definizione
Composto contenente due atomi di ossigeno collegati tra loro da un legame covalente semplice (−O−O−), detto legame perossidico; ogni ossido la cui molecola contiene almeno due atomi di ossigeno che scambiano tra loro una valenza: i perossidi sono per lo più instabili, liberano ossigeno e devono essere pertanto considerate sostanze ossidanti.
Può essere definito un composto binario dell’ossigeno con un altro elemento chimico, che contiene almeno un gruppo O2=: il più comune di essi è il perossido di idrogeno, meglio noto come “acqua ossigenata”, di formula H2O2; i perossidi si distinguono dai normali ossidi, in quanto in queste molecole gli atomi di ossigeno non sono direttamente legati tra loro. Per l’organismo umano sono importanti anche i perossinitriti, formati dalla reazione tra ossido nitrico e ione superossido o tra il perossido di idrogeno ed i nitriti: a causa delle proprietà ossidanti, può danneggiare molte molecole all’interno della cellula, compreso il DNA, le proteine ed i lipidi.
Nell’organismo, durante i normali processi metabolici, si formano perossidi che si comportano come composti contenenti l’ossigeno come agisce da radicale libero: sono estremamente instabili e, decomponendosi, danno luogo a prodotti citotossici che alterano le funzioni della cellula, a meno che non vengano neutralizzati dalle perossidasi o da cofattori che agiscono come antiossidanti.
Le perossidazioni sono le reazioni mediante le quali si perossida un composto, una sostanza o una molecola: in biochimica, il fenomeno della perossidazione lipidica ha assunto una rilevanza particolare poiché gli acidi grassi sono substrati particolarmente sensibili all’attacco di radicali perossidici; in condizioni normali sono presenti meccanismi di difesa per degradarli ed evitare i loro effetti dannosi ma tali meccanismi non sempre sono sufficienti ed i perossidi tendono ad accumularsi nelle cellule: la perossidazione lipidica è il risultato di numerosi processi fisiopatologici (invecchiamento ed aging, stress ossidativo, ischemie, infiammazioni acute e croniche, tossicità di xenobiotici, ma anche artrite reumatoide, aterosclerosi, cancro …) nei quali sono coinvolti direttamente o indirettamente i radicali dell’ossigeno (R.O.T.S.) o dell’azoto (R.N.T.S.).