto 2023 alle 23:42

definizione

Chiamata semplicemente idrocuzione o idrocussione, ma anche, impropriamente, sindrome da immersione,  è una sincope causata dall’immersione  rapida in acqua fredda o con una temperatura tale da creare uno sbalzo termico; in realtà sarebbe più corretto parlare di “cold shock” (→ shock da freddo), fenomeno che può essere innescato tramite attivazione del nervo trigemino, solo nel caso in cui si verifichi un’immersione improvvisa del viso, meglio se accidentale, in un’acqua la cui temperatura deve essere al di sotto dei 10°, anche se è più inducibile in acque con temperature al di sotto dei 5°; la conseguenza della stimolazione trigeminale è l’attivazione di riflessi neurovegetativi che possono causare anche morte per arresto cardiorespiratorio o, qualora il soggetto sia in acqua, per annegamento.

La sincope da idrocuzione può essere ricondotta al diving reflex (riflesso di immersione), un insieme di adattamenti cardio-respiratori allo scopo di ridurre il consumo di ossigeno cui va incontro l’organismo, quando viene immerso il volto in acqua; descritto per la prima volta da Paul Bert, nel 1870, si esplica attraverso reazioni vagali: la rapidità e intensità del riflesso è inversamente proporzionale alla temperatura dell’acqua, cioè più l’acqua è fredda, più le reazioni descritte sono forti.

Date le analogie cliniche riscontrate con gli incidenti mortali dovuti all’elettricità, il colonnello medico francese G. Lartigue, nel 1953, ha creato il neologismo idrocuzione, similare al termine folgorazione: dall’inglese hydrocution, contrazione di hydro-execution.

descrizione

Generalmente l’idrocuzione si manifesta non appena si entra in acqua, ma talvolta può verificarsi anche durante il bagno, come accade frequentemente nei subacquei che scendono in profondità trovando temperature sensibilmente basse, o addirittura quando si è usciti dall’acqua (idrocuzione ritardata).

Il meccanismo patogenetico dell’idrocuzione è la vasocostrizione, che a sua volta provoca riflessi a livello del tronco dell’encefalo che inducono un arresto cardiorespiratorio, conseguenza dell’interessamento sia i centri di regolazione cardiaca sia di quelli respiratori: la stimolazione causata dallo shock termico può rivelarsi (raramente) letale ma, anche se non si verifica la morte del soggetto, il crollo della pressione e l’arresto circolatorio associati alla riduzione dell’ossigenazione cerebrale provocano comunque sincope con perdita di coscienza; se il soggetto è in acqua è possibile il conseguente annegamento qualora non si possa soccorrerlo subito.

L’idrocuzione può essere favorita da una violenta sollecitazione dovuta all’impatto della cute con acqua fredda, come avviene durante un tuffo: l’ingresso violento in acqua provoca una stimolazione subitanea e massiva degli occhi, delle orecchie e delle membrane timpaniche (oltre a collo, narici, faringe, laringe, epigastrio, genitali) che può attivare un riflesso a livello dei centri nervosi (riflesso da immersione) che riduce drasticamente la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa e che, in alcuni casi, può portare alla perdita di coscienza, causare il vomito o l’arresto cardiorespiratorio cardio-respiratorio causando un arresto cardiaco improvviso.

Lo stomaco pieno di cibo schiaccia in alto la cupola diaframmatica, comprimendo il cuore e compromettendone la sua normale attività, che può agire come fattore favorente.

Una recente teoria propone che le interazioni tra la bradicardia mediata sia dal sistema parasimpatico, sia dalla risposta all’immersione e la vasocostrizione mediata sia dal simpatico, sia dal cold shock conducano alla co-attivazione autonomica aritmogena del cuore: la risposta all’immersione tenta di rallentare il cuore nello stesso momento in cui la risposta al cold shock innesca una tachicardia mediata da simpatico; questa sollecitazione casuale del cuore da parte di entrambe le divisioni del sistema nervoso autonomo è stata definita “conflitto autonomico”, poiché ci sono stimoli cardiaci cronotropi contrastanti, positivi e negativi.

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