ultimo aggiornamento: 13 Marzo 2020 alle 15:29
Dal greco ἀλλεργία (allergia) con il suffisso –ene, derivato e da ἄλλος (állos → altro) e da ἔργον (érgon → attività, azione): letteralmente “ciò che causa (genera) allergia; possiamo definire allergene ogni sostanza, sia essa endogena o esogena, in grado di scatenare una risposta immunitaria di tipo allergico.
Un allergene è una sostanza solitamente innocua per la maggior parte delle persone, ma che nei soggetti atopici è in grado di produrre manifestazioni allergiche di varia natura; ogni antigene, cioè una molecola riconosciuta come estranea o potenzialmente pericolosa dal sistema immunitario di un organismo, in grado di determinare uno stato di allergia, può essere definito allergene: pertanto gli allergeni sono presenti comunemente nell’ambiente, potendo venire in contatto tramite inalazione (allergeni inalanti), contatto, ingestione o iniezione, oppure posso provenire dall’interno dell’organismo stesso, ma sono comunque dotati della proprietà di indurre, in individui predisposti, una risposta immunologica prevalentemente caratterizzata dalla produzione di anticorpi IgE, scatenando delle allergopatie.
In genere gli allergeni sono proteine o glicoproteine resistenti al calore, alle variazioni del pH e agli enzimi proteolitici, sono comunemente presenti nell’ambiente e introdotti nell’organismo per vie diverse: pollini, gli acari della polvere domestica, i derivati epidermici di animali (cane, gatto, cavallo …), alcune spore fungine, il latte vaccino, l’uovo, il pesce, le arachidi e i crostacei, sono fra le sostanze allergogene più comuni, responsabili di circa il 90% dei casi di allergia; frequentemente danno luogo a manifestazioni come rinite, disturbi gastrointestinali o alla sindrome orticaria-angioedema, più raramente di gravi quadri di shock anafilattico. Gli allergeni da iniezione includono i farmaci ed il veleno degli insetti quali api, vespe o calabroni, responsabili di quadri clinici importanti.
Come detto, mentre per la maggior parte delle persone, gli allergeni sono innocui e non causano alcun particolare problema, soggetti atopici, il contatto di tali sostanze con l’organismo è in grado di scatenare una reazione allergica: il tipo è l’entità della reazione dipende da molte variabili, quali la quantità di allergene cui si è esposti, la via di contatto.
Il contatto fra allergene e lo specifico anticorpo IgE nel soggetto allergico provoca il rilascio di numerose sostanze pro-infiammatorie, tra le quali la più importante è l’istamina: nella maggior parte dei casi si osservano effetti locali, a livello della zona di contatto tra allergene e IgE specifiche, ma in alcuni casi si possono manifestare risposte particolarmente intense, con il massivo rilascio di sostanze pro-infiammatorie che inducono una reazione sistemica, con il possibile coinvolgimento dell’apparato cardiocircolatorio o respiratorio.
Esistono fenomeni di polisensibilizzazione e cross-reattività, cioè forme combinate di sensibilizzazione multipla ad allergeni (in genere pollini) appartenenti a famiglie diverse, così come è ben nota la cross-reattività tra gli allergeni di alcune piante ed alcuni allergeni alimentari (un classico esempio è la cross-reattività betulla – mela) che spesso provoca la Sindrome Orale Allergica (SOA), ovvero l’irritazione delle mucose delle labbra e della bocca, con conseguente prurito, che si manifesta all’assunzione dell’alimento.