ultimo aggiornamento: 7 Dicembre 2020 alle 21:41
definizione
Per comprendere meglio questo concetto è utile ricordare che, etimologicamente la radice greca ἕτερος (hètheros → differente) sottolinea il concetto di alienità, cioè di appartenenza ad altri o di diversità: da questa radice ciò che risulta eterologo può assumere significati diversi, a seconda dei contesti in cui si inserisce; il lemma è derivato per antinomia da «omologo», dal greco ὁμόλογος (homólogos → concorde, consenziente, corrispondente), composto di ὁμο– (homo– → uguaglianza, identità) e λόγος (lógos → discorso), termine che sottolinea la corrispondenza a qualcosa, la somiglianza, l’appartenenza comune (ad una stessa specie o genere) o il possesso delle medesime qualità o proprietà. Il termine è assimilabile al concetto di eterogeneità.
Pertanto, nell’ambito delle scienze biologiche, si parla di organo eterologo, tessuti eterologhi o sostanze eterologhe (di natura organica, soprattutto proteica) per designare la provenienza da una specie animale diversa (divenendo sinonimo di xenogenico) o, in riferimento ai trapianti, appartenente ad individui differenti: si parla infatti di xenotrapianto riferendosi ad un trapianto di tessuto che viene trasferito dall’organismo di una specie a un organismo di una specie diversa e per questo viene appunto detto anche trapianto eterogeneo, trapianto xenogenico, eterotrapianto, eteroplastidio; solitamente l’origine del tessuto trapiantato può essere, quindi, autogeno (cioè prelevato dallo stesso individuo), allogenico (omotrapianto, prelevato da altri esseri umani) o xenogenico (cioè di un’altra specie). Nel caso degli omotrapianti, cioè di trapianti effettuati tra individui della stessa specie ma con patrimonio genetico non identico, e nel caso degli eterotrapianti, cioè di quelli effettuati fra individui di specie diverse, si instaura il processo immune, in quanto non esiste istocompatibilità fra donatore e ricevente.
Analogamente, nel campo della fecondazione artificiale, il termine serve a identificare la provenienza del seme da un donatore alieno e non dal partner abituale; ugualmente si parla, nella genetica, di gemelli eterologhi, quando non posseggono lo stesso patrimonio genetico, cioè non sono gemelli identici (o monozigoti), venendo per questo definiti anche gemelli dizigotici.
Si parla di antigeni eterologhi (antigeni xenogenici), riferendosi agli immunogeni in grado di attivare una risposta anticorpale, provenienti da differenti specie: l’eterogeneità è condizione essenziale per l’antigenicità, a meno che non esista tolleranza immunologica.