ultimo aggiornamento: 8 Agosto 2023 alle 15:04
definizione
Detto anche diving reflex o diving response, è un insieme di adattamenti cardio-respiratori allo scopo di ridurre il consumo di ossigeno, cui va incontro l’organismo, quando viene immerso il volto in acqua; descritto per la prima volta da Paul Bert, nel 1870, e si esplica attraverso reazioni vagali.
La rapidità e intensità del riflesso è inversamente proporzionale alla temperatura dell’acqua: più questa è fredda, più le reazioni descritte sono forti; il riflesso è esaltato dall’apnea in immersione e dall’incremento del gelo applicato al viso, ma non è attivato dall’immersione degli arti in acqua ghiacciata.
Il diving reflex è uno dei possibili meccanismi coinvolti nella sincope da idrocuzione, fenomeno causato dall’immersione rapida in acqua fredda (la cui temperatura deve essere al di sotto dei 10°, anche se è più inducibile in acque con temperature al di sotto dei 5°), anche se sarebbe più corretto indicato associarla al “cold shock” (→ shock da freddo).
descrizione fisiologica
Quando il viso è immerso in acqua ghiacciata, vengono stimolati i frigocettori all’interno della cavità nasale e nelle altre aree innervate dal nervo trigemino (V nervo cranico); le informazioni sensitive, una volta elaborate dall’encefalo, inducono una risposta parasimpatica del sistema nervoso autonomo attraverso il nervo vago (X nervo cranico): bradicardia; vasocostrizione periferica e blood-shift dai tessuti periferici, più resistenti all’ischemia, verso cuore, cervello e reni; incremento della pressione arteriosa media; attivazione del metabolismo anaerobico ed accumulo di acido lattico.
Tutte le risposte possono essere considerate come adattogene e finalizzate a conservare un corretto apporto di O2 agli organi fondamentali per la sopravvivenza: il rallentamento della frequenza cardiaca compensa, in termini di consumo di ossigeno, l’aumento di pressione dovuto alla vasocostrizione periferica. In presenza di ipossia e ipercapnia, si osserva un rilascio splenico di globuli rossi, in grado di aumentare la capacità di trasporto ematico di ossigeno.
Il riflesso di immersione può essere utilizzato per il trattamento delle tachicardie sopraventricolari parossistiche: l’applicazione del gelo al viso (con o senza acqua) può essere considerata una manovra vagale, in grado di inibire il nodo atrio-ventricolare, interrompendo il cortocircuito elettrico che causa la tachicardia.