ultimo aggiornamento: 7 Dicembre 2020 alle 17:16
definizione
Assieme al suo omologo xenogenesi, è poco usato, mentre si usa fequentemente nella forma aggettivata di xenogenico o xenogeno, per descrivere, letteralmente, una sostanza «proveniente da una specie diversa»; dal greco ξένος (xénos → straniero, sconosciuto) associato al tema γεν– ( → generare).
Il concetto mira a qualificare la distanza antigenica (istocompatibilità) tra due individui appartenenti a specie diverse, mentre, per definire la distanza antigenica tra due individui appartenenti alla stessa specie, si parla di invece allogenia (allogenicità).
Nell’ambito delle scienze biologiche, si parla di organo xenogenico, tessuti xenogenici o sostanze xenogene (di natura organica, soprattutto proteica) per designare la provenienza da una specie animale diversa (divenendo sinonimo di eterogeno) o, in riferimento ai trapianti, appartenente ad individui differenti: si parla infatti di xenotrapianto riferendosi ad un trapianto di tessuto che viene trasferito dall’organismo di una specie a un organismo di una specie diversa e per questo viene appunto detto anche trapianto eterogeneo, trapianto xenogenico, eterotrapianto, eteroplastidio; solitamente l’origine del tessuto trapiantato può essere, quindi, autogeno (cioè prelevato dallo stesso individuo), allogenico (prelevato da altri esseri umani) o xenogenico (cioè di un’altra specie).
Si parla di antigeni xenogenici (antigeni eterologhi), riferendosi agli immunogeni in grado di attivare una risposta anticorpale, provenienti da differenti specie: l’eterogeneità è condizione essenziale per l’antigenicità, a meno che non esista tolleranza immunologica.