ultimo aggiornamento: 22 Marzo 2021 alle 21:10
definizione
Acronimo dell’espressione «farmaci anti-infiammatori non steroidei» e individua una classe di farmaci dall’effetto antinfiammatorio, analgesico e antipiretico: sono definiti “non steroidei” mira a distinguere queste sostanze dal cortisone e derivati, appartenenti, appunto, alla classe degli steroidi.
descrizione
Solitamente svolgono un’azione analgesica a livello periferico, agendo metabolismo dell’acido arachidonico e dell’acido eicosapentaenoico, precursori di molecole coinvolte nel processo infiammatorio quali le prostaglandine, le prostacicline, i trombossani e i leucotrieni: i F.A.N.S. bloccano, in maniera più o meno reversibile, le ciclo-ossigenasi, enzimi appartenenti alla classe delle ossidoreduttasi, esistenti in due isoforme: COX-1, prodotto costitutivamente e ubiquitario in condizioni fisiologiche e COX-2, sintetizzato in maniera inducibile e quasi assente se non in attiva fase infiammatoria.
Per questo si parla di sostanze antinfiammatorie ad azione selettiva per l’enzima di tipo COX-2 ( COX-2 inibitori) o di prodotti non selettivi che, pur riducendo l’infiammazione e l’aggregazione piastrinica, aumentano il rischio di ulcere e sanguinamenti gastrointestinali per la loro azione gastro-lesiva; i COX-2 inibitori, pur avendo meno effetti gastro-intestinali, promuovono la trombosi e aumentano sostanzialmente il rischio di infarto. Gli effetti collaterali dipendono dal farmaco specifico, ma includono in gran parte un aumento del rischio di ulcere e sanguinamenti gastrointestinali, infarto e malattie renali: il motivo per cui è consigliabile assumerli a stomaco pieno per minimizzare la lesività verso le mucose del sistema gastrointestinale.
L’utilizzo cronico può avere gravi effetti gastrolesivi, con incrementato rischio di emorragia per la riduzione della produzione di muco e della secrezione di bicarbonato, che contrasta l’acidità gastrica: le lesioni ulcerose delle mucose gastro-intestinali possono perforazione del viscere; in caso di uso prolungato nel tempo si osservano complicazioni renali che possono indurre una insufficienza renale acuta o cronica (nefropatia da analgesici), inibizione della mielopoiesi, blocco dell’aggregazione piastrinica irreversibile con compromissione dell’emostasi (acido acetilsalicilico).
Possono avere un effetto epatotossico, indurre o peggiorare un grave scompenso cardiaco e possono essere sono associati al peggioramento di un’asma preesistente, soprattutto in caso di insorgenza di M.R.G.E. o esofagite da reflusso.