definizione
Letteralmente, scatola contenente degli specchi: la «mirror box» una scatola con due specchi al centro, cioè uno rivolto verso ogni direzione, ideata dal neuroscienziato indiano Vilayanur Subramanian Ramachandran, per aiutare ad alleviare il dolore provato da chi è affetto dalla sindrome dell’arto fantasma; è un processo basato su un’illusione visiva, definita feedback visivo a specchio. Per quanto possa sembrare sorprendente, il semplice utilizzo di una scatola dotata di uno specchio, in grado di dare al soggetto l’impressione di vedere il proprio arto fantasma nell’immagine riflessa dell’arto sano, sembra aver portato numerosi benefici ai pazienti afflitti da paralisi e dolori all’arto illusorio. Il fatto stesso di fornire un feedback visivo dell’arto in movimento sembra poter agire sui circuiti cerebrali tanto da variare la mappa corporea.
L’arto sano viene posizionato in modo che possa riflettersi sullo specchio, mentre il moncone dell’arto amputato viene “nascosto” dentro la scatola, dietro allo specchio, in modo tale che arto sano e arto mutilato occupino posizioni simmetriche; il soggetto, vedendo l’immagine riflessa dell’arto sano che si muove, crea l’illusione che anche l’arto fantasma si muova: grazie a questo feedback visivo artificiale, il soggetto affetto dalla sindrome dell’arto fantasma è in grado di integrare un immagine visiva del «phantom limb» a livello della rappresentazione cerebrale, riducendo l’algia e l’iperestesia che porta a reagire agli stimoli algogeni in maniera spropositata.
Il fatto stesso di fornire un feedback visivo dell’arto in movimento sembra poter agire sui circuiti cerebrali tanto da variare la mappa corporea, ovvero alla rappresentazione somatotopica dell’«homunculus sensitivus»: la plasticità dei neuroni delle aree corticali permette l’integrazione del controllo cosciente del sé corporeo, per effetto di un equilibrio dinamico costantemente aggiornato e nutrito mediante feedback sensoriali, cioè informazioni visive che, integrando quelle propriocettive, forniscono un aggiornamento istante per istante sullo stato funzionale dei segmenti corporei.
La «mirror box» può essere utilizzata non solo per il trattamento della sindrome dell’arto fantasma, ma anche in certe patrologie neurologiche come il neglet o disturbi legati all’emiplegia o all’emiparesi o nelle sindromi dolorose quale la sindrome dolorosa regionale complessa nei soggetti paraparetici.