zona di transizione

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definizione

In anatomia ed istologia si definiscono zone di transizione quelle aree dove si riscontra una trasformazione delle caratteristiche dei tessuti, ovvero ove sia possibile riscontare la presenza di una mutazione delle caratteristiche specifiche, che può essere definita una metamorfosi; dal latino transitio, derivato di transire (→ passare).

Si definisce, per esempio, zona di transizione (o epitelio di transizione) l’area di passaggio dell’epitelio stratificato dalla forma piatta, le cui cellule hanno accentuata plasticità, alla forma cilindrica, a seconda delle condizioni di maggiore o minore estensione della membrana epiteliale.

Altro esempio è la linea pectinea, punto di fusione tra la porzione ectodermica del canale anale e la porzione endodermica dell’intestino primitivo; questa area di passaggio è caratterizzata dalla presenza di differenti tipologie di epitelio, all’interno del canale anale: la superficie del canale anale non appare omogenea, macroscopicamente, essendo caratterizzata da tre zone di differente struttura che si susseguono, in direzione cefalica, a partire dall’ano: esse sono la zona cutanea, la zona di transizione e la zona colonnare. La prima fa seguito all’orifizio anale ed è ricoperta da epitelio pavimentoso stratificato non corneificato, privo di ghiandole intestinali; in prossimità dell’ano, la zona cutanea si trasforma in epidermide mentre la zona colonnare mantiene le caratteristiche tipiche dell’intestino crasso.

Altra zona di transizione, detta “transition zone”, è rilevabile a livello del nervo vestibolare (superiore o inferiore), a livello del meato acustico interno, ove esiste il passaggio tra il rivestimento mielinico centrale e quello periferico, dove l’anatomia delle fibre, consistenza della mielina e fine vascolarizzazione intraneurale, sono più fragili.

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