definizione
La forza interna che ci ‘costringe’ a ripetere determinati comportamenti; il termine è impiegato in psichiatria per indicare la tendenza a compiere atti psichici per un irresistibile bisogno interno, contro il quale nulla possono il ragionamento e la volontà, ovvero la tendenza incoercibile, del tutto inconscia, a porsi in situazioni potenzialmente foriere di stress, senza rendersi conto di averle attivamente determinate, né del fatto che si tratta della ripetizione di vecchie esperienze: il fenomeno si può manifestare sul solo versante del pensiero così come, più genericamente, del comportamento.
È bene fare una distinzione tra la ripetizione e la coazione a ripetere: mentre la prima è contraddistinta per il proprio carattere coercitivo, la seconda, che caratterizza molti passaggi della vita biologica e psicologica, è un normale fenomeno dello sviluppo motorio e mentale del bambino nel processo di apprendimento: la ripetizione, infatti, viene utilizzata nel tentativo di evitare i cambiamenti che inducono ansia o timore e per replicare risultati ed esperienze appaganti. Nei giochi dei bambini, la ripetizione può servire a padroneggiare l’esperienza della perdita o di eventi traumatici subiti, grazie al capovolgimento della propria posizione passiva in un ruolo attivo.
Secondo la terminologia psicoanalitica, indica una proprietà dell’inconscio a mantenere immutate determinate caratteristiche fondamentali all’infuori della stessa dinamica conflittuale o addirittura contro di essa; in altri termini l’inconscio tende a un’omeostasi conservatrice. Sia nella vita di tutti i giorni sia nella terapia psicoanalitica, alcuni individui si trovano a vivere, più e più volte, situazioni sostanzialmente simili, spiacevoli, frustranti o rischiose, che talora si presentano in modo inaspettato e non sembrano correlate alla loro personalità o al loro comportamento: assolutamente inconsapevoli del proprio ruolo attivo nel determinare gli eventi che li colpiscono, questi soggetti si sentono vittime del destino e addirittura perseguitati dalla cattiva sorte, senza rendersi conto di esserne gli artefici, attraverso il bisogno reiterato di attuare comportamenti controproducenti o di stabilire rapporti fallimentari, caratterizzati da modalità relazionali sempre identiche a quelle del passato.