invaginazione

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definizione

Può essere considerato, per certi versi, un sinonimo di invaginazione o introflessione, indicando il ripiegamento di un tessuto organico nell’interno di una cavità, rappresentando il ripiegarsi in dentro, come il dito di un guanto; deriva dal verbo invaginare, a sua volta che discende dal latino vagina (→ guaina, fodero), preceduto dalla preposizione “in” (→ penetrazione, moto verso l’interno) ,ovvero l’atto di introdurre all’interno di un fodero qualcosa, di mettere nella guaina, di riporre nel fodero.

Si parla di invaginazione intestinale quando si verifica la penetrazione di un tratto di intestino nel tratto immediatamente seguente, in modo che la prima porzione (tratto invaginato) sia inguainata nella seconda (invaginante): può manifestarsi in forma acuta, subacuta e cronica; la forma acuta è frequente nella prima infanzia, esordendo con una tipica sintomatologia da occlusione intestinale acuta, cioè con dolori addominali a crisi, vomito, alvo chiuso, riscontro palpatorio di una “tumefazione profonda a salsicciotto”, mentre le forme subacute o croniche, pur presentandola stessa sintomatologia, non posseggono i caratteri di gravità e di acuzie.

In embriologia, il temine descrive il processo per cui una porzione di tessuto si ripiega all’interno di un territorio cellulare situato all’esterno (ripiegamento all’interno dell’embrione di un territorio cellulare situato all’esterno), come avviene, per esempio, nella gastrulazione : durante questa fase, infatti l’inflettersi dell’endoblasto all’interno della cavità della blastula, con conseguente delimitazione di una nuova cavità, è detto appunto invaginazione (o embolia), co la formazione della gastrula e dell’’intestino primitivo (archenteron).

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