definizione
L’insieme dei processi evolutivi che inducono fenomeni di speciazione, con variazioni delle frequenze geniche nelle popolazioni naturali e origini di nuove specie, ovvero che che danno origine a sottospecie, specie o generi, cioè a gruppi sistematici che poco differiscono fra loro: questi cambiamenti possono essere causati da diversi processi quali unioni non casuali (nonrandom mating), mutazione, migrazione, selezione naturale, deriva genetica; la microevoluzione si contrappone alla macroevoluzione, che comporta la formazione di nuove specie o taxa di livello superiore.
Frequentemente gli esempi osservabili di evoluzione sono esempi di microevoluzione: tipicamente lo sviluppo della resistenza agli antibiotici o la variazione della pigmentazione di alcune specie di farfalle per effetto delle variazioni di intensità dell’inquinamento da fuliggine nei boschi inglesi: la Biston Betularia ha le ali che possono essere o nere o grigio chiaro; vivendo sulle betulle (inizialmente di colore chiaro, ma divenute scure per via dell’inquinamento da fuliggine) quelle bianche erano sottoposte a una certa pressione evolutiva, in quanto non si mimetizzavano e finivano così preda di altri organismi, mentre le nere erano in sintonia con l’ambiente. Successivamente le fabbriche inglesi sono state dotate di filtri che hanno reso l’aria meno inquinata, e le betulle tornate bianche hanno creato una modificazione ambientale tale da far sopravvivere perlopiù le Biston Betularia chiare.
Questo fenomeno sottolinea la reversibilità della microevoluzione (rispetto soprattutto alla macroevoluzione) in quanto nell’esempio citato, le farfalle dopo la variazione cromatica scura avvenuta per la necessità di adeguarsi alla mutazione dell’ambiente, secondo i principi della ecoevoluzione, per mimetizzarsi e nascondersi dai predatori, sono al momento in fave di mutazione per adeguarsi alle mutate condizioni, con una pressione selettiva che ha portato alla quasi estinzione delle farfalle nere.