definizione
Termine usato per denotare una distorsione visiva in cui gli oggetti sono percepiti come appiattiti e allungati: la displatopsia è associata principalmente all’aura che si verificano nel contesto di disturbi neurologici parossistici come l’emicrania e l’epilessia, o come conseguenza dell’uso di sostanze allucinogene come LSD e mescalina; dal greco δυσ– (dys-), prefisso che indica alterazione, malformazione, difettoso funzionamento, anomalia in associazione a πλᾰτῠ́ς– (platús– → relativamente piatto ma largo) e ὄψις (ópsis → vista), dalla radice ὀπ– (op– → vedere).
È comunemente classificato come una metamorfopsia, che a sua volta è classificata come una distorsione sensoriale.